Condomìni con un contatore unico. Così l’Amam interrompe il servizio anche a chi paga

Un esempio si è avuto questa settimana nelle "case Parisi" di via Torrente Trapani. Per un debito mai saldato di 44mila euro a carico dei proprietari di due palazzine, si è verificata la coatta interruzione del servizio idrico da parte dell'Amam con l'immaginabile sconforto degli incolpevoli altri residenti. “Fortunatamente – afferma il consigliere Libero Gioveni – dopo due giorni di disagi ha prevalso il buon senso ed è stato riattivato il servizio, ma la società partecipata di palazzo Zanca non può continuare a garantire il servizio di erogazione idrica a queste condizioni”.

Il problema è che alcuni condomìni privati dispongono di un unico contatore, per cui l'Amam invia un'unica maxi bolletta. Non tutte le famiglie residenti in questi stabili versano la loro quota pro-capite, per cui si accumulano nel tempo delle consistenti morosità che l'Amam deve necessariamente e legittimamente far rientrare.

“La soluzione – prosegue Gioveni – non può che essere quella di installare dei contatori singoli per ogni utente, ma è paradossale il fatto che parecchi condomìni non rilasciano all'Amam la necessaria autorizzazione ad operare. Insomma, è come il cane che si morde la coda, ma è pur vero – conclude l'esponente centrista – che anche i vincoli di rientro dal debito previsti nel piano di riequilibrio impongono un'immediata soluzione che consenta all'Amam di non aumentare la voragine nelle sue casse recuperando delle ingenti somme e nello stesso tempo a tanti onesti residenti di non correre più il rischio di rimanere all'asciutto”.

Gioveni, quindi, chiederà di discutere e affrontare la vicenda in Commissione Bilancio con il presidente e il direttore generale dell'Amam, Anastasi e La Rosa, collateralmente all'attuale dibattito sul contratto di servizio Amam che molto presto approderà in aula.