Chiudere la Stretto di Messina Spa e non pagare nessuna penale. Nuovo corteo contro il Ponte

“No al Ponte”, “No alla Tav”, “No al Muos”. Il fronte del “no” si mobilità e questo sabato torna in strada per gridare la propria contrarietà al Ponte sullo Stretto ed agli strascichi che il progetto lascia.

Il 23 marzo, in Val di Susa, si terrà la manifestazione contro la Tav Torino – Lione; il 30 marzo, a Niscemi, evento contro la realizzazione del Muos, sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza.

“Nonostante sia stato bloccato il progetto già costato 500 milioni e il Ponte sia crollato su sé stesso, sulla sua insostenibilità economica e tecnica, sulla sua inutilità trasportistica, la truffa continua. Scendiamo in piazza e chiudiamo definitivamente questa partita. Nessuna penale a speculatori e devastatori della terra. Vogliamo che i soldi vengano utilizzati per la sicurezza del territorio, per i trasporti, per il lavoro”.

Queste le motivazioni addotte dagli organizzatori per la manifestazione odierna. Motivazioni condivise anche da Legambiente, che raccoglie l’appello per quella che definisce “l’ultima manifestazione contro il Ponte”: “Il circolo della Legambiente Messina aderisce a quella che si configura come l’ultima manifestazione contro il Ponte sullo Stretto di Messina e ne condivide le ragioni e gli obiettivi, sintetizzati nell’appello “Riprendiamoci il futuro: dalla truffa del Ponte sullo Stretto alla rinascita del territorio”. E’ ora di chiudere definitivamente la partita Ponte sullo Stretto, liquidare la Stretto di Messina spa, destinare i fondi previsti per il mostro di cemento ed acciaio, cominciando dai 300 milioni di euro previsti dal governo Monti per pagare fantomatiche penali, per l’area dello Stretto a difesa dei territori e per il rilancio economico ed occupazionale. Porteremo in corteo un cartello storico prodotto per la prima volta nel lontano 1988, riproducente un divieto con la scritta “Acque non pontabili”, che sarà collocato nei prossimi giorni nella zona di Capo Peloro a simboleggiare la fine dell’incubo che incombe da troppi anni sui messinesi e sullo splendido Stretto di Messina”.

Al corteo aderisce anche il Movimento 5 Stelle, assicurando “che porterà avanti la battaglia contro l’opera inutile e dannosa del Ponte sullo Stretto nelle sedi istituzionali sia a livello regionale (come già fatto recentemente dalla portavoce Valentina Zafarana) sia a livello nazionale. In particolare, in questo ambito, i portavoce Alessio Villarosa e Francesco D’Uva porteranno avanti tutte le iniziative che è in loro potere attuare affinché ulteriore denaro pubblico non venga dilapidato con penali e debiti”.

E secondo Consumatori Associati, non solo non va pagata alcuna penale al contraente generale, ma anzi va richiesto un risarcimento. In una lettera trasmessa a Grillo, Bersani, Berlusconi e Napolitano, il presidente dell’associazione, Ernesto Fiorillo, spiega: “E’ solo Eurolink la parte inadempiente e quindi la nostra associazione di consumatori offre allo Stato Italiano l’assistenza legale gratuita per chiedere al General contractor il risarcimento dei danni per inadempimento, pari a 600 milioni di euro. Si deve poi avviare anche l’azione di responsabilità contro gli amministratori della Società Stretto di Messina che è costata ai contribuenti proprio 600 milioni di euro. Tra l’altro – prosegue Fiorillo – il costo per la realizzazione del Ponte sullo Stretto è arrivato a 8,5 milioni di euro, più del doppio di quello con cui il General Contractor Eurolink, capeggiato da Impregilo, ha vinto la gara (3,9 miliardi rispetto ai 4,4 miliardi di Euro posti a base di gara). Parliamo del 40% in più rispetto al valore di partenza se si considera l’importo lordo di 6,1 miliardi di Euro, ripetutamente indicato dai progettisti. Il Ponte poi non si sarebbe mai ripagato con il traffico stimato visto che le previsioni degli stessi progettisti prevedevano che un incremento di costo del progetto nell’ordine del 15% avrebbe determinato un Valore Attuale Netto negativo. Si può immaginare il risultato con un incremento del 39% rispetto all’importo lordo. D’altra parte le stesse previsioni valutano, a regime, un utilizzo che si aggirerebbe attorno all’11% della capacità complessiva (11,6 milioni di auto l’anno, a fronte, appunto, di una capacità complessiva teorica dell’opera di 105 milioni di auto l’anno nelle due direzioni), configurando uno spreco di risorse. La mega opera inoltre non era realizzabile dal punto di vista tecnico: si trattava di costruire un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sorretto da torri di circa 400 metri di altezza, in una delle aree a più elevato rischio sismico nel Mediterraneo. Il progetto andava ad impattare su un’area ampiamente vincolata per gli straordinari valori paesaggistici. L’opera ricadeva interamente nell’area di due Zone di Protezione Speciale e interferiva in entrambe le regioni con 11 SIC – Siti di Interesse comunitario. Il progetto infine – conclude Fiorillo – presenta ancora gravi carenze tecniche rilevate già dalla Commissione Valutazione Impatto Ambientale che, avanzando 223 richieste di integrazione, ha evidenziato come gli studi relativi ad alcuni interventi non abbiano un livello di approfondimento tale da essere parte di un progetto definitivo. Oltre a ciò, tra le tante irregolarità, Eurolink è responsabile per avere pubblicato illegittimamente l’elenco delle Ditte da espropriare causando gravissimi danni ai proprietari degli immobili; l’elenco è stato eliminato dal sito web solo a fronte della nostra denunzia al Garante della privacy”.

L’Atm, infine, comunica che dalle 16 in poi le linee dirette a sud effettueranno il percorso Cavallotti – via La Farina – viale Europa – via Catania e poi regolare; le linee provenienti da nord potrebbero subire deviazioni di percorso su Corso Cavour e Via Tommaso Cannizzaro qualora fosse occupata la corsia preferenziale di via Garibaldi; l’esercizio Tranviario verrà fermato, al fine di evitare condizioni di pericolo, per riprenderlo non appena la sede tranviaria sarà sgombra da manifestanti.