Si allarga il fronte del no, D’Alia contro le scelte prese nelle “segrete stanze”

Passano i giorni e il fronte del no si fa sempre più numeroso. La decisione della Regione di convertire l’Ospedale Piemonte in Polo Materno Infantile sta scatenando reazioni e contestazioni e la battaglia sembra essere dietro l’angolo. Anche il Sindaco Renato Accorinti ha detto chiaramente che sarà il primo a lottare contro un provvedimento insensato. Adesso in campo scende anche il deputato messinese e presidente nazionale Udc Giampiero D’Alia che si scaglia duramente contro il modus operandi dell’assessorato alla Salute. “La scelta di convertire l’Ospedale Piemonte di Messina in polo materno infantile che, di fatto porterà alla chiusura del nosocomio cittadino, non può essere presa nel ‘chiuso delle stanze’ e sulla base di scelte esclusivamente ragionieristiche”. Ha dichiarato D’Alia in una nota. Anche per il massimo esponente Udc il Piemonte ha un ruolo da sempre importante per la salute dei messinesi e un punto di riferimento anche per un’utenza vastissima della provincia, oltre a essere un presidio di sicurezza in caso di calamità.

"Chiedo – continua l'ex ministro della Pa – una seduta straordinaria del Consiglio comunale, alla presenza dei vertici della sanità messinese, della deputazione nazionale e regionale della città, del sindaco e dell'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino. Le scelte di riorganizzazione dei presidi sanitari sono indispensabili per ridurre i costi e rendere più efficiente la sanità, ma devono essere trasparenti e partecipate attraverso una discussione pubblica".

Intanto i sindacati vanno avanti nella battaglia. Cisl e Uil hanno convocato un’assemblea per il prossimo mercoledì 16 che servirà a ripartire con la mobilitazione, assemblea a cui naturalmente hanno invitato il Sindaco Accorinti, soprattutto dopo le sue recenti dichiarazioni. Cisl e Uil riprendono proprio le parole del primo cittadino: “Faremo una lotta per i diritti perché la tutela della vita e della salute è al primo posto”. Invitati all’assemblea tutta la deputazione messinese nazionale, regionale ma anche il Consiglio Comunale della città di Messina, per essere ancora una volta insieme a difendere ciò che ci appartiene.

“Bisogna fare chiarezza e difendere ciò che la città ha bisogno di avere: un punto di emergenza urgenza strategico ed importante rappresentato sin’oggi dall’Ospedale Piemonte che serve la città ma anche l’area metropolitana. L’Ospedale Piemonte deve rimanere la struttura sanitaria del centro città, punto di riferimento e presidio importantissimo per migliaia di messinesi”.

Alza la voce anche il Consiglio della Terza Circoscrizione che chiarisce che non accetterà di essere lasciato fuori dal dibattito che il Sindaco intende organizzare con l’assessore Borsellino. “La gloriosa struttura sanitaria ricadente nel territorio circoscrizionale, da svariati anni ormai è oggetto di un continuo ed inesorabile stillicidio che lo ha di fatto ridotto all'agonia e questo è il frutto di una politica sanitaria che ha voluto privilegiare altri "interessi": il risultato è ormai di evidenza pubblica. Non è necessario essere esperti per vedere che il nosocomio è divenuto un "fantasma sanitario" che vaga senza una precisa meta, sospinto solo dalla buona volontà di alcuni operatori sanitari che con spirito di abnegazione continuano a mantenerlo a galla” scrive l’intero Consiglio che vuole dire basta ad una politica sanitaria fatta di tagli senza una reale programmazione. Ciò il terzo quartiere vorrebbe portare avanti è l'idea di avere non la conservazione di una "struttura" in quanto tale ma di avere un Ospedale funzionale e funzionante, in grado di dare le giuste e doverose risposte alle esigenze assistenziali della popolazione. “Con molta umiltà in quanto non "tecnici" ma con altrettanta veemenza chiediamo a tutti i soggetti, locali e non, coinvolti in questo processo riorganizzativo di fare tutto il possibile per restituire alla città un vero Ospedale, con una sua dignità e con una precisa connotazione sanitaria e non un malato agonizzante che, perdurando lo status quo, morirà di inedia”.

F.S.t.