Il M5S: “Serve la politica del buon padre di famiglia, che non affama i figli per comprarsi la Mercedes”

La differenza tra i grillini e i partiti tradizionali in Sicilia è la stessa che c’è tra il negativo di una foto e la foto stessa. L’oggetto è uguale, ma se li metti uno accanto all’altro sono diametralmente opposti. Pur rappresentando la stessa realtà, ciò che appare nero in una diventa colorato nell’altra. Sono opposti: nei metodi, negli obiettivi, nelle speranze, nei programmi, nei presupposti.

Prendiamo Giancarlo Cancelleri, il candidato del Movimento 5 stelle per la Presidenza della Regione. E’ di Caltanissetta, ha 37 anni e fa il geometra in un’impresa che costruisce serbatoi per il carburante. Come centinaia di altri siciliani a giugno ha presentato il suo curriculum ed ha superato il voto della rete. Requisiti richiesti: non avere condanne né essere indagati, non avere tessere di partito, né incarichi, non aver fatto più di 2 mandati con il M5S, essere una faccia nuova sul serio. Porte aperte agli attivisti dei movimenti civici e delle associazioni. La rete ha fatto il resto, scremando, attraverso le segnalazioni, gli “infiltrati” i “furbetti” pronti a saltare sul carro del nuovo che avanza. A fine luglio sono rimasti in 103 e tra questi il 4 agosto in assemblea i delegati di ogni provincia hanno votato per “alzata di paletta” gli 80 candidati delle liste provinciali, ognuno dei quali era un possibile candidato alla Presidenza. Tra questi 80, alla fine, le palette hanno scelto lui. Roba da fantapolitica.

“La sera prima avevo chiesto a mia moglie Francesca se sarebbe stata d’accordo. Questa cosa potrebbe cambiare la nostra vita, potrei essere meno presente, potremmo essere costretti a trasferirci a Palermo. Lei mi ha risposto: quando t’impegni per il M5S te lo leggo negli occhi che sei vivo. Non potrei mai far qualcosa che equivarrebbe a vederti morto”.

Nessuna incoronazione dall’alto, nessuna riunione segretissima di segreteria dove si decidono sorti e destini con un colpo di penna, dove i candidati si “pesano” in base ai voti piuttosto che a quel che hanno da dire. Nessuna spartizione tra correnti e aree. Nessuna poltrona che passa di padre in figlio o di maestro in discepolo. Insomma:il negativo e la foto in chiaro.

Cancelleri ha iniziato nel 2007 con il V Day “In quindici abbiamo allestito i banchetti, poi il giorno dopo ci siamo incontrati e siamo diventati 70. Un gruppo che è bastato a costruire pian piano un albero che sta dando i suoi frutti”.

Nel 2008 i grillini si son cimentati con le Regionali, “abbiamo preso 70 mila voti, il 2,5%. Per noi la vera vittoria è stata partecipare. Adesso no, adesso partecipiamo per vincere”.

C’è chi dice che i sondaggi danno il Movimento all’11%, c’è chi dice meno, a loro non importa, si sono autotassati per la campagna elettorale di tutti e 80 e sono pronti al confronto sui temi, sui programmi, senza timori reverenziali.

“C’è chi dice che non siamo in grado di amministrare perché non l’abbiamo mai fatto. Ma come, voi avete rotto tutti i vasi e ora tocca a noi raccogliere i cocci e ci dite che non sappiamo neanche usare la ramazza? Non ho mai visto una famiglia fallire. Basta seguire la regola del buon padre di famiglia che non compra la Mercedes e poi fa mancare il pane a tavola come è successo invece in Sicilia in questi anni di governi che l’hanno portata sul baratro”.

Nessuna alleanza in fase pre-elezioni, né con l’Idv, Forconi o Movimenti. Dopo appoggeranno solo le idee buone “siamo per le pratiche buone che non sono né di destra né di sinistra. E’ ora di finirla col pensare che solo il pubblico possa dare lavoro, inventiamoci risposte nuove. La pressione fiscale in Sicilia è al 68%, abbassiamola, restituiamo in cambio il 5% in servizi ai giovani, alle imprese, a chi investe”.

Degli avversari non parlano, perché non amano la politica degli attacchi,delle accuse, saranno gli elettori a giudicare. Puntano alla grande sacca dell’astensionismo “ Parliamo a chi non vuole andare più a votare. Vogliamo che il 100% dei siciliani diventi Regione e per questo occorre un cambio culturale. Noi non chiediamo di essere votati, chiediamo di controllare cosa facciamo col vostro voto. Se per politica s’intende quel che fanno i nostri politici allora sono un fiero sostenitore dell’antipolitica, se intendiamo quella con la P maiuscola allora si, facciamo politica”.

Il programma lo fanno tutti. Il sistema è quello usato dai Partiti Pirati che si stanno diffondendo in tutta Europa. Nella piattaforma del liquid feedback fino alle 9.29 dell’8 settembre è possibile esprimere preferenza sulle idee presentate. L’8 e 9 settembre ci sarà il week end del programma durante il quale nei banchetti, anche a Messina, sarà possibile dire la propria. Tra i punti programmatici ci sono i tetti alle pensioni d’oro e agli stipendi dei parlamentari nonché lo stop ai rimborsi forfettari. “Le indennità devono essere di 2.500 euro. I nostri eletti rifiuteranno il resto, i benefit, quelle voci che sanno di privilegio, vitalizi. Li metteremo tutti in un conto corrente e a fine anno li restituiremo ai siciliani, destinandoli a un progetto, un servizio, un ospedale, un istituto di ricerca che decideremo insieme e che cambierà di anno in anno”.

A Messina le regionali serviranno da test per le amministrative del 2013. Nella lista provinciale del M5S, ci sono molti giovani , l’età media è di 32,5 anni, facce nuove, pulite, coraggiose, che sanno che è appena iniziata una sfida. Con Reset c’è dialogo ma non alleanza come da regola generale. Questi i loro nomi:

Valentina Zaferana, Caterina Bonanno, Giusy Forestiere, Leonardo Russo, Maria Cristina Saija, Alessio Villarosa, Francesco D’Uva, Carlo Fanara, Massimiliano Mannelli, Alberto Laspada, Gaetano Nuciforo. Anche loro scelti in base al curriculum e votati in assemblea, anche loro volti nuovi, senza tessere di partito, senza nomi altisonanti alle spalle ma anni di associazionismo o semplicemente la voglia d’impegnarsi in prima persona. Non li vedrete nei manifesti, ma nei banchetti dell’8 e 9 settembre per ascoltare dai messinesi come vorrebbero cambiare la Sicilia.

“La cosa della quale mi sono vergognato di più per quest’ultimo governo è stato vedere che ancora una volta un presidente della regione è stato indagato per mafia”, conclude Cancelleri e poi inizia l’incontro con gli attivisti del Movimento.

Rosaria Brancato (FOTO Dino Sturiale)