Provincia: cercasi dirigente area finanziaria. Anche Scandurra dice no

La scorsa settimana Tempostretto aveva raccontato alcuni dei paradossi della Provincia, ormai giunta al capolinea per volere della Regione,come la sede decentrata e la ricerca del dirigente finanziario (vedi articolo allegato). La giunta Ricevuto infatti, mentre Crocetta e i suoi armati di ascia tagliavano le Province, nello stesso giorno, il 20 marzo, deliberava l’apertura della sede decentrata a Letojanni grazie ai locali concessi dal Comune. Contemporaneamente affidava l’incarico di dirigente dell’area finanziari ad un esterno, Angelo Scandurra, per un importo di 72 mila euro lordi. In realtà Ricevuto era stato costretto a ricorrere ad un esterno perché a Palazzo dei Leoni avevano già declinato in tre l’incarico necessario per firmare la documentazione relativa al patto di stabilità e rispondere ai rilievi della Corte dei Conti. Adesso, ad appena 24 ore dal suo insediamento Ricevuto deve incassare anche il “no, grazie” di Scandurra. Non si conoscono i motivi che hanno spinto il burocrate catanese, che aveva ottenuto l’incarico in seguito ad un bando, a fare marcia indietro, ma sembra che non sia più disponibile. Entro il 31 marzo avrebbe dovuto, insieme ai revisori dei conti ed a Ricevuto sottoscrivere la documentazione relativa alla certificazione del mantenimento del patto di stabilità da parte della Provincia. A quanto pare è una sedia che scotta questa del dirigente dell’area finanziaria perché nessuno vuol sedersi. L’ex dirigente Torrisi è andato in pensione e chi doveva sostituirlo, l’avvocato Antonino Calabrò, ha rinunciato per motivi personali e ha chiesto e ottenuto l’aspettativa. Sembra che anche una seconda dirigente, Annamaria Tripodo, abbia declinato, presentando un certificato medico. Ma il tempo scorre e ci sono scadenze da rispettare. Entro la fine del mese infatti ci sono i documenti da firmare sul patto di stabilità e le risposte da dare alla magistratura contabile. E mentre a Palermo il Commissario dello Stato frena anche le ultime speranze dell’opposizione che si era rivolta ad Aronica per bloccare il decreto sulla cancellazione delle Province, Palazzo dei Leoni si appresta a vivere gli ultimi capitoli prima del commissariamento, che scatterà dopo le elezioni. Non si capisce a cosa serva una sede decentrata, sia pure a costo zero, di un Ente in via d’estinzione perché ritenuto dalla stessa classe politica fonte di sprechi, ma la vera grana da affrontare, nei prossimi mesi sarà proprio quella relativa al patto di stabilità. Qualcuno, entro i termini previsti, dovrà pur firmare le carte e studiarle.

Rosaria Brancato