Voragine nei conti comunali: le spese superano le entrate per oltre 70 milioni di euro

In questo preciso momento, al Comune di Messina ci sono, per l'anno 2012, oltre 70 milioni di euro di differenza tra le entrate e le spese. Ovviamente, con l’ago della bilancia che pende verso il segno meno. Dopo la pessima notizia di ieri sul dimezzamento dei fondi regionali (vedi correlato), oggi un’altra pessima notizia si è diffusa tra i corridoi di palazzo Zanca, che trova riscontro non nel semplice passaparola ma in un nota firmata dai dirigenti dell’area economica Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo, i quali avvisano i colleghi degli altri Dipartimenti,il commissario straordinario Luigi Croce, il Presidente del Consiglio comunale Pippo Previti, il segretario generale Santi Alligo ed il collegio dei revisori dei conti che il patto di stabilità 2012 è seriamente a rischio.

Dall’attività di monitoraggio è infatti emerso che – ad oggi e, quindi, a due mesi della fine dell’anno ma soprattutto a pochi giorni dalla scadenza dei termini per l’approvazione del bilancio previsionale, fissata al 31 ottobre – «la differenza tra l’obiettivo programmatico e il saldo finanziario della gestione è pari a – 72.282.712,92». Un dato «preoccupante» sottolineano Coglitore e Di Leo nel documento, soprattutto se si considera che «occorre procedere ad ulteriori impegni, obbligatori per legge, e fra gli stessi determinarne le priorità».

Insomma, la situazione potrebbe addirittura peggiorare, così come peraltro è successo da agosto ad oggi: già in piena estate, i revisori dei conti di Palazzo Zanca avevano lanciato l’allarme, sottolineando l’esistenza di un saldo finanziario negativo, con la differenza tra le entrate finali nette e le spese finali in termini di competenza mista pari ad euro 62. 865.000,00 (10 milioni in meno di oggi), e denunciando come i dati riscontrati al 24 agosto rendessero complicato il raggiungimento dell’obiettivo annuale prefissato per rispettare il patto di stabilità 2012, pari a + euro 15.474.000,00 (vedi correlato). In quell’occasione, Coglitore e Di Leo si affrettarono a smorzare le polemiche, ma oggi sono loro ad ammonire l’ente «ad adottare tutti i provvedimenti correttivi e contenitivi finalizzati a non aggravare la propria situazione finanziaria». Nello specifico, sollecitano tutti i «dirigenti responsabili di “ENTRATE”» a provvedere, nel più breve tempo possibile , e comunque non oltre il 30 ottobre, ad accertare tutte le entrate di propria competenza, pena il blocco di tutti gli impegni. In particolare – scrivono Coglitore e Di Leo – mancano gli accertamenti tributari (Tarsu, Imu etc) e questo, a loro avviso, rende il dato della differenza tra entrate e uscite «non molto significativo», nonostante qualche riga più su lo avessero definito preoccupante.

Calendario alla mano, il 30 ottobre è troppo vicino per poter credere e sperare in una svolta. Il destino del Comune è segnato, il crack più vicino, il fallimento inevitabile ed ogni azione intrapresa adesso sembra solo il tentativo di tamponare un’emorragia troppo vasta per essere fermata definitivamente. Anche la circolare firmata dal commissario straordinario e spedita due giorni fa agli amministratori di Messinambiente, Ato3, Atm e Amam sembra una misura tampone più che la soluzione definitiva ai problemi delle partecipate.

In sostanza, Croce impone il proprio “controllo” sulle società che orbitano attorno al Comune, invitando i responsabili delle stesse a comunicare l’importo annuo delle proprie indennità; a non effettuare pagamenti, previa autorizzazione , tranne quelli che potrebbero causare danni erariali; a bloccare ogni cambiamento di qualifica o di livello dei dipendenti, a comunicare il numero i nomi del personale dirigente e il compenso annuo di ciascuno; e infine a trasmettere i verbali d’ assemblea e di consiglio di amministrazione o le delibere dell’amministratore unico degli ultimi cinque anni.

Intanto, sulla drammatica situazione dell’ente, le reazioni del mondo politico e sindacale si moltiplicano di ora in ora. Secondo il segretario cittadino del PD, Giuseppe Grioli, «oggi prioritaria è l’istituzione di un’unità di crisi che sia in grado di adottare un piano d’emergenza capace di sedare le tensioni sociali in progressivo aumento e contestualmente porre le basi per un piano di ricostruzione».

Il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, ricorda che «la Cgil aveva ripetutamente denunciato cosa stava accadendo ma siamo stati liquidati come pessimisti e Cassandre. Oggi, mentre oramai sono palesi le responsabilità di tutto ciò, diventa prioritario trovare soluzioni che non finiscano per pesare sempre sui più deboli e sugli onesti».

Il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese, invoca una doppia azione per affrontare l'emergenza della crisi attuale: «intanto ricercare ogni possibile utile soluzione per affrontare, risolvere o almeno tamponare la crisi di liquidità in modo da superare l'emergenza. Poi – propone – un Patto sociale attraverso il quale riorganizzare, ristrutturare e riportare l'impianto di governo amministrativo e dei servizi su base sostenibile e funzionale».

E mentre Messina affonda, anche a causa dei tagli ai trasferimenti statali e regionali, un comunicato della Presidenza della Regione ci informa che «le sale cinematografiche siciliane e in generale le piccole e medie imprese audiovisive isolane, potranno avviare interventi di adeguamento tecnologico e allinearsi così agli standard qualitativi richiesti dalla fruizione odierna dei prodotti cinematografici. Lo prevede -continua il comunicato – il decreto emanato dall'assessorato regionale del Turismo, Sport e Spettacolo che stanzia circa 3 milioni di euro per la digitalizzazione e la post-produzione. Al decreto farà immediatamente seguito il bando, attraverso il quale si procederà all'assegnazione delle risorse, trasferite dalla Direzione generale per il cinema del ministero dei Beni culturali».

I tre milioni di euro per la digitalizzazione delle sale cinematografiche (solo per la Sicilia!) , stanziati dal Governo ed erogati dalla Regione, sono uno schiaffo in faccia di fronte ai tagli all’istruzione, alla sanità, all’assistenza ai disabili e ai sacrifici imposti agli italiani in questo monento di grave crisi. (Danila La Torre)