Secondo palazzo di giustizia, «le scelte di oggi costituiscono una chiara inversione di tendenza»

Quando alla politica mancano idee e progetti spesso i protagonisti si trasformano in avvocati, urbanisti, esperti di protezione civile e, financo, inquisitori pur di sostenere il confronto a beneficio della sua parte politica.

Leggo i primi commenti sulla prossima firma del protocollo per la realizzazione del secondo palazzo di giustizia nell’area dell’ex Ospedale Militare ed è questa la sensazione che ne ricavo.

Avendo esperienza diretta sulla questione, voglio dire che, a differenza di tante altre città, Messina non ha ancora il suo nuovo palazzo di Giustizia per il contrapporsi degli interessi di chi lucra da oltre trent’anni sui cospicui fitti delle locazioni degli immobili e, soprattutto, per la scarsa intraprendenza e il poco coraggio di chi poteva trarre dalla realizzazione della nuova sede un’occasione per una diversa e moderna visione della Città.

Le scelte di oggi costituiscono una chiara inversione di tendenza e ben potrebbero essere parte di una Città più a misura d’uomo, che avrebbe la sua Cittadella della Giustizia con adeguati spazi e parcheggi, un prestigioso e storico palazzo restituito alla sua dignità, una pregevole porzione di centro libera dal traffico congestionato, da abbellire e da poter sfruttare diversamente in sinergia con l’Università e le altre istituzioni culturali, senza ignorare il contenimento di intollerabili sprechi di denaro pubblico.

Non vedo alcun rischio per il preteso mancato rispetto di precedenti pronunciamenti dei Giudici amministrativi, che pure nel recente passato il nostro Consiglio Comunale ha voluto disattendere sostenendo la scelta di allocare i nuovi uffici nell’ex casa dello studente ed esprimendo così la legittimità di una diversa soluzione, anche se del tutto priva di fantasia.

Temo invece l’azione dei tanti che non sono capaci di pensare a un tempo dedicato alla costruzione per vivere solo il tempo della demolizione.

Avv. Tommaso Magaudda