La miracolosa guarigione dell’approdo dal morbo di Penelope e l’effetto Butterfly

Qualcosa di miracoloso sta per accadere, un evento che ha di straordinario, o, per dirla alla Accorinti di “epocale”. Sembra, pare, si dice, si vocifera, che l’incantesimo che ha colpito il secondo attracco di Tremestieri sia stato sconfitto e che nei prossimi giorni, tra squilli di tromba, telecamere, discorsi solenni ed un nastro impermeabile, i lavori ultimati saranno consegnati dopo soli tre anni e tre mesi. L’evento epocale consentirà, almeno fino a quando l’invasatura non sarà oggetto di un altro rito voodoo, di smaltire tutto il transito pesante a Tremestieri, liberando il Boccetta, il viale della Libertà e il centro dalla schiavitù al gommato.

Certo, alla luce di quanto accaduto in questi anni è evidente che l’approdo a sud è nato sotto una cattiva una stella, è un po’ il “paperino dei mari”, perché non gliene va bene una sin dal giorno dell’inaugurazione, come se una nuvola nera gli impedisse di assolvere il compito per il quale è stato voluto: liberare Messina dai tir.

Non c’è verso, quel porto di Tremestieri ha una sorta di “occhio pesante” di sopra che non va via e non se ne comprendono le origini.

A onor del vero dobbiamo dire che il paperino degli attracchi è nato anche in una sfortunatissima famiglia di opere pubbliche, che sono tutte quelle progettate in riva allo Stretto. Dalle nostre parti tutto ciò che è costruito con i soldi pubblici e con lo zampino della politica soffre della maledizione dell’incompiuta, una specie di “malasorte” che lo rende permeabile ad ogni tipo di guaio, anzi lo trasforma in una vera e propria calamita per ostacoli e ritardi. E’ un virus gravissimo e contagioso, pare si chiami “morbo di Penelope” e da anni gli scienziati del Policlinico cercano di isolarne il ceppo perché si diffonde a macchia d’olio su qualunque progetto o gara d’appalto. Uno pensa che l’opera sia lì lì per essere completata ed ecco che zac, arriva il morbo di Penelope e si deve ricominciare da capo.

L’elenco è infinito: si va dal “papà”, lo stadio San Filippo passando agli altri parenti stretti, svincoli Giostra-Annunziata, Palacultura, Museo, via Don Blasco, viadotto Ritiro, via del mare, porto di Tremestieri, zona falcata, parcheggio Zaera.

E’ una famiglia di Paperini che se la deve vedere con ogni sorta di guaio. La vita media per vedere “la luce” è di 18 anni, li vediamo nascere che hanno già sostenuto l’esame di maturità e hanno la patente. Eppure la Piramide di Cheope è stata costruita in 20 anni (anche se c’è chi dice in 30). Certo, direte, grazie al lavoro di centomila schiavi. E’ vero, però 5 mila anni fa la tecnologia non era quella di adesso…. E la Piramide di Micerino è stata fatta in meno tempo. Leggenda vuole che le Piramidi di Giza siano state costruite per orientarle con le stelle della cintura di Orione. Noi, 5 mila anni dopo, siamo riusciti a sbagliare i calcoli del collegamento tra svincolo e viadotto e da tre anni siamo alle prese con un “giunto” che è pezzo quasi unico in tutto il mondo, che eviti la catastrofe. Nel frattempo al Nord in 5 anni e un giorno hanno costruito la Brebemi, (Brescia-Bergamo-Milano) superautostrada di 65 km completa di caselli e luci.

Ma torniamo alla seconda invasatura di Tremestieri: inaugurata nel 2006, già nel 2008, praticamente in fasce, ha avuto i primi acciacchi causa mareggiata ed è stata riparata. Niente da fare, i guai si sono ripetuti fino a distruggerla (c’è da chiedersi come sia stata costruita se sono bastati tre quattro anni a renderla inservibile). L’attracco si è ammalato per “insabbiamento”, termine questo che inquieta e che dovrebbe far riflettere. Nel maggio 2011 furono affidati i lavori annunciandone la conclusione in pochi mesi. Fu allora che si è beccata il morbo di Penelope. Ogni volta che sembrava prossima alla guarigione ecco che un nuovo rito voodoo la colpiva. In occasione dell’ordinanza anti-tir di ottobre l’Autorità portuale assicurò la consegna dell’invasatura entro l’8 dicembre. L’evento avverrà otto mesi dopo, ma quel che tutti si chiedono adesso è cosa abbia potuto portare alla guarigione miracolosa. Su come e perché l’invasatura sia guarita dal morbo di Penelope vi sono diverse tesi.

C’è chi dice che nelle scorse settimane l’Autorità portuale e la società Terminal Tremestieri abbiano organizzato diversi gruppi di pellegrinaggio, diretti chi a Lourdes, chi a Fatima, chi (i più pigri) a San Giovanni Rotondo. Del resto ha dell’inspiegabile che mentre nell’Universo (ed oltre) le opere si realizzano in tempi record, qui da noi siano vittima di malocchio. Oltre all’invasatura l’epidemia ha contagiato il viadotto Ritiro ed il muro di contenimento della curva nord dello Stadio di San Filippo, che viaggiano oltre i tre anni d’incantesimo, per non parlare del Museo che è inguaribile. Secondo altri ben informati la guarigione dell’invasatura pare sia dovuta al fatto che è stato chiamato uno sciamano che per una notte intera ha parlato alla sabbia ed alle correnti marine per convincere la Natura a fare ciò che l’Uomo non vuole fare. Ma ahimè, sembra che il povero sciamano non abbia portato a termine il compito perché travolto da un tir mentre sussurrava alle onde. Un altro gruppo si è rivolto ad una fattucchiera. La donna ha chiesto di comparare ai fondi del caffè i fondali dell’approdo. Sembra che la signora, alla vista dei fondali abbia iniziato a ridere dicendo “ci vuole ben altro che la magia cari miei…..”.

Poi però ci sono i maligni. Costoro sostengono che i primi miglioramenti alla salute dell’invasatura si siano registrati quando Accorinti ha annunciato che avrebbe emanato l’ordinanza anti-tir in centro e che, via via che i cattivi propositi della giunta si concretizzavano in un provvedimento, il colorito della poveretta migliorava a vista d’occhio. I maligni sostengono che si chiami effetto Butterfly, ovvero se un farfalla sbatte le ali a Calcutta piove a New York. In base a questa teoria due fenomeni apparentemente scollegati in realtà lo sono. Così, per esempio, se vieti il transito ai tir sbarcati di giorno dalla Cartour dicendo che sei stanco di mezzi pesanti che ti scorazzano sotto il naso a causa di un attracco che da tre anni non si sistema, può anche accadere che il malato guarisca. All’effetto Butterfly pensano solo i maligni, io propendo per il bellissimo discorso fatto dallo sciamano alle acque dello Stretto prima di esalare l’ultimo respiro.

Rosaria Brancato