Padre Olivieri: “Ecco come è andata l’aggressione nei miei confronti”

Breve relazione sull’aggressione fisica da me subita domenica 27 Luglio 2013 alle ore 18,45 del 28/07/2013.

Aprendo per la Santa Messa le due porte laterali della Chiesa parrocchiale ho trovato, davanti ad esse , come ormai purtroppo avviene da 4 anni in estate, sacchetti di spazzatura, cassette di frutta (vuote), legni per il fuoco che accendono in piazza la sera, piatti di plastica con dentro mangiare per gatti e cani, escrementi degli stessi, tappeti vecchi e materiale vario.

Ho invitato il Sig. Matteo Quartarone “proprietario “del Gazebo della Piazza comunale a rimuovere suddetti oggetti, la risposta è stata immediata, un uomo si è gettato sopra di me gridando e colpendomi con una forte testata sulla fronte; nel contempo la figlia Rosa (o Rossella) Quartarone-Raffa mi aggrediva alle spalle, stringendomi il collo con le mani e tirandomi all’ indietro.

Sentendo le forti grida molti uomini sono usciti dalla Chiesa ed hanno bloccato e fermato l’uomo, mentre io cercando di liberarmi dalla stretta della donna la spingevo in là.

Questa si è buttata a terra gridando.

Libero dalla stretta sono rientrato in Chiesa seguito da Quartarone Matteo al quale è stato impedito l’accesso da numerosi fedeli presenti in chiesa. Nel frattempo sono entrato in bagno per bagnare la testa ed il collo sui quali ho posto poi del ghiaccio ed una pomata. Ho quindi chiamato alle ore 19,00 circa i carabinieri del 112 che dovevano venire da Castanea ma che non hanno parlato con me. Seppur acciaccato e dolorante alle 19,15 circa ho iniziato a celebrare la SS. Messa che ho terminato alle ore 20,15.

Alle ore 21,00 circa il Quartarone è tornato con suo parente per aggredirmi nuovamente, gridando ed insultando ma sono stati ancora una volta fermati dai presenti.

Il parente del Quartarone , il Sig. Celi Antonino, abitante nella provincia di Catania, ha aggredito un anziano signore di 80 anni, ufficiale in congedo della Guarda di Finanza, che mi stava difendendo, procurandogli dei lividi in tutto il braccio che è ancora dolorante, ho richiamato il 112, ma i carabinieri non sono tornati.

I due poi sono tornati a casa loro respinti dalla folla di fedeli che usciva dalla Chiesa, continuando a minacciarmi e ad insultarmi, io ho rimesso il ghiaccio sulla fronte e sul collo sdraiandomi sul letto, senza riuscire a dormire per tutta la notte.

Rodia –Messina 29/07/2013

In Fede

Padre Carlo Olivieri