Tolto il tappeto rosso riemergono le criticità, in primis finanziarie. E l’Udc fa i “capricci”

Finite le celebrazioni per il 60esimo anniversario della Conferenza di Messina, Palazzo Zanca torna alla sua routine. E la quotidianità della casa comunale è fatta soprattutto di problemi ed emergenze da affrontare, per qualche giorno nascosti sotto il nuovissimo e lunghissimo tappeto rosso. In primo piano c’è sempre il nodo finanziario: da una parte, il Comune attende con trepidazione che il Ministero si esprima sul piano di riequilibrio e passi la palla alla Corte dei Conti, a cui spetterà l’ultima parola; dall’altra, il Consiglio comunale resta in attesa che la giunta Accorinti “partorisca” il bilancio consuntivo 2014, i cui termini di legge sono scaduti lo scorso 30 aprile, ed il bilancio di previsione 2015, i cui termini sono invece stati prorogati dal Ministero dell’Interno al 30 luglio.

Il rendiconto 2014 non c’è ancora materialmente ma la sua “fama” lo precede, visto che l’assessore al bilancio nonché vice-sindaco, Guido Signorino (nella foto in basso), non perde occasione per descrivere i piccoli, grandi miracoli compiuti dall’amministrazione Accorinti nella gestione di cassa durante il 2014 ed anticipare i “connotati” del documento contabile di chiusura esercizio, che una volta esitato dalla giunta dovrà passare dall’Aula consiliare per la definitiva approvazione.

Il vice-sindaco fa sapere che «il bilancio 2014 offre un ampio margine di “sicurezza” in termini di stabilità strutturale dell’Ente, con otto parametri rispettati su 9 applicabili, e (a differenza degli anni 2011 e 2012 e in linea col consuntivo 2013) rispetta il patto di stabilità. Il ricorso all’anticipazione di tesoreria, nel 2014, si è ridotto di 50 milioni, determinando un risparmio in conto interessi di 200.000 Euro e la tendenza sembra consolidarsi nel primo quadrimestre 2015».

Durante il convegno organizzato alla Chiesa sconsacrata di Santa Maria Alemanna dall’associazione politica Indietrononsitorna”, il vice di Accorinti ha inoltre preannunciato che il consuntivo 2014 chiuderà con un avanzo a 7 zeri, che dovrebbe aggirarsi intorno a 15milioni di euro.

Aspetti contabili a parte, il rendiconto giocherà un ruolo importante anche a livello politico: da qualche settimana, la maggioranza bulgara (composta da Udc, Dr, Ncd, Fi e pezzi del Pd) che in questi due anni ha sostenuto, a suon di voti, tutti gli atti di natura finanziaria proposti dalla giunta Accorinti ha iniziato a vacillare, soprattutto per via di un’insolita irrequietezza dimostrata dal gruppo consiliare dell’Udc. Il partito di centro- che più degli altri gruppi consiliari ha fatto da stampella all’amministrazione attiva – ha lanciato negli ultimi giorni segnali di rottura. L’ultimo in occasione della votazione del presidente della commissione bilancio: il consigliere Dr, Carlo Abbate, è stato infatti eletto senza i voti dei centristi, che hanno deciso di uscire dall’aula al momento del voto e con quel gesto hanno voluto probabilmente annunciare ai colleghi anche l’uscita da quella coalizione di ferro che sino ad oggi non ha mai fatto mancare il proprio appoggio alla giunta Accorinti.

Alla fine della seduta della commissione bilancio in cui è stato eletto presidente Abbate, la consigliera Udc, Mariella Perrone, ha esclamato: «E adesso che si votino i bilanci con il partito democratico».

I voti del Pd sono stati, infatti, decisivi per eleggere il successore del dimissionario Nicola Cucinotta succeduto a sua volta al dimissionario, Franco Mondello, ma il partito democratico resta dilaniato dalle divisioni interne e non può certo offrire una solida garanzia, in termini di consenso in aula consiliare, alla giunta Accorinti, che si troverebbe con una bella gatta da pelare se l’Udc mantesse la linea dura e le togliesse quel fortino di cinque/sei voti sicuri che non le ha mai negato in questi due anni.

L’atteggiamento del gruppo consiliare Udc è completamente cambiato dopo l’uscita pubblica del leader locale, Gianpiero D’Alia, che nell’intervista rilasciata a Tempostretto, ha bocciato sonoramente l’operato della Giunta Accorinti , prendendone totalmente le distanze.

Se quello dell’Udc è l’inizio di un reale distacco dall’amministrazione o solo un momentaneo “raffredamento” nei rapporti , per allontanare le voci sempre più insistenti sull’inciucio pre o post elezioni amministrative – lo scopriremo al primo banco di prova: l’approvazione del bilancio consuntivo 2014.

Ecco perché questo documento diventa fondamentale, al di là degli aspetti contabili. Sul rendiconto è possibile emerga la necessità di una nuova maggioranza d’aula, senza l’Udc ma con l’ingresso ufficiale di quei consiglieri del partito democratico che ad oggi hanno fatto il bello ed il cattivo tempo a seconda delle esigenze numeriche del momento, approvando cioè gli atti dell’ amministrazione quando il loro voto serviva a spostare l’ago della bilancia.

A Palazzo Zanca, l’estate si preannuncia rovente, a meno che non arrivi improvvisa da Ministero e Corte dei Conti una doccia fredda, terribile da sopportare o rigenerante a seconda dei punti di vista.

Danila La Torre