Treni lumaca, Messina-Palermo tra le dieci peggiori linee italiane per i pendolari

Riparte la campagna “Pendolaria” di Legambiente, uno screening del trasporto ferroviario approfondito che mette in evidenza le diverse criticità ed inefficienze presenti anche nel profondo nord.

Ritardi, soppressioni e convogli sporchi. Che i pendolari siciliani avessero vita dura era già noto ma che la tratta Messina-Palermo fosse tra le dieci peggiori in Italia lascia poco margine a chi vorrebbe definire ancora come “mobilità sostenibile” i collegamenti tra i due capoluoghi siciliani.

Il trasporto su rotaia si è trasformata in una vera e propria emergenza nazionale, aggravata ancor più dalla riduzione del 22% delle risorse finanziarie stanziate nel triennio 2010-2012 rispetto al 2007-2009, una contrazione degli investimenti che ha comportato notevoli disagi a chi utilizza il treno quale mezzo di trasporto giornaliero.

Convogli affollati e quasi sempre in ritardo, carrozze sporche ed obsolete, un fenomeno che non risparmia nessuna zona del territorio italiano visto che la Messina-Palermo non è l’unica tratta “lumaca”.

Tra le linee ferroviarie segnalate come le peggiori d’Italia, ci sono la Circumvesuviana, la Roma-Viterbo, la Pinerolo-Torre Pellice, la Padova-Venezia Mestre, la Genova Voltri-Genova Nervi, la Viareggio–Firenza, la Stradella–Milano, la Bologna–Ravenna e la Potenza–Salerno.

Nella relazione sui disservizi la tratta Messina-Palermo viene così descritta: “tra i disagi maggiori che scontano i pendolari siciliani ci sono quelli della linea Palermo-Messina, una delle più lente d’Italia con il record di 4 ore per 225 km. Per il 55% della linea c’è ancora il binario unico ed i ritardi sono costanti come le soppressioni dei treni, le carrozze sempre più sporche e le stazioni sono messe fuori uso dai vandali. In attesa degli interventi infrastrutturali i pendolari impiegano mediamente 3 ore e 20 minuti tra la città sullo Stretto e il capoluogo”.

Nulla da obiettare sulla qualità scadente del servizio che penalizza i numerosi utenti della zona tirrenica, costretti quotidianamente a spostarsi per motivi di lavoro o di studio; si tratta della punta dell’iceberg di un sistema ferroviario siciliano antidiluviano e non rispondente alle esigenze di un territorio estremamente complesso e tradizionalmente carente nel sistema della mobilità.

Legambiente denuncia l’abbandono dei pendolari da parte del Governo e delle Regioni, la soppressione di numerosi treni e l’aumento consistente del prezzo dei biglietti e preannuncia una giornata di mobilitazione per martedì 18 dicembre contro “i soliti vecchi treni”.

(Giuseppe Spano’)