Se le unioni civili dividono, i bilanci uniscono Giunta e Consiglio comunale

Dissesto sì o dissesto no? Il Comune di Messina si trova ad un bivio ed i prossimi giorni saranno decisivi per conoscere il futuro dell’ente. Dopo la “bocciatura” del bilancio consuntivo 2013 da parte dei revisori dei conti, l’amministrazione comunale si è messa già al lavoro per apportare i correttivi richiesti dall’organo di revisione, anche se adesso, per tutti, a Palazzo Zanca, la priorità delle priorità è il Piano decennale di riequilibrio, che dovrà essere approvato dal Consiglio Comunale entro mercoledì 3 settembre.

“Archiviato” il consuntivo 2013, anche il Collegio dei revisori dei conti si è buttato a capofitto nell’analisi e verifica contabile della manovra finanziaria, alla quale dovrà allegare una relazione di accompagnamento. Il presidente Dario Zaccone e gli altri due componenti del Collegio, Federico Basile e Giuseppe Zingales contano di consegnare il parere, obbligatorio ma non vincolante, entro sabato. Lunedì sera tornerà a riunirsi il Consiglio comunale ma in conferenza dei capigruppo è stato deciso di proseguire la normale attività deliberativa, riprendendo i lavori con la votazione della delibera rimasta in stand-by sull’incremento degli stalli nel mercato rionale di Villaggio Aldisio. Del resto, la commissione bilancio ha calendarizzato una serie di incontri ed audizioni che andranno avanti sino martedì 2 settembre. E’,dunque , quasi scontato che il Piano di riequilibrio vada in Aula martedì sera o addirittura mercoledì, cioè l’ultimo giorno utile. Come ormai prassi in quel di Palazzo Zanca, tanto nell’era “pre-Accorinti” come in quella Accorinti.

Ed in effetti le differenze tra il passato ed il presente sembrano davvero poche in ambito finanziario. L’entusiasmo mostrato dall’assessore al bilancio e vice-sindaco Guido Signorino nell’annunciare la chiusura in attivo del bilancio consuntivo 2013 e l’avvio di un percorso di risanamento del Comune (vedi correlato) ricorda tanto l’entusiasmo del suo predecessore, Orazio Miloro, quando sbandierava il taglio dei costi delle bollette telefoniche di Palazzo Zanca come un provvedimento chiave per ridurre gli sprechi di palazzo ed iniziare un percorso virtuoso dell’ente . Per Signorino e per l’intera giunta Accorinti è, invece, il taglio alle spese di rappresentanza la medaglietta da mettersi al petto. Peccato che per coprire la voragine nei conti del Comune non bastano proclami vuoti ,destinati inevitabilmente a scontrarsi con il peso dei numeri. E a fare la differenza non erano certo le bollette telefoniche durante l’amministrazione Buzzanca e non possono essere neanche le spese di rappresentanza.

Le criticità riscontrate nel bilancio consuntivo 2013 sono tutt’altro che “soft” (vedi correlati)e soprattutto dimostrano che questa amministrazione – esattamente come quelle che l’hanno preceduta – punta più sull’apparenza che sulla sostanza dei numeri. Meglio un bilancio al “photoshop” che al naturale, meglio apparire sani e stabili che esserlo davvero. L’operazione verità e la trasparenza sui conti sono rimaste promesse da campagna elettorale, a tal punto che sul fronte finanziario i maggiori oppositori la giunta Accorinti ce li ha in casa. I consiglieri comunali di “Cambiamo Messina dal Basso”, con in testa Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, guardano con sospetto all’azione politico-amministrativa di Signorino e annunciano battaglia in Aula sia sul consuntivo che sul piano di riequilibrio. Per loro, che credono davvero in un cambiamento dal basso, non possono essere i cittadini a pagare gli errori della politica, vecchia e nuova.

Per fortuna dell’amministrazione Accorinti , il Consiglio comunale è composto da 40 consiglieri e nelle ultime settimane in Aula si è formata una maggioranza di ferro, composta da Pd, Udc, Fi, e Dr. La cronaca dell’ultimo anno ci dice che questi partiti sono pronti a impallinare tutti i provvedimenti presentati dalla giunta Accorinti, dall’isola pedonale alle unioni civili , tranne quelli di natura finanziaria, su cui i consiglieri si giocano la loro stessa poltrona. Dopo la stroncatura del consuntivo 2013, solo il Gruppo Consiliare dei DPR ha criticato l’operato della giunta, sottolineando, in un comunicato, – che «il documento prodotto dai Revisori ha messo a nudo la enorme difficoltà gestionale ed amministrativa sia della macchina amministrativa che di quella burocratica, così come disegnata da questa amministrazione». Dagli altri partiti un silenzio tombale, anzi da parte di molti consiglieri è persino arrivata la piena disponibilità a sedersi attorno ad un tavolo e decidere insieme gli step per la rimodulazione del consuntivo 2013, anche per non essere costretti a bocciare in Aula il documento contabile. Proprio oggi, i consiglieri che compongono l’ufficio di presidenza della Commissione Bilancio (Nicola Cucinotta del Pd e Pippo Trischitta di Forza Italia, in forse la presenza di Carlo Abbate dei Dr) il vice-sindaco Signorino ed i revisori dei Conti si riuniranno per concordare come sciogliere il nodo delle 13 criticità.

Insomma, se le unioni civili dividono Giunta e Consiglio, causando fratture insanabili, i bilanci comunali uniscono. Cosa può l’amore di fronte agli interessi?

Danila La Torre