Shakespeare era messinese? L’architetto Giuseppe Provenzale indaga sull’identità del drammaturgo

William Shakespeare da Stratford upon Avon o Michelangelo (Giovanni, John) Florio da Messina?
L’architetto messinese Giuseppe Provenzale propone un’articolata analisi storica che evoca numerosi ed, apparentemente, fondati interrogativi.

Nell’intervento al convegno su “L’amore nella poesia di Shakespeare”, svoltosi all’Hilton Kensington Hotel di Londra, lo studioso peloritano riporta notizie biografiche, incongruenze ed affinità e qualche curiosità su personaggi e modi di dire della lingua messinese del ‘500 e, soprattutto, l’analisi comparata di metrica e costruzione del verso nella scrittura di Florio e Shakespeare.

Lo “scetticismo costruttivo” di Provenzale prende le mosse da una serie di riflessioni:
– Le opere del Bardo sono state scritte da un W. Shakespeare da Stratford mai uscito dall’Inghilterra (e senza alcun attestato di frequenza scolastica) o da un Michelangelo (o Giovanni, John) Florio colto italiano, giramondo e fuggiasco per motivi religiosi?
– Gli Inglesi si barricano a Stratford-Upon-Avon, gli Italiani (ma non solo) da circa un secolo ricercano notizie che portino in Italia l’identità di Shakespeare.
– Lamberto Tassinari ha scritto il saggio Shakespeare? È il nome d’arte di John Florio.
– Frances Amelia Yates nel John Florio in The Life of an Italian in Shakespeare’s England (1934) si è fermata un attimo prima della sovrapposizione dei due nomi e ne ha autorevolmente congelato ulteriori studi.
Entrambi li hanno però portati in Italia.
– Il defunto prof. Martino Juvara, riprendendo studi degli anni ’20 e ‘30 dello scorso secolo fa coincidere i due personaggi e li porta addirittura a Messina.
Juvara ha scritto di un Michelangelo Florio figlio di Giovanni Florio e Guglielmina Crollalanza nato a Messina il 23 aprile 1654, (stessa data per W. Shakespeare).

Resta comunque il dramma dell’impossibile rivelazione dell’identità floriana del Bardo e il dubbio che la biblioteca e quei manoscritti di Florio non siano veramente spariti. Li aveva lasciati a lord Pembroke e questa “mancanza” di prove è proprio la prova?

(Giuseppe Spano’)