L’insostenibile leggerezza dell’essere… questo Consiglio Comunale

Neanche per un attimo, né ai cronisti, né ai consiglieri né infine agli assessori, è balenato il benchè minimo dubbio che il bilancio previsionale 2017-2019 venisse bocciato o non votato, con il conseguente scioglimento dell’Aula.

E’ un copione che si ripete uguale da anni e che vede, tra l’altro l’asse accorintiani-genovesiani operare in piena armonia a dispetto delle finte scaramucce.

Ma non è il copione che oggi c’interessa, rispettato fin nelle virgole persino dal capogruppo di Forza Italia Trischitta che in primavera giura che non avrebbe mai votato il bilancio e poi lo fa con puntualità dei modi e dei contenuti, rispettando forma e sostanza di uno spettacolo che non stupisce più nessuno.

La domanda da farsi è un’altra: se davvero, per ipotesi da fantascienza, l’Aula non avesse votato il Bilancio last minute della giunta più ritardataria d’Italia, e se fosse arrivato un commissario per sciogliere il Consiglio, cosa sarebbe cambiato?

Il ruolo del Consiglio comunale sarebbe stato assunto da un commissario che, in quanto tale, per lo più approva sotto il profilo tecnico gli atti della giunta (ammesso che ne partorisca). Non è un ruolo politico ma si limita ad approvare le delibere o a bocciarle solo se vi siano i presupposti tecnici e giuridici.

I consiglieri si appellano spesso al senso di responsabilità quando votano l’invotabile sostenendo che un commissario approverebbe senza battere ciglio le delibere della giunta Accorinti. Che è invece, esattamente quello che da 4 anni fa questo Consiglio comunale approvando pedissequamente ogni atto e limitandosi a fare un’opposizione folkloristica e priva di sostanza.

L’arrivo di un commissario quindi non farebbe rilevare l’assenza del Consiglio se non, appunto, negli aspetti folkloristici e dei quali la città ne può anche fare a meno.

Insomma se arrivasse un commissario non sentiremmo la mancanza di questo Consiglio comunale il cui peso politico e di opposizione riporta alla mente il titolo del libro di Kundera “L’insostenibile leggerezza dell’essere…..consiglio”.

Non sentiremmo affatto la mancanza dei balletti sul numero legale o di quei 10 consiglieri che non si sono mai visti se non quando accordi sottobanco (vedi sfiducia) ne richiedevano la presenza. Non sentiremmo affatto la mancanza di liti in Aula sul nulla, su un’opposizione che si ferma all’ovetto kinder e non alla vera, profonda sostanza delle gravissime falle dell’amministrazione, falle che ci sono e che avrebbero meritato, eccome, un’opposizione reale ed all’altezza. Un’opposizione competente che rivelasse l’assoluta incapacità di programmazione, l’assoluta incapacità di seminare quei progetti che porteranno quellichecisarannodopo a raccogliere i frutti, così come adesso l’amministrazione sta raccogliendo i frutti di quello che altri hanno seminato (senza neanche mai ringraziarli). Dal porto di Tremestieri alla via don Blasco passando per qualsiasi opera attuale.

In caso di arrivo di un commissario non sentiremmo affatto la mancanza di un’Aula che offende il sindaco per le sue magliette ma che non accende i riflettori su ben altri e più seri problemi di quest’amministrazione. Conflitti d’interesse palesi o meno palesi compresi.

Non sentiremmo la mancanza di continui cambi di casacca che hanno ribaltato l’Aula in un’immagine speculare a quella del 2013 ma solo come forma, perché la sostanza è la stessa. Quella maggioranza di centro-destra che oggi sostiene la giunta Accorinti accompagnandola per mano fino alla fine del mandato e che nel 2013 era una maggioranza di centro-sinistra ma sempre per mano col sindaco era.

Ecco, in fondo, a fronte di un’insostenibile incapacità di fare opposizione, l’arrivo di un commissario potrebbe persino riservarci, chissà, l’emozione, un sussulto, la sorpresa di un “no” all’amministrazione sui fatti concreti. E non sul fatto che cammina senza calzini.

Rosaria Brancato