Crocetta a Tempostretto: “La rivoluzione si fa se vinciamo da uomini liberi”

“Io sono e resterò un uomo libero che vuole fare la rivoluzione”

Non è cambiato di una virgola Rosario Crocetta da quando più di un mese fa ha iniziato la sua “rivoluzione” per la Sicilia, scegliendo la rete e la “gente”, quella che a noi giornalisti piace chiamare “la società civile”.

Anche adesso che il Pd e l’Udc hanno deciso di sostenerlo e gli altri partiti, dall’Mpa all’Api e al Fli, fanno a gara a corteggiarlo, lui resta lo stesso “sono quello che vedete. Un siciliano indignato” ed ogni giorno scrive sul suo sito i “pizzini”, messaggi per chi vuol seguirlo in questo percorso. Lo incontriamo in quella che sarà la segreteria delle liste di Crocetta Presidente, perché saranno diverse le liste collegate all’ex sindaco di Gela ed in queste non ci sarà posto per chi ama i vecchi trucchi, per chi è abituato a travestirsi, riciclarsi o cercare facili paracadute.

“Ho fatto tante cose nella mia vita, anche scrivere poesie. E chi ama la poesia sa che c’è sempre un modo per unire il cielo e la terra. Io voglio fare questo, unire il cielo e la terra. E’ la prima volta in Sicilia che i partiti scelgono di sostenere un candidato voluto dai movimenti. Non possiamo pensare che i partiti e la società civile non si parlino. E’ questa le vera rivoluzione, fare un’antipolitica che non distrugge quel che c’è ma lo cambia radicalmente”.

Non appena i sondaggi hanno fatto schizzare il nome di Crocetta gli stessi partiti che lo avevano snobbato all’inizio o, come l’Udc, lo avevano attaccato, son tornati sui loro passi.Pd e Fli, ad esempio, che si guardano in cagnesco, pur di appoggiarlo sono pronti a convivere e persino Lombardo non ha mai nascosto le sue simpatie e sarebbe stato pronto a stare in coalizione con gli acerrimi nemici centristi.

Lei non ha avuto paura quando ha capito che i partiti sarebbero saliti sul carro? Che vorranno qualcosa in cambio e poi le presenteranno il conto?

“ Lombardo è stato corretto, lo ha detto subito. Ma io sono un tesserato del Pd e in ogni caso già dal 2010 ho espresso la mia opinione sul suo governo. Posso anche dialogare con gli autonomisti ma le mie opinioni su Lombardo e sulla sua vicenda giudiziaria sono chiare da tempo. Quanto poi al confronto con tutti l’ho detto più volte, credo nel patto civico che si basa sull’onestà. Sono stanco di una Sicilia gestita dalle furfanterie. Dobbiamo fare un patto tra le persone perbene, superiamo i vecchi steccati. Non dobbiamo fare politica contro, ma politica per. Mi sono candidato per usare i fondi europei e non perderli in progetti mai attuati, per sburocratizzare un’isola dove ci vogliono 90 giorni per un’autorizzazione, per una regione dove gli imprenditori possano investire senza dover pagare il pizzo o la tangente”

Il programma lui l’ha già fatto a luglio, sono i partiti che lo hanno sposato e chi vuole deve seguire le sue regole. Nessun indagato in lista, tagli ai costi della politica se si andrà al governo, tagli ai consulenti, deputati pagati in base alle presenze reali e non per il solo fatto che sono stati eletti. Quanto alle liste, ognuno corre in base alle sue forze, non ci saranno scorciatoie nel listone per altri che non siano i rappresentanti della società civile. Tutti sullo stesso piano, per lo stesso progetto. Lo ha già capito chi ha provato a far la distribuzione “dei pani e dei pesci”ed è rimasto a mani vuote e chi ha cercato facili rifugi a rischio zero.

Leoluca Orlando ha chiuso la porta dopo l’alleanza con “gli eredi di Cuffaro” lei come si sente in coalizione con questi eredi?

“Per me parla la mia storia, sono io il candidato alla Presidenza. Quando parlo con Orlando conosco bene qual è la sua storia personale, mica la confondo con quella di Scilipoti. Chi ha votato Prodi sapeva che era con Mastella. Sono argomenti pretestuosi. Una parte della sinistra sembra abbia come unico obiettivo il raggiungimento della soglia del 5%. E’ un peccato storico, perché per la prima volta dal dopoguerra abbiamo un’occasione che è quella di fare la rivoluzione e la rivoluzione si fa solo se vinci, se perdi che rivoluzione è? Contro i fascisti nella Resistenza c’erano comunisti, socialisti, senza partito e persino monarchici. Che c’entravano i monarchici con gli altri? Eppure c’erano e sono stati insieme”

Ma a Messina si è incontrato e ha fatto accordi con Francantonio Genovese e Gianpiero D’Alia in termini di poltrone e sottogoverni? In vista di future alleanze per le elezioni del 2013? Già si fanno i nomi di assessori….

“Io ho un mio progetto da candidato, lo ribadisco, e come candidato ho incontrato i due segretari dei partiti, per il Pd Lupo e per l’Udc D’Alia. Solo ed esclusivamente in qualità di segretari. Sono stato sindaco e so quanto è importante avere una maggioranza ma per me le regole vengono prima di ogni altra cosa. Altri calcoli per me non esistono. Pacta servanda sunt. Chi non le rispetta è fuori. Ho una mia storia ed un onore da difendere. E il Patto civico l’ho fatto con la società civile, i partiti son venuti dopo e così resterà”.

Nel patto con i siciliani si deve evitare la “macelleria sociale”, ma solo allargando la base produttiva si troveranno i posti di lavoro reali. Non con finti progetti per ottenere fondi, ma con l’esatto contrario. Progettualità nel fotovoltaico, nell’eolico, nel piano rifiuti zero, equivale a posti di lavoro, senza mandare a casa nessuno.

Gli chiedo di giurare che se dovesse vincere non farà il solito inutile e offensivo assessorato alle pari opportunità

“Certo che lo farò, ma sono io, assumo io le deleghe come ho fatto da sindaco di Gela. Ho preso la delega alle pari opportunità e alla donne in giunta ho dato l’assessorato all’urbanistica e quello ai lavori pubblici”.

Non si è pentito di nulla di questi mesi, neanche di quest’abbraccio improvviso con il Pd e l’Udc, che potrebbe essere velenoso. Il carro lo guida lui, poi saranno i numeri a dimostrare quali sono le ruote più forti e più veloci. Per questo è pronto a dialogare e confrontarsi con tutti, ma senza timori reverenziali, lasciando i punti fermi che sono quelli dell’inizio della sua avventura in rete, e cioè i siciliani.

“Da sindaco ho licenziato la moglie del boss e gli impiegati vicini alla mafia o parenti. Io sono e resto un uomo libero, nessuno potrà farmi cambiare la mia storia. La libertà è partecipazione, è discontinuità col passato ma confronto con gli altri, senza cedimenti sui valori, senza perdere la propria identità, ma senza ghettizzarla. Dobbiamo fare la rivoluzione restando uomini e donne libere”.

Con Miccichè ha già battibeccato su chi è più “imborghesito”, ma chi vorrebbe come rivale del centro-destra?

“Silvio Berlusconi. Così la finiamo con il dire che in Sicilia c’è l’ascarismo. Mi piacerebbe battere Berlusconi. Alle elezioni Europee mi è capitato in 4 province: Caltanissetta, Ragusa, Enna e Agrigento. Ho preso più voti di lui”.

Rosaria Brancato