Sul caso dell’ex 007 scoppia la guerra tra Crocetta e Vullo. E Ciacio si dimette

Il caso dell’ex 007 chiamato dal dg Vullo quale consulente in materia di polizia giudiziaria al Papardo è esploso come un ordigno, e nelle 24 ore successive alla presentazione di un’interrogazione da parte dei deputati Musumeci, Formica e Ioppolo è successo di tutto: le dimissioni di Ciacio, le dichiarazioni di fuoco di Crocetta da Bruxelles la richiesta di atti predisposta dall’assessore Borsellino e la controreplica di Vullo che difende a spada tratta la delibera “incriminata”. La giornata si è quindi conclusa con la sfida Crocetta-Vullo che è solo alla prima puntata.

Andiamo per ordine. Il governatore, appresa la vicenda Ciacio (vedi articolo allegato) attraverso un’interrogazione al fulmicotone con la quale i tre deputati regionali ricordavano a Crocetta le sue battaglie per la trasparenza, ha trasmesso da Bruxelles un comunicato dai toni durissimi nei confronti della procedura adottata da Vullo.

"In merito alla vicenda della nomina di Vincenzo Ciacio nel comunicare che tale nomina non è stata né concordata né comunicata al governo, il presidente stigmatizza il fatto che il manager Michele Vullo, non abbia verificato o abbia ignorato precedenti condanne penali subite dallo stesso Ciacio e proceduto con disinvoltura a tale nomina. Il presidente comunica che già in data odierna l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino, ha fatto una richiesta di acquisizione atti relativi a tale nomina e che se ci dovessero essere responsabilità procedurali nella nomina, riconducibili ai vertici dell'azienda, si procederà in modo tempestivo e rigoroso nei confronti di coloro che nel nominare un responsabile anticorruzione non abbiano rispettato le stesse normative anticorruzione".

L’assessore regionale alla salute, secondo quanto dichiarato da Crocetta, ha quindi già richiesto l’acquisizione degli atti che hanno portato all’incarico a titolo gratuito con l’obiettivo di fare chiarezza soprattutto su quella che il governatore definisce “disinvoltura” da parte di Vullo nel procedere con la nomina di Ciacio.

Ma il dg del Papardo, da Messina replica a Bruxelles difendendo a spada tratta la sua delibera e l’ex 007 in pensione, lanciando anzi “il guanto della sfida” al governatore che pochi mesi fa lo ha portato su quella poltrona in quota Cracolici (Pd).

“In altri tempi- scrive Vullo-, qualcuno gli avrebbe ricordato che chi non fa l'inchiesta non ha diritto di parola. Nel caso in specie, nulla di quanto contenuto nella sua nota corrisponde alla realtà fattuale di quando accaduto: -il dr. Ciacio non è stato inserito in nessun gruppo anticorruzione; –il sottoscritto era a conoscenza dell'episodio accaduto durante una operazione "coperta"; -il dr. Ciacio è stato reintegrato in polizia ed ha finito la sua carriera come Comandante della stazione di Polizia di Sant'Agata di Militello; -il collega coinvolto insieme al dr. Ciacio nella vicenda del patteggiamento, attualmente, è impegnato nella lotta antimafia a Reggio Calabria.

Infine, non è mia abitudine prendere ordini da chicchessia e mi assumo l'intera responsabilità di aver richiesto al dr. Ciacio di definirmi, a titolo gratuito, un piano di video sorveglianza, dopo gli oltre 40 furti subiti dall'azienda. Continuerò nel mio impegno per la legalità che ha caratterizzato l'intera mia esistenza. Spero che altri possano dire lo stesso”.

La nota non ha fatto fare i salti di gioia a Crocetta, che non ha gradito l’essere stato definito “chicchessia” proprio da chi si trova a dirigere un’azienda sanitaria grazie anche al governatore (esattamente come tutti gli altri dirigenti nominati nei mesi scorsi ai vertici delle aziende nella sanità con una procedura, peraltro, ampiamente contestata anche al Tar),e nelle prossime ore la vicenda sarà al centro di un vertice convocato a Palermo per chiarire tutti gli aspetti.

