Consulenti esterni e precari, il monito dei revisori dei conti

I revisori dei conti del Comune “indagano” sui consulenti esterni di Palazzo Zanca. Con una nota, la numero 20, inviata al sindaco Renato Accorinti, al segretario/direttore generale Antonio Le Donne, ala ragioniere generale Antonino Cama ed al dirigente del Dipartimento Risorse umane Giovanni Di Leo, i tre tecnici contabili hanno chiesto «l'elenco dei professionisti e delle società d consulenza esterne incaricati dal Organi Politici o dall’Amministrazione…».

Il presidente Dario Zaccone e gli altri due membri del Collegio dei revisori, Federico Basile e Giuseppe Zingales, non si sono limitatati a chiedere soltanto i nominativi, bensì «i relativi contratti stipulati, dai quali possano evincersi tutti gli elementi essenziali del rapporto di collaborazione costituito (oggetto della collaborazione, modalità e limiti nell’esecuzione del mandato, autorizzazioni per l’accesso agli atti, compenso, termine di scadenza etc)».

I revisori vogliono vederci chiaro e capire se i contratti esterni fanno lievitare la spesa dell’ente oltre i limiti previsti dalla legge. Quasi in una sorta di ammonimento, Zaccone, Basile e Zingales ricordano che «il ricorso a figure professionali esterne è consentito solo dopo aver accertato , a seguito di una reale ricognizione, l’inesistenza di personale interno idoneo a svolgere l’incarico affidato».

Con un’altra nota, la numero 21, i revisori dei conti tornano, poi, ad accendere i riflettori sui contrattisti di Palazzo Zanca, per ribadire i dubbi già manifestati nelle settimane scorse circa la possibilità per il Comune di prolungare l’orario contrattuale dei precari senza sforare il tetto massimo della spesa imposto dalla normativa vigente. «L’Organo di revisione si legge testualmenteal fine di verificare l’attivazione di ogni azione correttiva e preventiva volta a mantenere i limiti di spesa per il personale a tempo determinato nonché per le collaborazioni esterne…. chiede ai Dirigenti dei Dipartimenti Risorse umane e Servizi Finanziari di redigere una esaustiva relazione dalla quale possa emergere, con chiarezza e certezza normativa, che ogni azione adottata o da adottare, … anche alla luce dei recenti provvedimenti di indirizzo resi noti dalla stampa locale e concernenti l’aumento delle ore contrattuali del personale a tempo determinato (c.d. precari), sia effettuata nel rispetto delle norme disciplinanti la materia…».

I revisori non nascondono le proprie perplessità in merito all’atto d indirizzo con cui la giunta Accorinti ha messo nero su bianco la volontà di procedere all’integrazione oraria (vedi correlato), portando a 35 ore i circa 300 precari che svolgono servizio, in alcuni casi addirittura ventennale, presso il Comune. In realtà, a quel provvedimento non è seguito alcun atto esecutivo, perché l’ente è ancora in attesa del parere richiesto alla Regione. Senza neanche aspettare cosa risponderanno da Palermo, sul prolungamento dell’orario settimanale, il Collegio lancia un monito, che suona come un campanello d’allarme: «il mancato rispetto dei limiti di spesa suindicati – scrivono – oltreché rappresentare comportamento sanzionabile disciplinarmente, determina danno erariale»

E mentre i revisori continuano a lanciare messaggi molto poco subliminali all’amministrazione, il malcontento dei lavoratori torna a serpeggiare tra i corridoi di Palazzo Zanca. Dopo le parole e le promesse, infatti, i precari chiedono i fatti. Il segretario/direttore, Le Donne non nega qualche difficoltà nell’immediato ma assicura che l’obiettivo primario resta la stabilizzazione dei contrattisti, «non a titolo di favore ma perché l’ente ha bisogno di loro».

Danila La Torre