Corsa contro il tempo per seguire i diktat della Corte dei Conti ed allontanare il dissesto

Tra meno di un mese, esattamente il 13 febbraio, il piano di riequilibrio pluriennale – strumento necessario ad accedere al Fondo istituito dal Governo nazionale – dovrà arrivare sulla scrivania del Ministero e della Corte dei Conti, altrimenti per il Comune di Messina sarà default. In questi giorni, a Palazzo Zanca è in atto una vera e propria corsa contro il tempo per redigere il piano secondo le ristrettissime linee guida varate dall’organo di controllo, che dovrà approdare in Consiglio comunale non oltre il 27 gennaio, quando scadrà il termine di 45 giorni previsto dalla delibera di adesione al salva Comuni, votata in Aula lo scorso 13 dicembre.

Senza il piano pluriennale il Comune potrà dire addio ai 50 milioni di euro destinati a Messina e dichiarare dissesto, ma dagli uffici finanziari fanno sapere che lavoreranno sino all’ultimo giorno utile per scongiurare tale eventualità. In attesa di ricevere le direttive dal commissario straordinario, Luigi Croce, il ragioniere generale Ferdinando Coglitore ed il dirigente responsabile al Bilancio, Giovanni Di Leo, hanno trasmesso una nota a tutti i consiglieri comunali, spiegando qual è lo stato attuale delle cose e sollecitando la loro “collaborazione”.

Nel documento, i dirigenti chiariscono innanzitutto che le linee guida adottate dalla Corte dei Conti prevedono parametri stringenti soprattutto per le aziende e partecipazioni comunali. In primo luogo, l’organo di controllo impone la dimostrazione di riequilibrio finanziario pluriennale (bilanci approvati, contratti di servizio, autonomia finanziaria senza perdita); In secondo luogo, l’attestazione dei debiti latenti lodi arbitrali- giudizi pendenti etc) di cui è necessario prevedere nel piano un apposito fondo parametrato all’entità ed a cui è necessario dare copertura finanziaria nel decennio; in terzo luogo, la magistratura contabile ritiene necessario individuare concrete misure correttive di importo tale da compensare gli squilibri strutturali dell’ente.

Ad oggi, come ammettono gli stessi Coglitore e Di Leo nel loro documento, l’unico passo compiuto è stato quello di inviare una nota a tutti i dirigenti comunali per procedere agli adempimenti di propria competenza , sollecitandoli a compilare l’ apposito prospetto, allegato alle linee guida della Corte dei Conti, da restituire entro il 16 gennaio.

Quanto alle competenze dell’Area economico- finanziaria, i due dirigenti informano i consiglieri comunali che è in fase di elaborazione un «prospetto suddiviso per anno e per importi con il quale verrà data dimostrazione delle economie che si verificheranno dal 2013 al 2022, nella spesa del personale, a seguito di circa 700 dipendenti che saranno collocati a riposo per raggiunti limiti di età».

oglitore e Di Leo suggeriscono , infine, ai consiglieri di fare la loro parte, invitandoli ad inviare in «tempi brevissimi» le loro «misure correttive concrete». L’aggettivo utilizzato da Coglitore sembra nascondere un messaggio “subliminale”: evitare proposte inutili, come avvenne nel caso della delibera inviata mesi addietro alla Corte dei Conti, che fu “massacrata” dai magistrati contabili per l’inconsistenza delle misure inserite nell’atto.

Intanto, mentre si lavora intensamente per non perdere il fondo nazionale, a Palazzo Zanca si attendono ancora i 40 milioni di euro stanziati dalla Regione, che arriveranno, visto che l'iter sta proseguendo regolarmente, senza intoppi burocratici, ma non il 15 gennaio come annunciato dal deputato regionale Marcello Greco. (Danila La Torre)