Rinegoziazione mutui, Cannizzaro: «Vantaggiosa per l’ente»

La rinegoziazione dei muti è vantaggiosa per il Comune di Messina. Ne è certo Giuseppe Cannizzaro, consulente finanziario ed esperto del Sindaco per le problematiche finanziarie, che ha seguito da vicino la vicenda, collaborando con l’assessore Signorino. Cannizzaro non condivide i rilevi mossi dalla Corte dei conti sul percorso intrapreso dall’amministrazione Accorinti (vedi qui). Con una nota , l’esperto di palazzo Zanca confuta la tesi della magistratura contabile e spiega perché la rinegoziazione dei mutui è stata una scelta obbligata che non porterà ad alcun aggravio per le casse comunali.

«Apprendo dal vostro giornale- scrive Cannizzaro – che, tra i recenti rilievi mossi dalla Corte dei Conti nei confronti dell’amministrazione comunale, viene negativamente evidenziata l’operazione di rinegoziazione dei mutui con Cassa Depositi e Prestiti avvenuta a dicembre 2014. Secondo i magistrati contabili “la rinegoziazione genera una traslazione del costo nominale pari a 37,5 milioni di euro negli ultimi 10 anni (a partire al 2035 fino al 2044), con innegabile appesantimento dei futuri bilanci a fronte di un alleggerimento immediato solo in termini di liquidità”. Premetto che conosco molto bene la vicenda avendo collaborato con l'assessore al Bilancio di allora (Guido Signorino) nell'analisi della convenienza economica , anche presentandone personalmente i contenuti in commissione bilancio e in consiglio comunale. E devo dire che trovo sorprendenti le espressioni della corte dei conti che ritengo di poter definire imprecise e approssimative».

Il consulente finanziario entra dunque nel merito della questione. «Quando si parla di cifre il cui pagamento è differito nel tempo, fare riferimento a valori nominali e non reali, è fuorviante. Segnatamente se si tratta di Milioni di Euro e di periodi nell’ordine di 25/30 anni. E proprio in riferimento a cifre reali e non nominali, è il caso di chiarire che le operazioni sono state effettuate in condizioni di “equivalenza finanziaria”, ovvero senza alcun aumento reale del costo complessivo. Per intenderci, se dovrò pagare 100 euro domani o tra 25/30anni, è vero che nominalmente si tratta sempre 100 euro ma ,realmente, devono essere “scontate” in funzione al numero di anni considerati»

«In condizioni di insostenibilità del debito, come quella in cui nel 2014 il Comune drammaticamente versava, o smetti di pagare (e fallisci) o rendi il suo ammortamento sostenibile. In tal senso – evidenzia ancora Cannizzaro – spalmare in un maggior numero di anni, al fine di poter effettuare quei necessari interventi di carattere strutturale utili proprio alle future generazioni, è una scelta obbligata, direi da manuale”.

«La relativa delibera approvata dal consiglio comunale ha espressamente previsto che i risparmi previsti nei primi anni sarebbero stati obbligatoriamente destinati ad investimenti e non assorbiti dalle spese correnti. E gli investimenti, per definizione, sono finalizzati a produrre risultati futuri a fronte di costi iniziali. Il risultato complessivo, dunque, mirava- evidentemente – conclude l’esperto del sindaco non soltanto alla equivalenza bensì alla convenienza finanziaria, proprio a beneficio dei futuri bilanci e in netta contrapposizione con le affermazioni della Corte dei Conti, oggettivamente non condivisibili».