Operazione Black Shadow, ecco i dettagli dell’arresto del giudice Amato

Ha avuto origine a Bolzano ed è stata battezzata Black Shadow la maxi inchiesta che coinvolge anche il giudice messinese Gaetano Maria Amato. Cinquantotto anni, attualmente in organico nella Corte d’Appello di Reggio Calabria, Amato è indagato per essersi procurato o aver detenuto (art 600 ter) materiale pedopornografico di minori di 18 anni.

L'inchiesta sta verificando l'ipotesi di una rete più ampia, diffusa su tutto il territorio italiano, di produzione e scambio di materiale pedopornografico attraverso servizi di messaggistica istantanea e scambio file, tipo Skype.

Durante la fase di indagini sono stati 40 i file trovati tra il materiale informatico secondo gli investigatori riconducibile ad Amato, ora al vaglio degli inquirenti.

Gli accertamenti, condotti dalla Polizia Postale di Trento, hanno preso il via da una perquisizione effettuata su un 38enne di Bolzano ritrovato in possesso di tantissimo materiale pedopornografico. Un vero e proprio vaso di pandora quello poi scoperchiato, passo passo, dalle minuziose indagini degli agenti. Le successive perquisizioni, personali e domiciliari, hanno riguardato 48 soggetti sparsi su tutto il territorio italiano, tra cui lo stesso giudice Amato.

E’ stato il Procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci a richiedere, per lui, la custodia cautelare in carcere, ed il Gip Maria Vermiglio ad accoglierla. Amato si trova adesso nella Casa Circondariale di Gazzi dove, ieri pomeriggio, si è anche svolto l’interrogatorio di garanzia. Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha invece già avviato la procedura di sospensione cautelare dalle funzioni e dallo stipendio, nonché il collocamento fuori dal ruolo organico della magistratura.

(Veronica Crocitti)