Stop alla rinegoziazione dei mutui, Signorino: «Il Consiglio comunale ha commesso un errore»

L’assessore al bilancio e vice-sindaco Guido Signorino ha provato a difendere con le unghie e con i denti la delibera sulla rimodulazione dei mutui, ma il consiglio comunale (in aula presenti solo 21 consiglieri su 40!) ha respinto la proposta (vedi correlato) .

Il giorno dopo la bocciatura del provvedimento, il vice di Accorinti si mostra visibilmente amareggiato per quella che considera una occasione sprecata, per la città e non per l’amministrazione, che avrebbe consentito al Comune di Messina di rinegoziare 39 mutui; estinguerne di vecchi, alcuni dei quali con tasso di interesse al 6%; e destinare agli investimenti il 50% delle risorse che si sarebbero potute “accantonare” nel decennio 2014- 2024 (vedi correlato).

In Aula, infatti, l’assessore Signorino aveva cercato di far capire che quella delibera aveva una duplice potenzialità, in quanto da un lato avrebbe permesso di chiudere mutui pesanti per l’ente, costretto a sostenere un forte indebitamento, che sarebbe quindi potuto diminuire; dall’altro avrebbe permesso di investire e farlo nella misura dei mutui estinti come prevede adesso la legge per i Comuni in pre-dissesto.

Secondo il vice-sindaco, se la delibera sulla rimodulazione dei mutui fosse stata approvata sarebbe tornata utile anche nel caso di dissesto, perché «avrebbe garantito un minimo annuo di quota di investimento», possibilità che adesso è stata invece totalmente inibita.

Il commento post- votazione di Signorino non poteva quindi che essere critico nei confronti dei consiglieri. «Il Consiglio comunale ha fatto una stupidaggine, anzi ha commesso un errore» si è corretto subito per non sembrare eccessivamente irrispettoso. L’assessore al bilancio attribuisce lo stop alla delibera da parte di alcuni consiglieri anche come conseguenza della «paura della Corte dei Conti», che da anni “sorveglia” con grande scrupolo e costanti richiami l’operato degli amministratori di Palazzo Zanca, non risparmiando dai rimbrotti anche i rappresentanti del Consiglio Comunale.

In realtà, però, molti dei consiglieri comunali che hanno detto no al provvedimento non hanno avuto paura ad ammettere che si è trattato soprattutto di una motivazione "politica", legata all’assenza di un accordo preciso tra giunta e consiglieri sugli investimenti da fare con quel “tesoretto” da 9 milioni di euro che si sarebbe potuto mettere da parte nei prossimi 10 anni. Se infatti, l’amministrazione Accorinti dava per scontato che quelle risorse avrebbero potuto essere utilizzate soprattutto per rendere più concreto e sostenibile il Piano decennale di Riequilibrio, dirottando quei soldi “extra” nei piani di investimento già inseriti nel documento di risanamento , alcuni consiglieri avrebbero voluto “orientare” l’utilizzo delle somme ad interventi a loro più “congeniali” ed avere un peso preciso sulle decisioni finali. L’assessore Signorino aveva cercato di spiegare in Aula che questo ragionamento si sarebbe potuto fare anche successivamente, ma i consiglieri avrebbero voluto sedersi prima al tavolo della “concertazione.”

Restando a parlare di aspetti politici, durante la votazione sulla delibera mutui , non è passata inosservata l’assenza in Aula di chi ha spesso fatto da stampella all’amministrazione Accorini ed ha approvato delibere importanti. Al momento del voto mancava, infatti, in massa l’Udc. «E’ solo una coincidenza, avevamo tutti impegni familiari e personali» spiega il capogruppo Mario Rizzo; assente anche Forza Italia, il capogruppo Pippo Trischitta si giustifica :«avevo un impegno e sono arrivato tardi» . La seduta del Consiglio dedicata alla rimodulazione dei mutui ha poi fatto emergere la spaccatura dei Dr sulle questioni finanziarie , anche se la capogruppo Elvira Amata assicura: «c’è una linea unica», che però non si è vista né in questa occasione né nel Piano di riequilibrio, vedremo sul consuntivo 2013 e sul previsionale 2014. Hanno votato in maniera disunita anche il Pd ed i gruppi collegati, ma la vera notizia non è questa quanto piuttosto che i genovesiani dell’Aula hanno dato via libera al provvedimento, sebbene alcuni di loro avessero bocciato il piano di riequilibro (vedi Russo e Contestabile).

La delibera sulla rimodulazione dei mutui ha quindi in un certo senso stravolto un assetto sino ad oggi ben delineato, soprattutto nelle votazioni di atti destinati ad incidere sulla vita finanziaria dell’ente, con l’Udc ( tranne Gioveni) sempre pronto a tendere una mano (anche due) all’amministrazione, così come buona parte dei Dr ( con l’eccezione di Interdonato e Carreri, non sempre “allineati” con i colleghi). Nell’ultimo periodo, all’Udc e ai Dr si erano anche affiancati i tre consiglieri di Forza Italia (Trischitta Crifò e Parisi), che però questa volta hanno fatto mancare i loro voti.

Il fronte a “supporto” di Accorinti si è definitivamente spaccato o è solo un incidente di percorso? Il primo vero banco di prova sarà il consuntivo 2013, in questo momento sotto la lente di ingrandimento della commissione bilancio,riunitasi ieri mattina in seduta straordinaria alla presenza del Collegio dei revisori dei conti, che hanno dato spiegazioni in merito alla relazione allegata alla versione bis del documento contabile, che si conclude con parere favorevole. Anche oggi nuova seduta straordinaria per continuare ad approfondire tutti i numeri del rendiconto. Il Consiglio comunale è già stato formalmente diffidato dal commissario ad acta Garofalo ed entro il 15 dicembre dovrà obbligatoriamente votare il consuntivo 2013.

Danila La Torre