Reset e Accorinti ritrovano l’intesa ma chiariscono: “il nostro non è un accordo politico”

In campagna elettorale si sono contesi la poltrona di primo cittadino. Ognuno aveva il suo progetto, la sua idea di città, la sua squadra. Entrambi venivano dalla società civile, nessun partito alle spalle, nessuna struttura tipica della politica classica. Nei rispettivi programmi c’erano però diversi punti in comune, tanto che ad un certo punto sembravano essere pronti a unire le forze. Non raggiunsero però l’accordo sulla lista unica e così al primo turno ognuno giocò le sue carte. Ciò che è successo dopo è la storia di questi ultimi cinque mesi.

Renato Accorinti è stato eletto sindaco e ha portato il suo movimento Cambiamo Messina dal Basso a Palazzo Zanca. Alessandro Tinaglia e Reset hanno incassato la sconfitta, digerito il dispiacere, ragionato e deciso che avrebbero dovuto mantenere la promessa fatta in campagna elettorale: mettere in campo l’esperienza maturata in due anni di lavoro per contribuire alla rinascita della città. Nei giorni caldi prima del voto tra i due gruppi erano volati duri attacchi, era stato Reset a parlare di “estremismi di sinistra” tra le fila del gruppo di Renato Accorinti, le polemiche tra i due schieramenti avevano messo un po’ di pepe in una campagna elettorale che fino a quel momento era stata molto pacata e sottotono. Quel capitolo però a quanto pare è stato chiuso completamente. Oggi Reset e Renato Accorinti hanno deciso davvero di unire le forze e lo hanno fatto con il Patto per la Città presentato a Palazzo Zanca.

Un patto che per il sindaco significa voglia di dare soluzioni ai problemi con il contributo di tutti, un’intesa che è nata perché Reset ha offerto il suo aiuto all’amministrazione e ha trovato le porte aperte. Alessandro Tinaglia e Davide Savasta hanno spiegato in cosa consiste questo Patto. Si tratta di un documento aperto ai contributi di tutti coloro che vorranno condividere l'approccio proposto, che vuole andare ben oltre l'accordo tra l'Amministrazione Accorinti e Reset e divenire una "Piattaforma Programmatica Comune" capace di convogliare, tutte insieme, le energie positive e propositive della Città.

Dopo vari incontri operativi il Patto per la Città è stato redatto seguendo tre criteri: cosa fare assieme (iniziative condivise); come farlo (fattibilità tecnica ed economica); quando farlo (priorità per la Città e tempi di realizzazione). Le proposte operative sono state selezionate in modo pragmatico, ponendosi un orizzonte temporale di breve periodo mirato a dare risultati concreti ed immediati. E’ suddiviso in aree tematiche che individuano le principali azioni da attuare e le modalità operative attraverso la competenza di consulenti disponibili a collaborare al progetto, a titolo volontaristico e gratuito. I settori, che fanno riferimento ai singoli assessori comunali in base alle rispettive deleghe, riguardano l'area marketing territoriale, servizi finanziari ed amministrazione, legalità-trasparenza e lotta alle mafie, urbanistica, innovazione ricerca e sviluppo, territorio ed ambiente, Srr-rifiuti, energia, mobilità, cultura e turismo, sport, decentramento e valorizzazione delle periferie, formazione industria, integrazione e servizi sociali.

Da entrambe le parti però un chiarimento: “Non si tratta di un accordo politico ma di un accordo programmatico nell'interesse esclusivo della città”. Chiarimento che però ha fatto storcere il naso a molti esponenti del movimento che hanno scoperto solo oggi l’esistenza di questo progetto, ma soprattutto alle due consigliere comunali accorintiane Nina Lo Presti e Ivana Risitano.

Nina Lo Presti, l’anima controcorrente di Cambiamo Messina dal Basso, non ha infatti nascosto il fatto di non gradire questa collaborazione sancita con grande sfoggio. “L’ingresso di Reset potrebbe disallineare alcune posizioni interne al movimento, erano stati loro a dire che Renato era troppo schiacciato a sinistra e oggi non posso accettare che si dica che questo non è un accordo politico. Avrei quantomeno apprezzato se questo progetto fosse stato prima discusso e condiviso all’interno e invece mi trovo a scoprirlo oggi senza sapere neanche di cosa si tratta”.

Non da meno la collega Ivana Risitano: “non possiamo fermarci sul concetto di bene della città perché sono certa che possa appartenere a chiunque, sono i metodi a fare la differenza. Noi avevamo e abbiamo una visione di città, Reset ne ha sicuramente una sua. I cittadini però hanno il diritto di sapere oggi quale progetto politico si intende mettere in atto e di vigilare se ciò che accade oggi rispetta la volontà che hanno espresso votando Renato Accorinti e il progetto di Cambiamo Messina dal Basso”.

Anche questa volta le polemiche restano dunque tutte all’interno e mostrano tutte le anime di un movimento che fatica a ritrovarsi compatto su ogni scelta. Reset però vuole dare il suo contributo. I gruppi di lavoro sono pronti a lavorare già da domattina, i primi risultati dovrebbero arrivare nel breve periodo. Queste, almeno, sono le intenzioni.

Francesca Stornante

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