Una Tari da 44,1 milioni per questo 2016, cala il costo dei rifiuti. Parte il tour de force

Dai 45,4 milioni di euro dell’anno scorso ai 44,1 milioni di questo 2016. Ecco quanto costerà la Tari di quest’anno ai messinesi. Ecco quanto costerà la spazzatura di quest’anno ai messinesi. La batosta è pronta ad arrivare, ma prima sarà l’aula a dover fare i conti, letteralmente, con un piano tariffario che ogni anno ha scatenato polemiche, dubbi, scontri politici. Perché il ritornello sarà sempre lo stesso: bisogna votarla per senso di responsabilità, perché senza queste entrate il Comune non potrebbe più coprire i costi dell’intero ciclo dei rifiuti che dall’introduzione della Tares nel 2013 sono tutti sulle spalle dei cittadini, perché non ci sarebbero più gli stipendi per Messinambiente e Ato3, perché cadrebbe il piano di riequilibrio. E i consiglieri, loro malgrado, saranno anche etichettati anche come corresponsabili di un costo ancora troppo alto, nonostante anche quest’anno la delibera arriverà in aula all’ultimissimo momento, non avranno il tempo di poter studiare i numeri del piano finanziario dei rifiuti perché è stato confezionato in ritardo, forse potranno a stento provare a capire a quanto ammonterà il tributo per famiglie e commercianti.

Il piano tariffario si deve approvare entro il 30 aprile, cioè domani, così come le modifiche al regolamento Iuc che hanno trovato il via libera ieri in aula. Il consiglio si riunirà domattina e si preannuncia un lunghissimo sabato di lavoro tra gli scranni di Palazzo Zanca. Il documento è stato esitato dalla giunta Accorinti ieri sera e il dato fondamentale è quel numero che racconta che a Messina la spazzatura continua a costare troppo. La notizia positiva è che rispetto allo scorso anno ci sarà un risparmio di 1,3 milioni di euro, ma bisogna ricordare anche che proprio l’anno scorso la Tari schizzò alle stelle per quelle somme che non erano state inserite e che solo lo studio delle carte in aula aveva fatto scoprire. Somme che si sarebbero trasformate in nuovi debiti prodotti da Messinambiente.

Quest’anno invece i numeri dicono che i messinesi potrebbero trovare un leggero risparmio rispetto a quanto hanno sborsato nel 2015. Tutto questo però a fronte di un servizio che non è minimamente migliorato, con emergenze continue, compresa quella di questi giorni, con Messinambiente e Ato3 sempre in liquidazione ma ancora ferme lì a gestire il ciclo dei rifiuti, con un progetto di Multiservizi che ancora non decolla, con un progetto di porta a porta che non può partire perché Messinambiente non può pagare le spese per mettere in strada i nuovi mezzi acquistati.

Per approdare in aula la delibera attende un parere dei revisori dei conti che dovrebbe giungere in giornata, quindi domani sarà pronta per varcare la soglia dell’aula consiliare. La settimana intensa di Palazzo Zanca si potrebbe dunque chiudere con l’approvazione della Tari 2016, tutto questo ovviamente mentre manca ancora il bilancio di previsione 2015. Con le modifiche al regolamento votate ieri, la Tari 2016 sarà in tre rate (30 luglio, 30 settembre, 10 dicembre), di cui due acconti calcolati sull’imposta dell’anno precedente e un rata a saldo che terrà conto delle singole situazioni in base al nuovo piano tariffario. Modifiche che aiuteranno il dipartimento Tributi a gestire meglio il carico di lavoro e che darebbero al Comune la liquidità necessaria per coprire mese per mese le spese per i servizi di gestione rifiuti senza ricorrere a continue anticipazioni di cassa. Se il servizio non verrà svolto però i cittadini non potranno più chiedere l’abbattimento dell’80% del tributo. O meglio, potranno farlo solo se si supereranno 30 giorni di mancata raccolta e sarà accertata l’emergenza sanitaria. Ma si può facilmente intuire che se davvero per 30 giorni non si raccogliesse la spazzatura la città sarebbe in ginocchio. E dunque, come anche è stato detto in questi giorni alcuni consiglieri in aula, Nina Lo Presti in testa, l’amministrazione Accorinti ha confezionato una modifica che di fatto limita un diritto dei cittadini perché si basa su scenari impossibili.

Francesca Stornante