La lobby delle coop, parlano Busacca e i funzionari

Sono andati avanti fino all'ora di pranzo gli interrogatori delle persone arrestate dalla Polizia lo scorso 19 agosto nel blitz denominato "Patti e Affari".

Soltanto tre di loro hanno deciso di rispondere al Giudice per le indagini preliminari, difendendosi dalle accuse loro contestate. Ha parlato a lungo Luciana Panassidi, la cinquantottenne dirigente del settore servizi sociali del Comune di Patti. In un paio di ore di faccia a faccia col GIP, ha sostenuto la regolarità del suo operato e i poteri limitati, soprattuto in fatto di controllo, che il suo ruolo consente. Ha scelto di parlare anche Carmelo Zeus, 62 anni. Il funzionario amministrativo del comune di Pirajno, che ha già un processo alle spalle, ha risposto alle domande del giudice anche lui sostenendo la regolarità del suo operato nella vicenda contestata. Si è difeso anche uno degli uomini chiave dell'inchiesta, il cinquantasettenne Giuseppe Busacca, patron della cooperativa Genesi. Cioè la sigla che negli ultimi anni oltre al distretto Sanitario 30 del comprensorio pattese ha finito per monopolizzare il settore servizi sociali anche nella zona di Milazzo, Barcellona e a Messina. Il fedelissimo dell'onorevole Santi Formica si è difeso chiamando in causa la pressione del livello politico e rivendicando la regolarità delle contrattazioni effettuate durante il periodo di presentazione dei progetti e di partecipazione ai bandi.

I tre hanno presentato istanza al Gip chiedendo la revoca o l'affevolimento delle misure restrittive. Busacca è ai domiciliari, mentre gli altri due funzionari sono stati sospesi dal pubblico esercizio.

Hanno fatto scena muta invece, avvalendosi della facoltà di non rispondere, Michele Cappadonna della Coop Pegaso, Giuseppe Pizzo della Capp 1990 e il funzionario amministrativo del comune di Patti Salvatore Colonna. I tre puntanto ora al passaggi al Tribunale del Riesame, al quale chiederanno di rivedere l'ordinanza che li ha posti ai domiciliari. Ha rinunciato all'interrogatorio per motivi di salute l'imprenditore di Patti Tindaro Giuttari; anche lui farà appello al Riesame.

Starà adesso al magistrato che coordina l'inchiesta e al dirigente di Polizia Carmelo Alba, a capo del Commissariato di Patti, rivedere i verbali rilasciati dalle tre persone che hanno deciso di rispondere agli interrogatori per capire se la loro versione è convincente e se nei loro racconti emergono ulteriori spunti di approfondire per fare luce su quattro anni di gestione di diversi delicati servizi nel pattese, dal telesoccorso per gli anziani all'assistenza disabili. Diversi i bandi che secondo l'accusa sarebbero stati pilotati, finendo per mettere a rischio le prestazioni alle categorie protette, visto che in alcuni casi la contrattazione con i politici per vincere la gara aveva come contropartita l'assunzione di personale non qualificato.

(Alessandra Serio)