Indagato l’ex assessore regionale Sanzarello: intascò oltre un miliardo di tangenti dall’Aias di Barcellona

Sei anni di mazzette, oltre un miliardo di lire intascato, l’affitto di un appartamento pagato per anni a circa mille euro al mese. Un altro caso di tangenti pagate a politici in cambio di contributi pubblici. E quel che è peggio che il ricatto avveniva ai danni dei disabili poiché a pagare quello che era un vero e proprio pizzo erano i dirigenti dell’Aias di Barcellona, l’ente che si occupa di assistenza ai disabili. Non per niente la sezione nel 2010, in pieno dissesto finanziario, finì commissariata. La Giunta nazionale dell’ente, infatti, aveva riscontrato gravi anomalie nei libri contabili della sezione barcellonese. Scattò l’inchiesta della Procura ed il presidente Luigi La Rosa fu indagato per peculato. Lo stesso La Rosa decise così di vuotare il sacco raccontando anni di tangenti pagati ai boss locali. Ma parlando con i magistrati della Dda è venuto fuori un nome di un politico eccellente. Ad intascare oltre un miliardo di lire sarebbe stato l’on. Sebastiano Sanzarello, originario di Mistretta, ex esponente di Udc e Forza Italia ed assessore regionale alla Sanità fra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila. La storia è emersa nel corso delle indagini dell’operazione antimafia “Gotha 2”. L’ex presidente dell’Aias di Barcellona rivelò i rapporti con le famiglie mafiose locali e con i politici. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Messina, Giuseppe Verzera, ha avuto risvolti clamorosi. Oggi la Squadra Mobile ha notificato quattro avvisi di conclusione delle indagini a carico di Sanzarello, indagato per concussione, di Oreste Casimo, 50 anni funzionario amministrativo della Regione Siciliana, dell’ex presidente dell’Aias di Barcellona Luigi La Rosa, 45 anni e dell’ex vicepresidente Sebastiano Salvatore Messina, 53 anni gli ultimi tre indagati per corruzione. L’Aias pagava tangenti per ottenere dalla Regione i rimborsi per le prestazioni sanitarie erogate, sfruttando gli strettissimi rapporti che intercorrevano fra il vicepresidente Messina e Sanzarello. L’esponente politico di centrodestra nel 1998 si fece consegnare 30 milioni di lire per stipulare la convenzione tra la Regione e l’Aias di Barcellona, indispensabile per l’associazione di assistenza ai disabili per ottenere i contributi pubblici. Non solo ma per diversi anni si fece pagare l’affitto mensile di un in immobile adibito a sua segreteria politica per un totale di circa un miliardo di lire. E nel 2004 Sanzarello chiese a La Rosa e Messina un contributo di 50.000 euro per l’acquisto di un immobile a Roma. Questa volta però la somma gli fu negata. Il funzionario regionale Oreste Casimo, invece, si fece consegnare da La Rosa somme variabili fra 2000 e 6000 euro per accelerare l’approvazione delle delibere mensili di pagamenti da parte della Regione.
Un fiume di denaro che contribuì a ridurre sul lastrico la sezione Aias barcellonese con gravi conseguenze per i disabili che ricevevano ogni tipo di assistenza. Nella prima tranche dell’inchiesta, scattata l’undici luglio scorso, la Squadra Mobile arrestò gli esponenti delle famiglie mafiose barcellonesi Giovanni Rao, Carmelo Giambò, Mariano Foti e Carmelo D’Amico ai quali La Rosa era costretto a pagare il pizzo per lavorare senza problemi.