I sindaci bocciano l’assessore Gucciardi: “La provincia di Messina è la Cenerentola della sanità”

I sindaci dei 108 comuni della provincia di Messina prendono in mano il destino del sistema sanità e bocciano l’operato dell’assessore regionale Baldo Gucciardi che decurtando oltre 12 milioni di euro taglia l’ossigeno al territorio e ai servizi.

Una lettera durissima, dettagliata, a conclusione della Conferenza dei sindaci che hanno affrontato le conseguenze della delibera del 5 agosto, è stata trasmessa all’assessore Gucciardi e ai direttori generali delle aziende ospedaliere di Messina e provincia. Il decreto assessoriale n°1380 del 5 agosto di fatto dava ai manager delle aziende tempo fino al 30 settembre per trasmettere alla Regione gli organigramma, le piante organiche e gli atti aziendali. Peccato che solo la provincia di Messina ha subito tagli per 12 milioni di euro, a fronte di incrementi che sono andati ad altre realtà isolane. E come se non bastasse il taglio è stato legato al fatto che nei tre anni precedenti l’Asp ha ridotto gli sprechi…..Invece di premiare chi ha saputo risparmiare siamo stati penalizzati.

Accorinti e i colleghi non ci stanno ed hanno scritto all’assessore contestando i punti dolenti di questo provvedimento ed esprimendo all’unanimità parere sfavorevole ai tetti di spesa previsti dal decreto Gucciardi.

“Appare chiaro- si legge nel verbale di seduta della Conferenza dei sindaci- in questo documento di pianificazione strategica economica, come la decurtazione di ben 12 milioni, mediante l'applicazione dì artifizi tecnico-contabili sia stata ricavata nella totale assenza di coerenza e verifica dei livelli di performance quali/quantitativi degli ultimi quattro anni di attività delle strutture sanitarie siciliane e, l'applicazione alla Provincia di Messina, pur se definita "provvisoria", ha condizionato le dotazioni organiche delle tre Aziende Ospedaliere Messinesi. Dalla lettura delle piante organiche e delle tabelle dei tetti di spesa previsti per le singole Aziende, si evince che la garanzia dei livelli di sicurezza e di qualità, efficienza ed efficacia delle prestazioni e dei servizi sanitari da erogare, alla voce "costo del personale" non risulta omogenea per tutte le provincie siciliane, creando una oggettiva discriminazione e penalizzando la provincia messinese. Dalla stampa si apprende che, in alcune province, sono già state pubblicizzate 4 mila assunzioni che sarebbero conseguenza della rilettura dei tetti di spesa; di contro, nella nostra Provincia non si potrebbe avere accesso ad alcun tipo di incremento ed integrazione di personale medico e sanitario peggiorando lo status quo e -fatto ancor più grave- non consentendo un abbassamento dell’età media degli operatori sanitari, con un conseguente abbattimento, in attività identificate come usuranti, dei livelli di qualità delle prestazioni di assistenza”.

Insomma la provincia di Messina sul fronte sanità è diventata la Cenerentola dell’isola ma i primi cittadini non hanno alcuna intenzione di stare zitti ed elencano le motivazioni che stanno dietro il “no” ai tagli.

Del tutto inaccettabile per i sindaci la decurtazione di 6 milioni di euro per il Papardo-Piemonte e la chiusura entro il 1 novembre del Pronto soccorso del Piemonte nonostante i 30,000 accessi l’anno. Secondo quanto ammesso dallo stesso rettore Navarra il Policlinico attualmente non potrebbe sopperire al vuoto che si verrebbe a creare con la chiusura del Pronto soccorso del Piemonte con conseguente grave condizione di pericolo e carenza di sicurezza nell'emergenza sanitaria per una larga percentuale di abitanti della zona sud. Tra le motivazioni della bocciatura i sindaci sottolineano il fatto che “non ci sia stata alcuna verifica di indicatori come lindice di attrazione (migrazione attiva) esercitato dai professionisti e dalle strutture che, oltre che determinare una condizione di intasamento delle nostre liste di attesa, determina un valore aggiunto di circa 5 milioni di euro per la Sanità regionale, caratteristica certamente non comune alle altre
provincie della Regione”. Il piano finanziario inoltre non fa nessun riferimento alla età media della popolazione e dell’indice di vecchiaia (la provincia di Messina è al primo posto fra le provincie siciliane), nè alla qualità e complessità erogata dalle strutture delle varie Provincie o all'indice di occupazione dei posti letto. Manca ogni riferimento ai costi determinati, raffrontato fra le Provincie e le singole Aziende, nell’utilizzo di farmaci e materiale sanitario e diagnostico per singola giornata di degenza.

“ Nessun riferimento e risoluzione alle criticità determinate dalle caratteristiche del territorio delle Isole Eolie– prosegue la nota- e del Comune di Mistretta e del Comune di Sant'Agata di Militello. In particolare non sì tiene conto delle criticità dei collegamenti viari e marittimi e delle caratteristiche orografiche del territorio, con riferimento ad esempio agli ospedali riuniti Mistretta/S. Agata Militello, e dell'Ospedale di Lipari, che non consentono ai residenti in quei territori di avere assicurata la stessa assistenza sanitaria garantita ai residenti in altre aree. In tal modo, non solo non viene rispettato il dettato costituzionale sul diritto alla salute ma, non si tiene neppure conto dell'accordo Stato Regioni del 30/07/15, relativamente ai punti nascita nelle zone marginali e di difficile accesso. Nessun riferimento viene fatto alle necessità di aree critiche ad alta percentuale di patologie neoplastiche come l'area dì Pace del Mela; Nessuna analisi preventiva delle conseguenze correlate, nell'allineamento dei tetti di spesa identificati alla voce "costi del personale"» con l'applicazione del Decreto Balduzzi; Oggettiva impossibilità , stante la debolezza delle dotazioni organiche proposte nelle delibere dei DD,GG,, di garantire adeguatamente i LEA ( stroke unit, alzheimer, screening oncologici, rete IMA, 118, etc) già previsti dai Decreti Assessoriali”.

Un lungo elenco di criticità che stanno dietro ad un necessario ed evidente parere negativo a tutela del territorio e della popolazione. I sindaci, proprio per poter fornire dati oggettivi, indicatori di performance ed elementi tecnici a supporto della richiesta di modifica del decreto nei punti che penalizzano Messina, chiameranno a raccolta in tempi brevi i deputati, i sindacati, i manager della sanità, gli ordini professionali, le forze politiche per “condividere percorsi a difesa della condizione di pericolo che sembra determinarsi ed a tutela dell'adeguatezza dei livelli di sicurezza e qualità dell'assistenza sanitaria che ogni Sindaco è tenuto a garantire nei confronti delle comunità rappresentate”.

In questo quadro già drammatico si inserisce il tentato omicidio del Piemonte, un disegno che rischia di essere portato a termine entro la fine di questo mese se non interverranno fatti concreti. Oggi l’unico atto concreto è la delibera del 16 settembre con la quale il dg Vullo, in applicazione alle norme ed alle decisioni di Gucciardi, si appresta a smantellare il nosocomio. Si attende ancora dal 7 settembre il responso di Gucciardi in merito alle sorti del Pronto soccorso ed in merito anche al ddl Picciolo-Formica che da ieri è all’attenzione dell’Ars.

Rosaria Brancato