“Quelle officine sono inquinanti”,la battaglia dei residenti di via Aspa dopo 37 anni finisce in Procura

Un calvario che dura da 37 anni e nonostante ricorsi al Tar, al Cga, esposti all’Arpa, in procura, alla Regione, sopralluoghi, ordinanze sindacali, non accenna a vedere la parola fine.

Adesso però i residenti dell’area vicina al Teatro Vittorio Emanuele, ovvero via Mario Aspa e limitrofe, che per anni ed anni hanno continuato a denunciare i disagi causati da due officine, in termini di inquinamento acustico e ambientale, si sono costituiti in un Comitato e stanchi di aspettare hanno denunciato i fatti in Procura, raccontando anche il loro calvario in conferenza stampa.

Le ultime tappe della vicenda, peraltro, registrano ben 2 ordinanze di Accorinti che impongono il trasferimento delle officine, una relazione dell’assessore Ialacqua sullo stesso tenore, ed infine anche l’intervento dell’assessore Eller che è stato sul posto e si è schierato dalla parte dei residenti. Inspiegabilmente però i provvedimenti non vengono resi esecuti.

In conferenza stampa stamane nella Sala ovale insieme ai residenti delle strade interessate anche il consigliere comunale Daniele Zuccarello e la responsabile della Federazione Verdi di Messina Raffaella Spadaro. L’assessore Ialacqua non ha potuto partecipare ma la sua posizione è chiarissima nella relazione di alcuni mesi fa a proposito dei disagi patiti in quell’area.

L’inizio del “calvario” risale al 1979 quando i residenti della via Aspa avviano la causa nei confronti delle attività che stando alla denuncia recano i disagi. Nella causa si fa riferimento al regolamento condominiale, redatto il 27 Aprile del 1924, che sancisce il divieto di utilizzare i locali del caseggiato ad usi commerciali, industrie, opifici insalubri, rumorosi ed emananti esalazioni sgradevoli e nocive, le stesse officine non avrebbero potuto operare.

La sentenza del Tribunale arriva Il 31 Luglio del 1987 e vieta lo svolgimento delle attività indicate. Le officine presentano l’appello, ma anche il secondo grado conferma la sentenza del tribunale. Nel ’93 la Cassazione mette l’ultima parola e dispone la sospensione delle attività.

Passano altri 4 anni e nel ’97, viene avviata una raccolta firme per chiedere al sindaco, alla Procura della Repubblica e all’allora A.U.S.L. 5, di prendere i provvedimenti necessari primo fra tutti “il trasferimento coattivo di tali attività nocive alla salute pubblica in zone destinate a tali insediamenti ed ogni altro provvedimento idoneo a risanare l’ambiente ed a restituire agli abitanti condizioni umane di vita nonché il necessario decoro ad una zona peraltro cruciale del centro cittadino”, segnalando in particolare rumori provocati dall’uso continuo delle smerigliatrici e l’inquinamento dell’aria provocato dalle verniciature a spruzzo.

Nel 2001 si avvia la seconda raccolta di firme, ma non succede nulla, e nel 2008 una residente scrive al Presidente della Repubblica. Grazie a questa lettera si attiva la Prefettura, che riconoscendo la gravità del caso, sollecita il sindaco e quindi i dipartimenti e l’ A.R.P.A. per gli interventi di rispettiva competenza.

A questo punto scattano le valutazioni tecnico ambientali e quindi gli accertamenti effettuati fra Agosto 2008 e Marzo 2009, congiuntamente, A.R.P.A. , Prov. Reg. 8° I° e II° Dipartimento, Dip. Prevenzione USL, USL Medicina Del Lavoro e ancora, sezione Annona del corpo della Polizia Municipale .

Le contestazioni emerse riguardano per lo più inquinamento acustico accertato molto al di sopra dei limiti consentiti e occupazione suolo, per via della presenza di attrezzi vari sul marciapiede pedonale. Scattano anche alcuni verbali. Nonostante ciò non cambia nulla ed anzi ad una segnalazione inviata all’assessorato regionale al territorio, ecco la risposta trasmessa l’11 gennaio 2010: “non spetta a noi il compito di vigilare e/o ispezionare” ma al Comune

Finalmente nel 2015, esattamente l’1 e il 27 Aprile, il Sindaco Accorinti emette le ordinanze di sospensione a carico di due delle officine, nello specifico quella di carrozzeria e quella in cui si lavora il ferro.

Il dirigente del dipartimento però stila una relazione che lascia in sospeso la questione, nel settembre del 2015.

Infine la relazione dell’assessore all’ambiente Daniele Ialacqua, sul caso delle attività inquinanti svolte in via Aspa”, nella quale si legge ““le attività in questione non possono continuare a svolgersi, nelle modalità fin qui svolte e nonostante le numerose verbalizzazioni le attività continuano ad impattare negativamente sull’ambiente circostante rendendo insopportabile la vita quotidiana dei residenti”, e ribadisce, “sarebbe opportuno un provvedimento di allontanamento delle officine dal centro storico..” . Tesi confermata dall’assessore Eller.

Eppure, nel luglio 2016 la situazione è ancora quella denunciata stamane in conferenza stampa, corredata anche da un esposto che stavolta il Comitato ha portato in Procura, insieme a 37 anni di una battaglia che non si riesce a vincere.

Rosaria Brancato