In stand-by la delibera di revoca dell’assegnazione alla Gmc srl. Contestabile (Pd) teme contenziosi

La sinergia tra Comune, Università, Ordine degli avvocati e Corte d’Appello ha riacceso il dibattito sul palagiustizia satellite. A tenere banco, in questi giorni, è soprattutto la questione attinente all’ubicazione del secondo Tribunale, mentre risulta piuttosto trascurato l’aspetto amministrativo di un iter che va avanti ormai dal 1995, quando l’allora Ministro della Giustizia concesse alla città di Messina un finanziamento di 12,4 milioni di euro, successivamente integrato con 5,5 milioni di euro. Ad accendere i riflettori sul procedimento avviato nel 2009 con la pubblicazione di un invito ad offrire per l’individuazione del secondo palazzo di giustizia, è la consigliera del partito democratico Simona Contestabile, che ha inviato una interrogazione all’Amministrazione comunale.

Nel documento, l’esponente del Pd ricorda che, con deliberazione n. 698 del 9 settembre 2009, la Giunta Buzzanca aveva approvato «i verbali e la graduatoria dell’indagine di mercato e, individuando tra le offerte pervenute un fabbricato sito nella zona sud e di proprietà della Società GMC e che con successiva deliberazione veniva approvato lo schema di contratto per l’acquisto degli immobili individuati».

La sentenza n. 651 del 2011 emessa dal CGA, chiamato a pronunciarsi nell’ambito della procedura di scelta del secondo palazzo di giustizia, aveva però rimesso tutto in discussione dichiarando l’esistenza di «diffuse e plurime illegittimità» . Anche il Collegio di difesa di Palazzo Zanca, investito dell’ argomento, si era uniformato – scrive ancora la Contestabile – alle perplessità del tribunale amministrativo, suggerendo pertanto all’amministrazione comunale di revocare in autotutela il procedimento;

Durante la gestione commissariale, il reggente di Palazzo Zanca inviato dalla Regione ,Luigi Croce, aveva deciso di riprendere in mano la patata bollente , che passò velocemente al Consiglio Comunale, facendo pervenire in Aula una delibera di revoca in autotutela del procedimento di assegnazione. Il provvedimento- ricorda la consigliera Pd – venne rispedito indietro, in quanto «siffatta determinazione, ai sensi dei principi generali di diritto amministrativo, spettava all’organo emanante l’atto oggetto di revoca ( giunta municipale)». In altre parole, doveva essere lo stesso commissario straordinario con i poteri della giunta a decidere sulla revoca.

Adesso,dunque, quella delibera di autotutela – mai esitata dall’ex procuratore capo – è al vaglio della nuova Giunta Comunale, presieduta dal sindaco Renato Accorinti , al quale la consigliere Contestabile gira alcuni quesiti.

Innanzitutto chiede ad Accorinti «se è stato verificato il titolo di proprietà dell’ormai ex Casa dello Studente; se ad oggi sono state fatte delle valutazioni concernenti il costo di ristrutturazione ed adeguamento del plesso e valutazioni dei tempi di consegna del plesso; se si è già provveduti, caso contrario quali saranno i tempi ed i costi , al cambio di destinazione d’uso».

Quanto alle risorse stanziate dal Governo, la consigliera Pd interroga il primo cittadino per sapere se « ad oggi, a seguito di diffide disattese, il finanziamento concesso dal Ministero di Grazia e Giustizia ammonti ancora a 18 milioni di euro e quale sia stato l’iter amministrativo perseguito dall’Amministrazione comunale per il riconoscimento del finanziamento».

Rispetto all’iter avviato nel 2009, la Contestabile interroga Accorinti sulla opportunità «di esitare la delibera di revoca in autotutela della procedura di realizzazione del secondo palazzo di giustizia che vedeva vincitrice la GMC, al fine di evitare di esporre il Comune di Messina a facili contenziosi e possibili risarcimenti danni».