Dunque Vullo sottolinea che l’esigenza di chiamare uno 007 da Alcamo è legata al fatto che al Papardo si sono verificati ben 40 furti , una situazione tale da richiedere un immediato rimedio con un impianto di video sorveglianza. Stando alle ultime decisioni del dg il nosocomio si è trasformato nel Bronx, al punto da costringerlo a non limitarsi, come si faceva in passato a nominare un solo responsabile alla trasparenza ed alla lotta alla corruzione Carmelo Alma, ma addirittura ad affiancargli altri tre componenti, Emanuela Maria Ricciardi, Vincenzo Russo e Tiziana Scimone ( creando una sorta di task force con 4 elementi) , e poiché anche questo non bastava, si è reso necessario pure l’incarico a titolo gratuito per l’ex ispettore di polizia giudiziaria. Se ci aggiungiamo che nei mesi scorsi sempre Vullo ha dichiarato che il pronto soccorso del Piemonte è “pericoloso per i pazienti”, da cittadini dovremmo iniziare ad avere paura a mettere piede in un ospedale.

Mentre Crocetta e Vullo si sfidavano a suon di comunicati stampa lo 007 presentava la lettera di dimissioni.

“E’con grande rammarico che leggo da due giorni nella prima pagina di un notiziario on line locale un feroce attacco nei suoi confronti a seguito dell’adozione della delibera n°303 con la quale ha accolto la mia disponibilità volontaria e a titolo gratuito, senza nessun rimborso spese, a collaborare con la Direzione Generale per quanto rientrante nell’ambito della Polizia Giudiziaria. Il mio obbligo morale di far chiarezza sull’episodio della mia carriera macabramente riesumato, prima di tutto è rivolto nei suoi confronti. Non posso entrare in merito all’episodio in quanto rientra nell’ambito dell’attività riservata di servizio, ma posso rappresentare che con Decreto del Capo della Polizia nel 2006 considerando che il sottoscritto “si è sempre distinto per le attività professionali nonché per gli ottimi successi investigativi, sono stato reintegrato in servizio”. Ciacio ricorda poi come abbia continuato a svolgere la sua attività e sia andato in pensione volontariamente nel 2011, a 54 anni.

“Il polverone sollevato sulla compatibilità a rivestire incarichi a chi ha precedenti di patteggiamento, che giuridicamente non è considerato ammissione di colpa è pienamente contemplato dalla legge Severino, ma il mio grande senso di rispetto nei suoi confronti mi spinge a proporre le dimissioni, perché non voglio rappresentare strumento di quel feroce attacco da parte di svariate componenti sociali che cercano di distoglierla dall’azione cristallina di perseguimento della legalità, trasparenza e rigore nella gestione dell’azienda”. L’ex 007 si fa quindi da parte per non essere utilizzato, così scrive, come “grimaldello” per attaccare di Vullo, al centro da diversi mesi della contestazione di Cisl e Uil e di una parte della deputazione regionale. Il messaggio finale è quindi rivolto a chi intralcia l’azione cristallina: “una certezza mi rimane, tutti coloro che cercano di contrastare Lei sono tutti coloro che non vogliono che si faccia chiarezza, trasparenza e legalità all’interno del Papardo-Piemonte”.

Non sappiamo cosa intenda fare il direttore generale a proposito delle dimissioni di Ciacio, se respingerle o meno, quel che sappiamo è che lo scontro tra Vullo e Crocetta è solo alla prima puntata e che finirà inevitabilmente con l’intrecciarsi con il disegno di smantellamento del Piemonte e con l’intera vicenda del Piano di riordino della rete ospedaliera siciliana. Questi mesi per il dg non sono stati per nulla sereni, sin da agosto, quando è scoppiato il caso dei punti nascita, la “madre di tutte le polemiche successive”, una sorta di cavallo di Troia per il successivo progetto di dismissione del Piemonte.

In ultimo una considerazione su quello che Ciacio nella lettera di dimissioni definisce “feroci attacchi al Direttore generale del Papardo da parte di una testata on line locale”. Tempostretto non fa feroci attacchi a nessuno, si limita a dare le notizie (quindi nessuna "riesumazione macabra" di fatti avvenuti pochi anni fa) e ad informare i cittadini su quanto accade. E’ il nostro mestiere.

Rosaria Brancato