Svincolo Giostra, anche l’Anas approva la soluzione bypass

Lo scorso 15 maggio, giorno dell’inaugurazione in entrata dello svincolo di Giostra, mentre tutti pensavano a festeggiare, l’ing. capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, si preoccupava di ribadire la soluzione per il viadotto Ritiro e per l’apertura dello svincolo anche in uscita, quantomeno in direzione da Boccetta verso Giostra (vedi correlato).

Si trattava e si tratta di anticipare l’uscita, poggiandola sulla montagnola immediatamente antecedente al viadotto Ritiro, ottenendo appunto due risultati positivi: l’apertura dell’uscita indipendentemente dalle sorti del viadotto Ritiro e la possibilità di lavorare sul viadotto stesso senza interrompere il transito della tangenziale tra le uscite di Boccetta e Giostra. Un’ipotesi che avrebbe avuto conseguenze nefaste sul traffico autostradale e cittadino, visto che tutti i mezzi diretti in direzione Palermo sarebbero dovuti uscire allo svincolo di Boccetta e percorrere le strade cittadine sino all’entrata dello svincolo di Giostra.

La soluzione fu “ufficializzata” quel giorno, ma era già stata proposta mesi addietro, nel 2012. Ed insieme a Sciacca, anche il commissario del Consorzio Autostrade, Antonino Gazzara, insediatosi nell’ottobre dello scorso anno, aveva considerato valida l’ipotesi.

Inspiegabilmente, però, non fu presa in considerazione. Fino allo scorso 19 agosto, quando Comune, Cas e Anas hanno trovato l’accordo sulla soluzione in precedenza snobbata. Dopo l’ok della Protezione Civile Regionale, le parti si sono ritrovate a palazzo Zanca per verificare la fattibilità della messa in sicurezza del viadotto Ritiro, attraverso la realizzazione del bypass.

L’Anas ha dato il responso finale: il prolungamento dell’uscita sulla montagnola è una soluzione tecnicamente fattibile ed è anche la più conveniente. Adesso si tratta allora di verificare gli aspetti amministrativi della vicenda, ognuno per la propria competenza. Le parti si sono riaggiornate a martedì prossimo, 10 settembre, sempre nella sede del Comune di Messina. In quell’occasione, verrà stilato un cronoprogramma dei lavori, che verranno inseriti nell’ambito dell’appalto in corso e avranno un costo di 3,3 milioni di euro a carico del Cas, e si avranno le idee più chiare su quando i messinesi potranno usufruire anche di una delle due uscite mancanti dello svincolo.

“Abbiamo sciolto il nodo tecnico – afferma il commissario del Cas, Nino Gazzara – e adesso bisogna valutare la questione amministrativa. Ci reincontreremo la prossima settimana, convinti che anche queste valutazioni saranno positive e si potrà procedere all’attuazione di un cronoprogramma. L’elemento più importante è rappresentato dalla condivisione di tutte le parti, Protezione Civile compresa. E’ stata accolta l’esigenza, da noi proposta, di creare un’uscita in sicurezza e una via di fuga permanente e indipendente dal viadotto Ritiro”.

Ma perché si è arrivati così tardi a questo risultato? “Quando la proposi – risponde Gazzara – mi fu risposto che erano già state individuate altre soluzioni valide. Ma quelle soluzioni comportavano l’occupazione del viadotto Ritiro mentre si procedeva all’adeguamento. Mi sembrava un’anomalia, molto meglio far partire l’uscita dalla terraferma. Ora il nostro auspicio è stato finalmente accolto, con la piena sinergia da parte dell’amministrazione comunale”.

Gazzara parla di un “motore consorzio – Comune” che ha individuato una strada essenziale per la città, col coinvolgimento dell’Anas che, in un primo momento, era parso irremovibile sulla soluzione del giunto di collegamento. “Adesso – conclude il commissario del Casl’Anas sarà in prima linea in un percorso generale condiviso. Una volta realizzata la nuova uscita, sarà possibile operare sul viadotto Ritiro senza bloccare la città. Credo che l’adeguamento del viadotto sarà realizzato in un unico stralcio con appalto integrato”.

(Marco Ipsale)