Dal bilancio consuntivo 2013 “spariscono” le partecipate. Eppure, la Corte dei Conti…

Il bilancio consuntivo 2013 di Palazzo è già al vaglio del Collegio dei revisori dei Conti, chiamati ad attestarne la regolarità contabile e ad emettere parere obbligatorio ma non vincolante (vedi correlato). In attesa che i revisori si esprimano, continuiamo la nostra analisi del documento – economico finanziario approvato sabato scorso dalla Giunta Accorinti, dal quale emerge il mancato allineamento dei conti del Comune con quelli delle società partecipate. In altre parole, il consuntivo 2013 – esattamente come i bilanci che l’hanno preceduto in quel di Palazzo Zanca – “sorvola” sulle partite finanziare degli organismi partecipati, come se queste non esistessero.

L’esecutivo di Palazzo Zanca si limita, infatti, ad allegare alla delibera n.548 uno schema con i dati rilevati dall’ultimo bilancio consuntivo approvato dalle singole società partecipate. (VEDI IN BASSO)

La spiegazione fornita dall’amministrazione Accorinti è identica a quella fornita per i debiti fuori bilancio: «i risultati finanziari delle aziende e società partecipate devono essere ricompresi nel piano di riequilibrio pluriennale… e riconosciuti… dopo l’approvazione dei bilanci aziendali».

Eppure le indicazioni fornite dalla Corte dei Conti, negli anni scorsi ma anche recentemente, sembrerebbero andare in direzione opposta.

Per non andare troppo indietro nel tempo, basta ricordare le ultime due delibere recapitate dai magistrati contabili della Sezione Controllo di Palermo agli amministratori ed ai consiglieri comunali: la deliberazione n.58 sul rendiconto 2012 e la deliberazione n.68 sulla relazione del I semestre 2013, emesse entrambe dopo l’adunanza del 14 aprile ma notificate al Comune di Messina in momenti diversi.

Ricordando i propri orientamenti in materia, nell’analizzare e scandagliare numeri e cifre del bilancio consuntivo 2012 di Palazzo Zanca – che è stato approvato dalla giunta Accorinti ma riassume in numeri gli ultimi otto mesi dell’amministrazione Buzzanca ed i primi 4 mesi della fase commissariale guidata dall’ex procuratore capo Luigi Croce – la Corte dei Conti, puntualizza nelle premesse che «quanto al contenuto del controllo è, peraltro, espressamente stabilito che ai fini della suddetta verifica le Sezioni della Corte dei Conti accertano altresì che i rendiconti degli enti locali tengano conto anche delle partecipazioni in società controllate…»

Poco più avanti ribadisce che «il contenuto del presente controllo non può prescindere, ora anche per espresso riferimento normativo, dalla refluenza sugli equilibri gestionali e di bilancio, anche futuri, dell’ente derivante dalle partecipazioni dello stesso detenute in organismi e società controllate e alle quali è affidata la gestione dei servizi pubblici per la collettività locale e di servizi strumentali dell’ente».

Così scriveva testualmente, due mesi fa, il magistrato Gioacchino Alessandro, il quale sottolineava, inoltre, la «condizione patologica di precarietà e di assoluta sciatteria che ha reso nulla la governance dell’ente, facendo sfuggire il controllo delle informazioni fondamentali, la percezione degli andamenti gestionali, delle cause dei risultati negativi…».

Il medesimo concetto viene espresso dalla magistratura contabile anche nella deliberazione n.68, allorquando, a proposito dei rapporti tra il Comune e le sue società, viene sottolineato che « l’attuale assetto del sistema di governance delle partecipate si discosta in maniera preoccupante da basilari principi di una sana gestione finanziaria. Gli stessi infatti presuppongono quantomeno la conoscenza dello stato di salute degli organismi partecipati, le valutazioni di convenienza economica e gestionale degli stessi anche in termini costi-benefici, il “ritorno” dei servizi prestati e di adeguatezza degli standard quantitativi e qualitativi prefissati, l’elaborazione e l’attento monitoraggio dei contratti di servizio (che risultano assolutamente inesistenti), la programmazione di adeguati e coerenti piani industriali e di valide prospettive di sostenibilità economico-finanziaria e gestionale, un flusso informativo costante; tutti profili assolutamente carenti, che impongono l’immediato ed urgente adeguamento da parte dell’ente».

