Politica

Pd: “Il doppiopesismo del sindaco di Messina convince solo se stesso”

MESSINA – “Il sindaco di Messina ha una visione tutta sua della gestione della cosa pubblica e dei rapporti politici, secondo la quale lo stesso si ritiene autorizzato a dileggiare, senza decenza, le altre istituzioni, contribuendo ad isolare la nostra città, mentre i consiglieri comunali, democraticamente eletti, piuttosto che i sindacalisti, o chiunque la pensi diversamente da lui, dovrebbe astenersi dalla benché minima critica. Il Partito democratico di Messina ragiona in termini diametralmente opposti e sosterrà sempre i consiglieri comunali, i militanti e chiunque vorrà esprimere civilmente le proprie opinioni e le proprie critiche all’operato dell’amministrazione”.

Rispetto per il PD e i suoi esponenti

A sostenerlo è la segreteria cittadina del Pd attraverso una nota diramata oggi. “Il Partito democratico di Messina, inoltre – viene specificato – non consentirà più né al sindaco,  né a chiunque altro, di rivolgersi senza il dovuto rispetto agli esponenti del Partito democratico, né di continuare ad appellarli con il termine Pidioti che riteniamo offensivo e lesivo della dignità di chi esprime liberamente una identità politica, oltre che ovviamente di coloro che lo usano”.

La nota va anche oltre: “Se il sindaco è abituato a essere compiaciuto da seguaci storici e voltagabbana recenti, non può certo pretendere la stessa cosa da chi coerentemente esprime le proprie idee o di tappare la bocca a chiunque la pensi diversamente da lui; si ristabilisca, pertanto, una dialettica politica rispettosa dei ruoli e ciascuno si assuma le proprie responsabilità, più sostanza, insomma, e meno teatrini”.

Deriva autoritaria refrattaria al confronto

Vengono definiti “inopportuni e demagogici i giudizi sui compensi, invero ridicoli, percepiti dai consiglieri e se gli stessi siano o meno meritati, non sta a lui giudicare, piuttosto agli elettori. Peraltro le questioni commentate dai consiglieri meritano la massima attenzione perché sono paradigmatiche di un modo di essere di un sindaco allergico alla democrazia e al confronto nonché dei bisogni dei cittadini; ci riferiamo, soprattutto, alle indagini non autorizzate della polizia municipale. Questa vicenda, che il sindaco vorrebbe far passare sottotono, è emblematica di una evidente deriva autoritaria, molto gradita al sindaco e a coloro, non solo tra i seguaci del sindaco, che hanno difficoltà a confrontarsi democraticamente.

Il Partito democratico intende accendere un riflettore sulla vicenda perché a nessuno è consentito, nemmeno al sindaco, di utilizzare risorse umane e mezzi del Comune come se appartenessero alla propria impresa privata, né di violare diritti costituzionalmente garantiti”.