Patto di stabilità: per la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento Protezione Civile, inevitabile lo sforamento, ma…

Il Comune chiede, la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della Protezione Civile, risponde. Oggetto della comunicazione istituzionale: il “patto di stabilità interno – esclusione del saldo valido ai fini del rispetto del patto”. Le notizie che arrivano da Roma sono purtroppo tutt’altro che confortanti e confermano quello che già molti temevano ma pochi, all’interno dell’amministrazione comunale, avevano il coraggio di ammettere: a palazzo Zanca lo sforamento del patto di stabilità è praticamente inevitabile.

E’, infatti, questo in sostanza il senso della comunicazione firmata dal capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che lo scorso 26 marzo ha riposto alla nota n. 1449/21379 del 26/01/2012 inoltrata dal Comune alla Presidenza del Consiglio per sapere «se le spese connesse agli interventi di cui all’OPCM 19 dicembre 2008 n. 3721 finanziati con fondi propri provenienti da mutui precedentemente contratti dal Comune con la Cassa Depositi e Prestiti, possano essere esclusi dai conteggi relativi ai saldi del “patto di stabilità interno”».

Ricordiamo che lo sforamento complessivo dell’Ente ammonta a 27,144 milioni di euro, di cui 23,144 milioni di euro – per stessa ammissione di Buzzanca – sono stati utilizzati per investimenti inerenti il completamento degli svincoli di Giostra. Se però il primo cittadino era convinto che il fine potesse giustificare i mezzi e che, quindi, fosse implicitamente lecito attingere dalle risorse interne pur di fare andare avanti i lavori di un’opera che i messinesi attendono da oltre trent’anni, e confidava nel fatto che quelle somme non sarebbero state conteggiate nel saldo finale del patto di stabilità, la riposta del Capo della Protezione civile mette fine ad ogni speranza.

Nella sua nota, Gabrielli richiama quanto previsto dall’articolo 31, comma 7 della Legge 12 novembre 2011 n 183 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012), in base al quale «nel saldo finanziario in termini di competenza mista, individuato ai sensi del comma 3, rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno, non sono considerate le risorse provenienti dallo Stato e le relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute dalle provincie e dai comuni per l’attuazione delle ordinanze emanate dal Presidente del Consiglio dei Ministri a seguito di dichiarazione dello stato di emergenza. L’esclusione delle spese opera anche se esse sono effettuate in più anni, purché nei limiti complessivi delle medesime risorse e purché relative ad entrate registrate successivamente al 2008».

Gabrielli cita, inoltre, diverse circolari della Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’Economia delle Finanze ed in particolare la circolare n 5 del 14 febbraio 2012 la quale, prevede espressamente che «l’esclusione non si estende ai mutui e ai prestiti contratti dall’Ente locale». Secondo il capo della Protezione civile, «per la fattispecie rappresentata da codesto Ente si ritiene che le spese di che trattasi non possono evidentemente essere escluse stante l’attuale normativa»

«L’esclusione, tra l’altro – continua Gabrielli – non è consentita qualora le spese siano relative ad entrate registrate in anni precedenti al 2009».

Posto che secondo il Dipartimento di Protezione civile, il Comune deve rassegnarsi allo sforamento, Gabrielli, comunque, lascia alla fine uno spiraglio «Ad ogni modo – conclude – atteso che la materia non rientra tra le specifiche competenze dello scrivente Dipartimento si rimette ogni eventuale ed ulteriore determinazione al Ministero dell’Economia delle Finanze al quale la presente, unitamente alla copia della nota in riferimento, è inviata per conoscenza».

In attesa di sapere se e come eventualmente si esprimerà il dicastero chiamato in causa da Gabrielli, ecco a quali rischi andrebbe incontro il Comune di Messina nel caso in cui venisse definitivamente conclamato lo sforamento del patto di stabilità.

In base a quanto previsto dal decreto legge n°149 del 6 settembre 2011, le conseguenze sarebbero le seguenti :

– l’impossibilità per l’Ente di contrarre nuovi mutui ;

-una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l'obiettivo programmatico predeterminato e comunque per un importo non superiore al 3 per cento delle entrate correnti registrate nell'ultimo consuntivo.

-l’impossibilità ad impegnare spese correnti in misura superiore all'importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell'ultimo triennio;

– l’impossibilità per l’ente di ricorrere all'indebitamento per gli investimenti; i mutui e i prestiti obbligazionari posti in essere con istituzioni creditizie o finanziarie per il finanziamento degli investimenti, devono essere corredati da apposita attestazione da cui risulti il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno per l'anno precedente. L'istituto finanziatore o l'intermediario finanziario non può procedere al finanziamento o al collocamento del prestito in assenza della predetta attestazione;

– l’impossibilità a procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione continuata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto. E' fatto altresì divieto agli enti di stipulare contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi della presente disposizione;

– l’obbligo a rideterminare le indennità' di funzione ed i gettoni di presenza indicati nell'articolo 82 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, e successive modificazioni, con una riduzione del 30 per cento rispetto all'ammontare risultante alla data del 30 giugno 2010.

Sulla situazione finanziaria dell'Ente e sull’ormai probabile sforamento del patto di stabilità arriva già una prima "sentenza", quella del consigliere comunale Paolo Saglimbeni, appena rientrato nel Pd dopo aver flirtato col Pdl area Corona, che coglie al volo l'occasione per puntare il dito contro il sindaco Buzzanca e la sua giunta: «abbiamo la certezza – scrive in una nota – del fallimento delle politiche di bilancio dell'amministrazione Buzzanca, con il Consiglio tenuto subdolamente all'oscuro, seppur formalmente competente in materia». L'esponente del partito democratico prende di mira soprattutto il primo cittadino : «il sindaco, confermata la strategia dell'uomo solo al comando – continua nel documento – ha buttato alle ortiche l'ennesima occasione, la più importante, per rilanciare la governance del Comune dando dignità, regolarmente calpestata in questi anni, e riconoscendo il ruolo politico del consiglio comunale nel raggiungimento di un obiettivo, appunto la realizzazione degli svincoli, fondamentale per la nostra città. A questo punto, date le gravissime sanzioni previste dalla violazione del Patto, quali la riduzione dei contributi statali, il taglio del 20% delle spese correnti, il blocco delle assunzioni di ogni tipo, l'impossibilità di contrarre mutui, è opportuno che l'interlocutore del Consiglio sia sempre di più un commissario sia per approvare il consuntivo 2011 che pe redigere il previsionale 2012, inevitabilmente lacrime e sangue, in grado di rispettare il patto di stabilità ed evitare il dissesto finanziario». (Danila La Torre)