Il Supercondominio: “Via Ducezio e via Scite sono strade private,vogliamo i cancelli”. Lo stop dell’Aula

La “pazza idea”, per dirla alla Patty Pravo,è venuta al “supercondominio” e si è tramutata in istanza formale presentata e valutata dagli uffici di Palazzo Zanca. Fin quando, il Consiglio della IV circoscrizione ha detto stop, e dello stesso parere è stata la Commissione consiliare viabilità interpellata nei giorni scorsi.

La bizzarra idea del Supercondominio (che riunisce circa 23 condomini dell’area fino a monte) è quella, oltre 50 anni dopo la realizzazione dei primi complessi abitativi, di chiudere con cancelli le vie Ducezio e Scite e trasformarle in strade private.

Improvvisamente un’intera zona della città, popolatissima, che include appartamenti e complessi la Cot, il centro ammassamento della Protezione civile, uffici, negozi, e la Telecom, diventerebbe una sorta di area privata alla quale accedere attraverso cancelli e portinerie.

I presupposti formali per l’istanza in realtà ci sono e dipendono dalle consuete e lungaggini e sviste burocratiche, da qui la presentazione ufficiale, della richiesta al Dipartimento viabilità avanzata da parte dell’amministratore del “supercondominio” (che ha competenza per le parti comuni ai singoli complessi) ad inizio 2016.

Parte dei residenti, soprattutto quelli dei complessi più a monte, da Park Palace, al parco Mira, dal Residence 74 fino alle più recenti costruzioni,lamentano casi di furti o comunque scarse condizioni di sicurezza.

Se la via Ducezio consente l’accesso da viale Italia a migliaia di automobilisti e pedoni, la via Scite, di poco distante,è una strada di collegamento con piazza Pietro Castelli ed è altrettanto utilizzata come la precedente. Si tratta comunque, come il resto della città, di strade comunali.

L’idea di alzare fortini e blindare un’intera zona come se fosse privata, trasformando una zona del centro nel Residence dei laghi di Ganzirri, è finita sul tavolo dell’ingegnere Pizzino che sotto il profilo normativo si apprestava a dare parere conforme.

Nel frattempo però ad alzare la bandierina è stato il Consiglio della IV circoscrizione. Che a maggio ha esaminato l’istanza presentata dal supercondominio e che aveva anche il parere negativo della Polizia Municipale.

Ad originare l’equivoco è il piano di lottizzazione presentato dalla società Mira Costruzioni nel lontano 1961 e che prevedeva la realizzazione di una strada di collegamento tra il viale Italia e Montepiselli. Nel 1966 veniva depositato un atto con cui venivano cedute le strade che servivano l’intera area lottizzata ma che, in base all’intesa stipulata, sarebbero dovute essere acquisite dall’amministrazione e quindi municipalizzate a conclusione dei lavori di urbanizzazione effettuati dall’impresa (compresa la realizzazione di un asilo che sarebbe dovuto diventare comunale ma che non è mai stato costruito). Nel frattempo sono trascorsi più di 50 anni e l’iter procedurale è stato dimenticato.

Fino a quando, nel 2016, a qualcuno è venuto in mente non di chiudere eventualmente, per sicurezza l’ultimo tratto di accesso ai condomini, ovvero la parte di strada oltre il ponte del Park Palace, ma mettere cancelli e passi carrabili all’inizio della via Ducezio, trasformando parte del quartiere in area privata.

“Il Consiglio si è espresso in modo unanime- ha commentato il presidente Francesco Palano Quero- quando l’istanza è arrivata al nostro esame, nei mesi scorsi. Abbiamo chiesto parere legale e l’attivazione di un tavolo tecnico che chiarisse la questione. E’ una zona popolata,lo stesso corpo di Polizia Municipale ha espresso parere negativo. Non dimentichiamo che il dipartimento protezione civile ha inserito la Cot all’interno degli elenchi degli edifici tatti del piano di protezione civile. Esiste ampia giurisprudenza inoltre che chiarisce che una strada che unisce due strade pubbliche non può essere chiusa improvvisamente dopo oltre 50 anni. Anche in Commissione viabilità è stato rilevato che i condomini hanno la proprietà delle due strade ma non il possesso. Queste strade devono essere acquisite dal Comune e sanare una situazione rimasta insoluta. Se volevano chiuderla dovevano farlo mezzo secolo fa”.

La vicenda è finita al centro di una seduta della Commissione viabilità che ha evidenziato la necessità d’interventi alla viabilità in considerazione dell’alta densità demografica nonché l’urgenza dell’acquisizione delle due strade.

Tutti i consiglieri hanno rilevato l’assurdità del chiudere all’accesso un’area che include un istituto polispecialistico come il Cot, l’area di ammassamento individuata dalla protezione civile in caso di sisma per non parlare di alcuni uffici Telecom e di negozi. L’anomalia sarebbe, ad esempio, l’arrivo di un’ambulanza che resta bloccata ai cancelli oppure di migliaia di pazienti che si recano alla clinica.

La seduta è stata aggiornata in attesa di un parere legale sull’iter di acquisizione delle due strade.

Rosaria Brancato