Le delibere “anti-dissesto” già inviate alla Corte dei Conti. Polemica del consigliere Carreri sulla votazione dell’aula

Nulla di fatto nel consiglio pomeridiano convocato alle 18 di ieri in prosecuzione alla seduta in cui è stata approvata la delibera anti-dissesto. La sessione infatti dopo l’aggiornamento ad un’ora è caduta per mancanza del numero legale. Sempre ieri, alle 13 in punto, il presidente del consiglio Previti ha proceduto ad inviare alle Corte dei Conti i due atti deliberativi (uno della giunta, uno del civico consesso), predisposti per rispondere alle misure correttive richieste dall’organo di controllo.

Critico sull’andamento dei lavori che hanno portato alla votazione del documento “confezionato” dall’esecutivo, il consigliere di Risorgimento Messinese, Nino Carreri: «La sensazione che si è avuta ieri notte è che una “maggioranza trasversale” , la quale evidentemente al di là delle teatrali interpretazioni d’aula, vuole bene al sindaco Buzzanca, ha determinato l’esito favorevole di due atti che, e lo ha ben spiegato il presidente del collegio dei revisori) non daranno soddisfazione alle richieste della Corte dei Conti e costringeranno quasi certamente il consiglio comunale a dover ritornare a deliberare entro i successivi trenta giorni. Gli emendamenti presentati dal sottoscritto alle due delibere avevano un unico denominatore: prima di mettere le mani in tasca ai messinesi onesti si cominci la crociata contro evasori e morosi e si dia per primi l’esempio. A queste richieste l’aula è rimasta parzialmente sorda e, con la scandalosa partecipazione di tutta l’opposizione, si è limitata attraverso un emendamento inutile, a vincolare l’aumento dei balzelli al fallimento (che è cosa certa) della dismissione degli immobili comunali».

Per Carreri la conseguenza è quasi scontato: «E così l’inefficienza della macchina amministrativa e la chiara mancanza di volontà a perseguire politiche di inasprimento dei controlli sul fenomeno delle evasioni dei tributi si scaricherà a breve sulla cittadinanza la quale rischia di ritrovarsi un aumento della TARSU del 40% e quasi contemporaneamente le aliquote ICI schizzare al 6 per la prima casa ed al 10,60 per la seconda. Sarebbe stato più giusto indirizzare l’amministrazione a rinforzare adeguatamente con personale idoneo uffici strategici come il Patrimonio e i Tributi per iniziare una vera e propria crociata contro l’evasione, così come sarebbe stato giusto fermare tutte le “spese impropriamente dette di rappresentanza” che permettono a sindaco, assessori e presidente del consiglio di elargire somme con una certa discrezionalità ma il consiglio…opposizione compresa…. non ha inteso».