L’amministrazione Accorinti ha più volte assicurato – sia per bocca dell’assessore al bilancio e vice-sindaco, Guido Signorino, che per bocca del segretario/direttore generale, Antonio Le Donne, – che la situazione di criticità di Palazzo Zanca sarà definitivamente superata con l’approvazione del Piano di riequilibrio. Piano che, tuttavia, materialmente non c’è ancora; come non ci sono i contratti di servizio con le partecipate né i piani industriali sollecitati dalla Corte dei Conti.

La strada del bilancio consuntivo 2013 sembra tutta in salita, ma – per capire a quale destino andrà incontro – non resta che aspettare il responso tecnico dei revisori dei conti. Come già riportato (vedi correlato) il ragioniere generale, Antonino Cama, ha espresso parere favorevole «in ordine alla regolarità contabile …. fermo restando che i debiti fuori bilancio devono trovare copertura con le risorse del piano d riequilibrio, mentre le partite finanziarie degli organismi partecipati devono avere copertura finanziaria con le risorse del piano di riequilibrio nei limiti dell’accertata riconoscibilità…».

La riconoscibilità dei debiti da parte del Comune avviene mediante approvazione dei bilanci consuntivi delle varie aziende, sui cui deve esprimersi il Consiglio comunale. Tuttavia anche con l' amministrazione Accorinti, la paralisi, su questo fronte, è totale .

A parte l’assenza di tutti i debiti fuori bilancio riconosciuti e delle partecipate c’è un ulteriore elemento che caratterizza il consuntivo 2013: dal conto di bilancio sono stati stralciati crediti inesigibili per 3.995.477,54 euro. Misura questa che incontrerà certamente il favore della Corte dei Conti, particolarmente dura negli anni passati nei confronti del Comune di Messina per aver incluso, nei propri bilanci, crediti ormai caduti in prescrizione.

Danila La Torre

LO SCHEMA su Dati società rilevati all’ultimo bilancio approvato

Messinambiente S.p.a. in liquidazione: quote del Comune di Messina 99,019%; patrimonio netto – 30.128.276 €; perdita di esercizio – 6.953.333 €;

A.M.A.M. S.p.a.: quote del Comune di Messina 100%; patrimonio netto 6.221.598 €; utile di esercizio 402.176 €;

Nettuno S.p.a. in liquidazione: quote del Comune di Messina 40,51%; patrimonio netto –106.767 €; perdita di esercizio –8.428 €;

Tirone S.p.a.: quote del Comune di Messina 30%; patrimonio netto 2.435.880,96 €; utile di esercizio 1.978,47 €;

A.T.O. ME 3 S.p.a. in liquidazione: quote del Comune di Messina 98,34%; patrimonio netto 40.670 €; perdita di esercizio –23.141 €;

Feluca S.p.a. in liquidazione: quote del Comune di Messina 29%; patrimonio netto 790.787 €; perdita di esercizio -13.171 €;

Innovabic S.r.l.: quote del Comune di Messina 33%; patrimonio netto -282.356; perdita di esercizio -342.293 €;

Messina Sviluppo S.p.a. in liquidazione: quote del Comune di Messina 1,68%; patrimonio netto 768.270 €; perdita di esercizio -28.550 €;

Polisportiva Città di Messina S.r.l. in liquidazione: quote del Comune di Messina 100%; patrimonio netto 38.572 €; perdita di esercizio -68.289;

So.Ge.Pat S.r.l. in liquidazione: quote del Comune di Messina 12,25%; patrimonio netto 36.527 €; utile di esercizio 68.361 €;

ATM: quote del Comune di Messina 100%; patrimonio netto -20.794.683 €; perdita di esercizio -328.893 €.

I dati delle società Messinambiente, Amam, Ato Me 3 e il Tirone Spa sono riferiti al progetto di bilancio al 31/12/2012, che ad oggi non risulta approvato

I dati della Polisportiva Messina si riferiscono al bilancio chiuso al 31/12/2010. Non pervenuti i bilanci 2011 e 2012

I dati della Feluca Spa si riferiscono al bilancio chiuso al 31/12/2011. Non pervenuto il bilancio 2012

NOTA DI REDAZIONE: L’ultimo bilancio Atm approvato è quello del 2003