Sulla rimodulazione giudizio “sospeso” dei revisori. E c’è il nodo del parametro 6

Inizia nel peggiore dei modi l’iter che dovrà portare in Consiglio comunale la delibera di rimodulazione del Piano di riequilibrio, resasi necessaria per rispondere ai 23 rilievi del Ministero. Il Collegio dei revisori dei conti ha comunicato che non potrà esprimere parere sino a quando non avrà tutta la documentazione a supporto dello schema riepilogativo degli impegni e delle risorse che è stato allegato al provvedimento destinato ad arrivare in Aula.

L’Organo di revisione ha messo per iscritto le sue perplessità ed ha inviato una nota protocollata al sindaco Accorinti, all’assessore al Bilancio Signorino, al ragioniere generale Cama, al segretario/direttore generale Le Donne, alla presidente del Consiglio comunale Barrile, al presidente della Commissione Bilancio Cucinotta e per conoscenza anche al dirigente ministeriale che ha firmato la nota recapitata al Comune di Messina lo scorso 29 dicembre, Giancarlo Verde (vedi correlato).

In premessa, il presidente Dario Zaccone e gli altri due componenti, Federico Basile e Giuseppe Zingales, lamentano di non aver ricevuto – sebbene espressamente richiesta – la documentazione a supporto delle variazioni oggetto della rimodulazione. Un problema non da poco visto che «dalla lettura dello schema riassuntivo è emerso che dall’effetto della rimodulazione, la quasi totalità degli impegni e delle risorse ivi previsti per ogni singolo intervento, azione o misura, risultano diversi da quelli indicati nel Piano originario oggetto di rimodulazione».

I revisori dei conti di palazzo Zanca spiegano, quindi, ai destinatari della loro missiva che l’organo di revisione «non è nelle condizioni di rendere quanto richiesto» e questo «pur comprendendo le difficoltà organizzative dell’Ente, anche a causa della brevità temporale stabilita in connessione all’importanza del punti oggetto di istruttoria».

Passando in rassegna i punti oggetto di istruttoria, i revisori forniscono le proprie considerazioni “parziali” , in base ai dati in loro possesso, affinché «gli Uffici in indirizzo» possano trarre «le conseguenti valutazioni».

Il nodo principale evidenziato da Zaccone, Zingales e Basile , che rischia addirittura di far saltare l’intero piano di riequilibrio, riguarda la determinazione dei parametri di deficitarietà strutturale dell’ente e quella diversa interpretazione del parametro 6, legato alle spese del personale. Secondo i revisori dei conti nelle spese del personale di Palazzo Zanca vanno incluse anche quelle che riguardano i dipendenti delle partecipate, secondo la giunta Accorinti invece no. Entrambe le parti sono sempre rimaste ferme sulle proprie posizioni. La questione però adesso diventa dirimente perché il piano di riequilibrio- come espressamente specificato dal Ministero- deve fare riferimento non al consuntivo 2012 come prevedeva la delibera sul piano di riequilibrio approvato il 2 settembre ma al consuntivo 2013 , che è proprio il documento contabile su cui si è consumato lo scontro “interpretativo” rispetto al parametro 6. La palla è adesso nell’ordine nelle mani dei consiglieri comunali, della Commissione ministeriale ed infine della Corte dei Conti, a cui spetterà il compito di dire qual è l’interpretazione più corretta . Nel caso in cui prevalesse la tesi del Collegio dei revisori, il Comune assumerebbe lo status di ente strutturalmente deficitario, per aver sforato il limite del 38% nel rapporto tra spesa del personale/ entrate correnti, e non potrebbe più aderire alla procedura di riequilibrio.

Altra nota dolente segnalata dai revisori dei conti riguarda i debiti fuori bilancio, che presentano o una «consistente differenza» rispetto a quelli inseriti nella prima versione della manovra finanziaria. Tuttavia, a questo proposito , il Collegio ribadisce di non aver ricevuto la documentazione a supporto e «rinvia le proprie valutazioni allorquando potrà valutare analiticamente la consistenza della massa passiva dichiarata. Per le stesse ragioni- aggiungono Zaccone, Zingales e Basile– potrà esprimersi con riguardo alla bontà delle misure individuate nel piano».

Giudizio sospeso da parte del Collegio dei tre tecnici contabili anche sulla revisione dei residui e Fondo svalutazione crediti. I revisori dicono di attendere l’attestazione del ragioniere generale necessaria per le conseguenti valutazioni .

Il segretario/direttore generale Antonio Le Donne si è impegnato ad inviare al più presto la documentazione richiesta dai revisori, i quali hanno promesso a loro volta «che la valutazione complessiva del piano rimodulato sarà resa nel più breve tempo possibile dopo la consegna, da parte dell’amministrazione, della documentazione neecssaria per le verifiche previste dalla norma». Intorno alle 20 di ieri sera l’amministrazione ha trasmesso una parte della documentazione richiesta.

Intanto, però, i giorni passano e la scadenza del 28 gennaio- data entro la quale la rimodulazione del piano di riequilibrio dovrà essere inviata a Roma – è dietro l’angolo. La presidente Emilia Barrile ha già convocato per mercoledì alle 12 la seduta del Consiglio comunale, oggi e domani si terranno due sedute straordinarie della Commissione bilancio, in cui si delineeranno anche le posizioni di singoli gruppi consiliari. A mettere pressione all’amministrazione comunale ci ha già pensato il gruppo dei Dr, che – attraverso la capogruppo Elvira Amata – definisce la delibera di rimodulazione del piano di riequilibrio «un atto oltremodo lacunoso, non fosse altro che a fronte delle "23 Criticità" sollevate dal Ministero dell'Interno, con la richiesta di chiarimenti rivolta all'Ente e finalizzata all'istruttoria del Piano di Riequilibrio, non viene data alcuna puntuale ed analitica risposta».

La consigliera spiega ancora, nel comunicato, che «nel corpo della sopraccennata Delibera si fa riferimento ad atti, richieste, risposte e aggiornamenti di informazione comunicati dai Dipartimenti e dagli altri Enti e soggetti interessati che mai sono entrati nella disponibilità del Consiglio Comunale».

All’amministrazione Accorinti rimane pochissimo tempo per convincere i consiglieri comunali a non tirarsi indietro proprio adesso e a votare la delibera di rimodulazione del piano. Come pubblicamente dichiarato nei giorni scorsi, Signorino e Le Donne sono convinti che il Piano di riequilibrio servirà a rilanciare l’economia cittadina (vedi correlati).

Danila La Torre