Oltre 14 milioni di euro di mancati incassi per tributi. Romano scrive ai dirigenti

Per riuscire a non sforare il “Patto di stabilità” nel 2012 Palazzo dei Leoni ha dichiarato l’accertamento di oltre 14 milioni e 187 mila euro quali entrate per il tributo TEFA (tassa sui rifiuti), che però non sono “reali”, nel senso che non sono mai stati regolarmente incassati.

Così il commissario della provincia Filippo Romano ha scritto un atto d’indirizzo trasmesso ai dirigenti Antonino Calabrò, Gabriele Schifilliti, Benedetto Sidoti Pinto e al segretario generale per avviare una verifica sui conti reali e procedere di conseguenza.

“Nel 2012- si legge nell’atto d’indirizzo- l’Ente ha raggiunto l’obiettivo del rispetto del Patto a seguito dell’accertamento della somma di 14 milioni 187.515,97 euro, quale tributo TEFA relativo agli anni dal 2005 al 2012 i cui crediti nei confronti degli Ato e di alcuni comuni non erano stati rilevati in contabilità, avendo l’Ente operato gli accertamenti annuali relativi al predetto tributo in termini di cassa anziché di competenza”.

Il 31 dicembre del 2012, con la determina dirigenziale n°269 i crediti del tributo Tefa sono stati accertati, sulla base degli elaborati contabili degli Ato e certificati dal dirigente ambiente e politiche energetiche e dal dirigente degli uffici finanziari.

E’ chiaro quindi che queste somme materialmente non ci sono, anche se sono state indicate ai fini del Patto di stabilità, pertanto il commissario Romano ha richiesto ai dirigenti di trasmettere entro il 30 luglio la ricognizione della documentazione relativa ai tributi in questione, nonché la verifica di eventuali dati errati. I dirigenti dovranno anche approfondire lo stato dell’eventuale contenzioso in corso e monitorare che “l’accertamento e la riscossione trovino riscontro nella gestione corrente adottando ove necessario le opportune iniziative legali per la riscossione coattiva dei crediti vantati”. Infine Romano invita i dirigenti, per evitare danno erariale dovuto al mancato incasso di contravvenzioni stradali, ad adottare entro i termini prescrizionali tutte le iniziative previste.

Qualora dagli accertamenti risulti che nel frattempo alcune somme siano divenute inesigibili si dovrà provvedere allo stralcio del bilancio “il dirigente della II direzione dovrà curare che eventuali mancati introiti non compromettano il rispetto del patto di stabilità”.

In sintesi, per rientrare nel Patto di stabilità sono stati dati per certi oltre 14 milioni di introiti per tributi che nel 2012 certi non lo erano affatto ed a rilevarlo, nel febbraio 2013 era stato l’ex consigliere provinciale di Sicilia Vera Giuseppe Lombardo (vedi articolo allegato), che alla luce di questo atto di indirizzo ricorda come oltre un anno fa l’amministrazione Ricevuto avesse non solo ignorato ma anche sottovalutato il suo allarme.

“Io lo dissi chiaramente in conferenza stampa e con denunce scritte che gli accertamenti della TEFA, quasi 15 milioni di euro, fatti dagli uffici erano sproporzionata e che si trattava di una manovra finanziaria fatta anche l'anno precedente con i passi carrabili, solo per salvare il patto di stabilità- spiega Lombardo- Adesso sarei curioso di sapere come mai il commissario Filippo Romano, solo a distanza di un anno dal suo insediamento, chiede come stanno veramente le cose”.

Nel febbraio del 2013 Lombardo invitò i capigruppo ad approfondire la vicenda della Tia, l’imposta sui rifiuti mai riscossa dal 2005 al 2012 dagli Ato 1 e 2, e che per circa due anni non era neanche esigibile in seguito ad una sentenza della Corte dei Conti del Piemonte. Si trattava di quasi 15 milioni di euro che secondo l’esponente di Sicilia Vera gli uffici finanziari di Palazzo dei Leoni avevano inserito alla voce “entrate” di fatto ma che non lo erano anche perché gli Ato 1 e 2 non hanno mai neanche presentato i bilanci relativi a quegli anni. Pertanto non esistevano titoli corrispettivi da esigere. In quell’occasione Lombardo chiese anche chiarimenti sulle somme mai incassate per i passi carrabili abusivi, per circa 10 milioni di euro.

Alle rimostranze di Lombardo l’allora presidente Ricevuto rispose che per l’imposta tributi le risorse erano state inserite tra le “entrate” solo perché si stava effettuando la fase del monitoraggio, e non sarebbero state impegnate per evitare il rischio di non averle mai a disposizione.

A distanza di un anno e mezzo si scopre che quelle “entrate” mai “realmente entrate” sono state utili per non sforare il Patto di stabilità, ma ovviamente continuano a non esistere. Fatto questo che non è piaciuto al commissario Romano che ha deciso di vederci chiaro ed entro il 30 luglio. Eppure è dovuto trascorrere un anno e mezzo per appurare quel che nel febbraio 2013 un consigliere provinciale aveva denunciato, carte alla mano.

“A questo punto spero che così come ha pubblicato l'atto di indirizzo il commissario Romano pubblicherà anche la risposta degli uffici in indirizzo- commenta Giuseppe Lombardo- Così se non la farà lui, se ci sono gli estremi per mandare le carte alla Corte dei Conti le mando io. Alla fine, a distanza di tempo, si è compreso che le cose non erano affatto come si voleva far credere e che sulla vicenda avevo ragione io”.

Rosaria Brancato