Il commissario Croce “sfiducia” il ragioniere generale Coglitore

Mentre fuori da Palazzo Zanca impazza la campagna elettorale, con i partiti impegnati a definire le strategie ed a scegliere i nomi dei generali che dovranno guidare le truppe alla conquista del “castello” comunale, dentro il palazzo, a tenere banco è la perdurante e grave crisi economico-finanziaria. Che genera preoccupazione ma anche duelli a suon di carte bollate . A scambiarsi reciproci colpi di sciabola sono il commissario straordinario Luigi Croce ed il ragioniere generale Ferdinando Coglitore: il primo ha firmato una determina “di fuoco”, che – di fatto – sfiducia il dirigente dell’area economica, il quale- però – non incassa ma risponde per le rime.

A far scoppiare la scintilla, tutt’altro che amorosa , tra i due è stata l’esecuzione da parte della Ragioneria generale «di pagamenti per oltre 40 milioni di euro facendo ricorso all’anticipazione di Tesoreria, senza preventiva informativa al Commissario straordinario» . Così scrive testualmente Croce, che bacchetta Coglitore e gli ricorda tre passaggi fondamentali , di cui -secondo il commissario – il dirigente non ha tenuto conto nel suo modus operandi: il primo è che «con determina commissariale del 2 ottobre 2012 sono stati bloccati “con decorrenza immediata tutti i mandati di pagamento non riguardanti i servizi essenziali, o comunque, che non determinassero danni erariali per il Comune di Messina nonché il pagamento delle indennità di risultato per i dirigenti»; il secondo è che «con la stessa determina si disponeva che ogni pagamento dovesse essere preventivamente sottoposto al commissario straordinario»; ed il terzo che «la determina in questione non è mai stata revocata e che la stessa non risulta essere stata correttamente rispettata ».

I tre punti salienti appena evidenziati hanno indotto Croce ad emanare la Determina commissariale n.27 del 14 marzo 2013 , con la quale il commissario conferma in ogni sua parte la determina 102 del 2 ottobre scorso, «estendendo l’obbligo di preventiva informativa alla struttura commissariale anche degli impegni di spesa»; e dà mandato «all’Area Economico- Finanziaria di trasmettere distinta analitica dei mandati emessi e trasmessi in Tesoreria dal primo gennaio 2013 alla data odierna e distinta dai mandati emessi e non trasmessi alla data odierna».

La risposta del ragioniere generale non ha tardato ad arrivare ed è pungente tanto quanto l’atto firmato dal commissario straordinario. Innanzitutto Coglitore confuta il dato di 40 milioni di euro fornito da Croce, chiarendo che «l’anticipazione di tesoreria utilizzata alla data della determina (14 marzo 2013 ndr) è di euro 20.329.063,32, a cui vanno aggiunti euro 4.531.318,72, risultanti alla chiusura dell’esercizio 2012». Per dimostrare che i numeri forniti dal commissario non quadrano, il ragioniere generale puntualizza, inoltre, che i mandati emessi e trasmessi alla tesoreria comunale dal primo gennaio al 14 marzo 2013 hanno un importo totale di quasi 64 milioni di euro e quelli emessi e non trasmessi ammontano a quasi 2,7 milioni di euro.

In merito poi all’ obiezione per la quale, a detta di Croce, Coglitore non avrebbe rispettato quanto previsto dalla determina del 2 ottobre 2012 e non avrebbe reso partecipe il commissario delle azioni di pagamento – il dirigente spiega di aver informato «con periodicità giornaliera la S.S. sui pagamenti da effettuare, data la carenza di liquidità. Dal primo gennaio del corrente anno, con il ripristino dell’anticipazione di tesoreria, concordandolo con la S.S, sono state sbloccate molte liquidazioni dell’ultimo trimestre 2012». Il ragioniere generale fa, inoltre, rilevare che «i mandati emessi non possono essere bloccati» e invita il commissario Croce a fare in modo che «le liquidazioni non pervengano direttamente all’area Economico Finanziaria», ma vengano «acquisite e valutate direttamente dalla struttura commissariale così come avviene per i provvedimenti che impegnano spese».

Tanto basta per affermare con certezza che tra il reggente di Palazzo Zanca e il Ragioniere generale non solo non corre buon sangue, ma non c’è neanche quel minimo di fiducia che dovrebbe esistere tra chi è a capo di un’amministrazione e chi “maneggia”, per conto di quell’amministrazione, denaro pubblico. Il prossimo sindaco di Messina, oltre a governare una situazione economica disastrosa, dovrà probabilmente avere anche la capacità di ricucire o forse di ricostruire da zero un rapporto fiduciario con il braccio operativo della macchina ammnistrativa, costituito dai dirigenti. (Danila La Torre)