Sì all’ennesimo complesso edilizio sul torrente Trapani, no a due fabbricati rurali: il cemento vince sempre

Visto così sembrerebbe quasi uno scherzo. Invece è tutto vero, del reso carta canta e la carta è quella del verbale della seduta del 28 giugno scorso della commissione per la verifica delle valutazioni di incidenza, ramo dell’Urbanistica di Messina. Ci sono tre progetti all’esame: uno per un complesso edilizio da sette corpi di fabbrica sul torrente Trapani, presentato il 7 marzo scorso; uno per un fabbricato rurale in un terreno a Curcuraci, presentato nel luglio 2008; uno per un fabbicato rurale ad un solo piano a San Saba, presentato nell’agosto 2009. Per solo uno dei tre è stato dato parere favorevole, indovinate quale? Il primo, il più invasivo certamente ma anche quello di più recente presentazione. Strano? Forse, anche se non ci si può stupire perché in fondo la commissione opera in base a criteri che esistono e che possono piacere o meno, ma quelli sono.

Certo è che il paradosso pare evidente. Nel primo caso il progetto è quello della S.a.m.m. Costruzioni srl, che il torrente Trapani lo conosce bene avendoci già costruito, insieme ad un’altra ditta, il Green Park (il complesso finito al centro dell’inchiesta “Oro Grigio”). Il complesso residenziale prevedeva inizialmente anche un corpo di fabbrica “H”, quindi un ottavo corpo, che però non verrà più realizzato proprio a causa delle osservazioni poste dalla Commissione su «alcune incongruenze», con tanto di richiesta di chiarimenti «sulle importanti operazioni di sbancamento nell’area a monte dell’insediamento». Dunque, niente più corpo “H”,che avrebbe intaccato l’habitat 6620, e allora parere favorevole, con l’impegno, da parte della ditta, «a presentare una variante attraverso la quale trasformerà i tetti e le falde in tetti giardino».

Non hanno avuto la stessa fortuna gli altri due progetti: il primo prevedeva la costruzione di «un fabbricato rurale in un terreno sito nel villaggio Curcuraci, contrada Campicello». Niente via libera perché esistono dei «muretti a secco che verrebbero rimossi per la realizzazione della veranda di pertinenza del fabbricato». E poi c’è un altro fabbricato rurale, ad un piano più semicantinato, nel villaggio San Saba, contrada Corridore. Istanza rigettata perché il terreno ricade interamente nell’habitat prioritario 6220 e le opere previste in progetto «modificherebbero in modo significativo la naturalità dei luoghi». Questo è il sistema, queste le regole astruse che legano le mani ai componenti delle varie commissioni, portandoli a verbali come questi. Che all’occhio di noi cittadini, che tecnici non siamo e vediamo solo palazzine spuntare come funghi, sembrano solo contenitori di paradossi.