“Nel Mezzogiorno cittadini vittime ignare di giochi molto più grandi di loro”

Nella storia di un Paese o di una regione, vi sono decisioni che portano un miglioramento delle condizioni dei cittadini, altre che ne allontanano per generazioni le speranze di sviluppo.
Decisioni prese da un numero ristretto di persone, quasi sempre senza che i danneggiati se ne rendano pienamente conto. Così accade che, soprattutto nel Mezzogiorno, i cittadini diventano vittime ignare di giochi molto più grandi di loro, privati dell’informazione indispensabile per essere consapevoli del proprio destino.

A volte ciò deriva dalla disattenzione e dall’impreparazione di media e politici locali – che non capiscono cosa è avvenuto e, soprattutto, cosa avverrà -, più frequentemente il silenzio è conseguenza di un intreccio tra scelte che procurano benefici a milioni di persone e meschini interessi di bottega.
Avevo detto ripetutamente che la scelta, fatta nell’autunno dello scorso anno, di prolungare verso Nord l’ex Corridoio 1 da Berlino fino ad Helsinki e di accorciarlo verso Sud – eliminando o, quantomeno, rinviando a tempo indeterminato la tratta NA-PA – rappresentava una vittoria per Siim Kallas, il Commissario europeo ai Trasporti. Non perché fosse “cattivo” o ce l’avesse con Calabresi e Siciliani, quanto perché il suo Paese, l’Estonia, poteva trarre grandi vantaggi dal vedere arrivare un importantissimo asse trasportistico a un passo dai suoi confini.
Era quella una modifica che rendeva un grande favore anche a Germania, Olanda e Belgio, in quanto allontanava dal cuore d’Europa i porti meglio piazzati nella durissima gara per la captazione dei giganteschi flussi commerciali che attraversano il Mediterraneo. Prolungando il predominio dei grandi scali del Northern belt dove, ogni anno, sbarcano centinaia di miliardi di euro di merci destinate all’Europa e provenienti dall’Estremo Oriente, dal continente africano e dai porti del Mar Nero.
Dopo essere passate a un tiro di schioppo dalla Sicilia.
Non è necessario essere esperti geografi o provetti economisti per sapere quanto incida il settore della Logistica integrata connesso ai porti di Rotterdam (Olanda), Anversa (Belgio), Amburgo e Brema (Germania) nell’economia complessiva di quei Paesi. Basta rifarsi ai tanti studi esistenti: nella poderosa macchina produttiva tedesca – anche per questo, pressoché indenne dall’attuale crisi -, la Logistica rappresenta il terzo datore di lavoro, con oltre 2,5 milioni di addetti. E fornisce materie prime e semilavorati a condizioni vantaggiose (data la vicinanza con i porti di sbarco) alla sua formidabile industria manifatturiera. In Paesi più piccoli, come Olanda e Belgio, riveste un peso percentualmente ancora maggiore. In quei mesi, si parlò di un accordo trasversale tra i pugliesi Vendola, Fitto ed Emiliano, uniti per portare preziosi benefici alla loro regione.
Chi allora frequentava le aule sorde e grigie dei Parlamenti avrebbe avuto modo di verificare che il partito più impegnato nella tutela degli interessi pugliesi, a danno di quelli siciliani, calabresi e lucani era il PD.
Ma né i deputati eletti nell’estremo Sud, né i giornali là pubblicati si premurarono di far sapere alla gente quel che stava accadendo e perché.
Per esempio, nella mozione del 18 Novembre 2011 – sottoscritta da un nutrito gruppo di deputati del centrosinistra, compresi alcuni siciliani che, senza la minima perplessità, firmarono sia l’appello a favore della NA-BA-Malta che quello per la NA-PA -, si chiedeva che il Governo italiano si impegnasse per evitare che le modifiche proposte escludessero “dai grandi corridoi alcune aree quali la parte della dorsale adriatica delle regioni Marche Abruzzo, Molise e Puglia comprendente i porti di Ancona, Bari e Brindisi, con l’interconnessione attraverso Taranto agli altri corridoi europei … ”.
Sull’importanza dell’A/C ferroviaria sulla NA-PA per l’estremo Sud,nemmeno una parola.
Il solo Scopelliti protestò energicamente, mentre Raffaele Lombardo – probabilmente condizionato dalla nuova maggioranza che lo tenevano in precario equilibrio sulla poltrona di Palazzo d’Orleans – si limitò ad abbozzare qualche timido balbettio.
Capiamoci bene, nessuno vuole impedire interventi di tipo lobbistico – all’ordine del giorno in ambito europeo – a favore di questa o quella area geografica, ma se chiedo che una nuova opera divenga prioritaria, contribuisco a posporne o cancellarne un’altra. E i nostri prodi politici lo sanno bene: sostenere che la NA-BA-Malta è solo un’aggiunta alla NA-PA è pura ipocrisia. Chi chiede il collegamento verso Est non può non sapere che ciò indebolirà la possibilità che venga realizzato quello verso Sud, per altro, molto più importante nell’economia complessiva del Paese.
Anche il Ponte giocò un ruolo in questa grande partita: il PD di Bersani e Genovese non lo vuole, chissà perché. Ricordate gli urli di gioia che seguirono la deviazione dell’ex Corridoio 1 verso Bari? Si disse che il Ponte sullo Stretto era stato finalmente definanziato. A fronte di questo “trionfo della sinistra proletaria” (mi pare che l’espressione fosse proprio di Francantonio), poco contava che il terminale del nuovo asse Nord-Sud diventasse Malta e non Gioia Tauro (o Augusta). E che i finanziamenti europei e quelli del CIPE si sarebbero indirizzati verso l’opera che l’Europa considerava prioritaria.
Come, infatti, è puntualmente avvenuto.
Ecco cosa intendo dire quando affermo che spesso le grandi scelte derivano da un coacervo di grandi progetti, che portano benefici a interi Paesi (l’avvicinamento dell’asse Helsinki-Malta alle Repubbliche baltiche e il prolungamento del predominio dei porti tedeschi, olandesi e belgi) e di piccoli interessi di bottega di dimensioni meno che provinciali (la convergenza tra pieddini pugliesi e messinesi).
Con il piccolo dettaglio che ciò ha spezzato le residue speranze di sviluppo di qualche generazione di Siciliani e Calabresi e ha fortemente danneggiato l’intero Paese.
Bersani, Letta, Boccia, Genovese & C. non possono non sapere che, ai fini trasportistici, rinviare a tempo indeterminato il collegamento ferroviario A/C tra il cuore d’Europa e l’estremo Sud d’Italia si tramuta nel rinunziare a battere un rigore (Augusta-Messina-Napoli) per tirare una punizione di seconda da centrocampo (Malta-Bari-Napoli). Significa perdere l’ennesima partita nella feroce competizione per la divisione della ricca torta della Logistica integrata. Significa far perdere migliaia di opportunità di lavoro ai giovani meridionali. (Giovanni Mollica)