La Corte dei Conti sbarra la strada ai precari: “bocciata” l’integrazione oraria

La Corte dei conti sbarra la strada ai precari di Palazzo Zanca e “boccia” l’integrazione oraria concessa dall’amministrazione Accorinti. Nelle 21 pagine della delibera n.58, con cui la magistratura contabile è tornata a bacchettare il Comune di Messina (vedi articolo a parte), c’è anche un capitolo dedicato alle «spese del personale».

Per i contrattisti di Palazzo Zanca arrivano pessime notizie dalla sezione di controllo della Corte dei Conti, che di fatto avalla la tesi sostenuta dal Collegio dei revisori dei conti e cioè che l’aumento delle ore di lavoro settimanali fa sforare il tetto massimo previsto per le spese del personale.

Il segretario/direttore generale Antonio Le Donne e il ragioniere generale Antonino Cama, presenti all’adunanza pubblica del 14 Aprile in rappresentanza dell’ente, hanno provato a convincere i magistrati contabili della bontà del loro provvedimento, spiegando che «l’evenienza riguarda solo tre mensilità e l’incremento è stato reso necessario per ovviare alle lacune organizzative derivanti dal sottodimensionamento dell’organico, onde potere garantire l’erogazione dei servizi essenziali». Le Donne e Cama hanno, inoltre, aggiunto che tale misura si inserisce nell’ottica della stabilizzazione dei contrattisti, anche in vista delle fuoriuscite di personale che subirà l’ente nei prossimi anni.

Secondo la Corte dei conti, però, non ci sono giustificazioni che tengano di fonte «alla cogenza della norma di rifermento ed all’impossibilità di derogare alla stessa». Anzi, per non lasciare spazio ad interpretazioni, i magistrati contabili scrivono testualmente: «pur tenendo conto delle esigenze organizzative e produttive, le stesse devono essere soddisfatte nel rispetto di una corretta programmazione del personale che non può prescindere dalla coerenza con i vincoli normativi osti a salvaguardia delle finanze pubbliche e di quelli direttamente discendenti dalle regole costituzionali sull’accesso di pubblico impiego».

Oltre ad evidenziare l’errore commesso, la magistratura contabile sollecita il Comune di Messina a rientrare nei ranghi, invitandolo espressamente ad «adottare – nell’ambito della propria autonomia organizzativa – tutte le misure idonee a ricondurre l’importante aggregato di spesa entro i parametri legislativi, anche alla luce della grave situazione finanziaria in cui versa, rispettando le disposizioni vincolistiche e di contenimento dettate dal legislatore».

Per adeguarsi alle prescrizioni della Corte dei Conti, l’amministrazione Accorinti non potrà fare altro “congelare” a 18 o 24 ore, a seconda dei contratti di riferimento, l’orario settimanale dei circa 300 contrattisti di Palazzo Zanca. Destinata, dunque, ad essere revocata in autotutela anche la recente delibera di giunta con cui l’esecutivo di Palazzo Zanca aveva dato il via libera all’integrazione oraria dal 16 al 31 maggio (vedi correlato).

Danila La Torre