Consuntivo 2013 in attivo … senza i 286 milioni di euro di debiti fuori bilancio

Rientra, in parte, l’allarme sul consuntivo 2013.A quasi una settimana dall’approvazione in giunta, il bilancio di chiusura esercizio è finalmente arrivato sulla scrivania del Collegio de Revisori dei Conti. Ci sono anche gli allegati, ma non tutti quelli previsti dalla legge ci dice al telefono il presidente dei revisori Dario Zaccone: «Mancano ancora documenti importanti e lunedì mattina formalizzerò insieme ai miei colleghi la richiesta di integrazione». Tra gli atti mancanti anche il prospetto informativo sulle partecipate.

Il dato più importante del bilancio consuntivo 2013 – che chiude con un avanzo pari a circa 6,5 milioni di euro – è che non tiene conto dei debiti fuori bilancio, né dei debiti certificati, salvo quelli già riconosciuti dal Consiglio comunale a cui è stato possibile dare copertura finanziaria (circa 8,5 milioni), né dei debiti cosiddetti potenziali, che comprendono anche quelli derivanti dai rapporti con le società partecipate.

I numeri che emergono dalla delibera n.478 del 21 giugno scorso – con cui la giunta Accorinti ha dato via libera al rendiconto – sono a dir poco preoccupanti. In base allo schema sulla situazione dei debiti fuori bilancio, la massa debitoria complessiva di Palazzo Zanca ammonta a 285. 721.796,80 euro, di cui 58.215.858,40 euro fanno parte del «debito esecutivo definitivo» e la restante parte dei «debiti fuori bilancio potenziali»., così suddivisi: 37.485.498,80 euro derivano dal «debito esecutivo non definitivo con provvedimento giudiziale impugnato»; 20.688.269,90 euro provenienti da «decreti ingiuntivi con opposizione pendente». 29 milioni di euro per «giudizi instaurati da Messinambiente contro Ato Comune Messina quale terzo chiamato in causa»; 105.332.179,70 euro quale «Debito Fuori Bilancio Potenziale (giudizi pendenti) copertura 50% 210.664.359,37 euro; 35 milioni di euro quale «Debito Fuori Bilancio potenziale (giudizi pendenti) copertura 25% 140.000.000,00 euro».

Una vera e propria zavorra che viene totalmente ignorata nel consuntivo 2013. Nella delibera approvata in Giunta si chiede al Consilio comunale, cui spetta l’ultima parola sui bilanci semplicemente di «prendere atto in sede di approvazione del rendiconto della gestione per l’esercizio 2013» della situazione debitoria complessiva del Comune.

Del resto, l’assessore al Bilancio nonché vice-sindaco, Guido Signorino, era stato chiaro già una settimana fa, quando annunciando l’approvazione in Giunta del documento economico-finanziario aveva spiegato che «le partite debitorie pregresse risultanti da questo lavoro non incideranno sul bilancio corrente, essendo già considerati all’interno del redigendo piano pluriennale di riequilibrio».

Insomma i debiti di Palazzo Zanca non sono improvvisamente scomparsi, come farebbe sembrare la lettura del consuntivo. Ci sono, sono tanti, ma saranno inseriti nel documento di risanamento con cui il Comune tenterà di accedere al Fondo di Rotazione Nazionale per scongiurare il dissesto Finanziario.

La soluzione individuata dall’amministrazione Accorinti incontra già le prime resistenze da parte di numerosi consiglieri comunali, che non hanno alcuna intenzione di votare a cuor leggero il documento contabile, anche alla luce dell' inchiesta della magistratura sui bilanci comunali risalenti al periodo compreso tra il 2009 ed il 2011.Il primo vero scoglio da superare sarà però il parere dei revisori dei conti, che dovranno dire se l’ “artificio” della giunta è tecnicamente possibile. Intanto, al consuntivo 2013 è allegato il parere del ragioniere generale Antonino Cama, che scrive testualmente «In ordine alla regolarità contabile , si esprime parere favorevole, fermo restando che i debiti fuori bilancio devono trovare copertura con le risorse del piano d riequilibrio, mente le partite finanziarie degli organismi partecipati devono avere copertura finanziaria con le risorse del piano di riequilibrio nei limiti dell’accertata riconoscibilità…».

Danila La Torre