Calabrò ad Accorinti: «Nessuno è titolare esclusivo della bandiera della libertà e dell’autonomia»

Come un pugile all’angolo ha incassato i colpi dell’avversario senza reagire. Ma dopo aver “subito” in silenzio gli attacchi dello sfidante Renato Accorinti, che negli ultimi due giorni non gli ha risparmiato critiche, Felice Calabrò ha deciso di uscire dall’angolo e colpire con altrettanta forza. Al posto dei guantoni – anche per lui come per Accorinti – una penna o meglio una testiera del computer, attraverso la quale ha scritto quanto segue.

«Temo che in questi ultimi giorni di campagna elettorale i toni si stiano facendo accesi e si stia facendo un po’ di confusione su principi per me importantissimi. Alla luce di queste considerazioni – spiega il candidato sindaco del centro-sinistra – voglio quindi soffermarmi su alcuni punti per fare chiarezza. Rivendico con orgoglio il mio essere un esponente della società civile e nel contempo ribadisco a chiare lettere e con lo stesso orgoglio la mia appartenenza convinta ad un partito, il Pd. La mia storia personale è questa, fatta di partecipazione e impegno quotidiano al servizio della mia città e non soltanto non me ne vergogno ma la rivendico giorno per giorno. E’ incomprensibile ed intollerabile questa distinzione netta che si fa tra “politica” e “società civile” come se fossero due mondi opposti. Si è scatenata una caccia alle streghe, nella quale il nemico è chi rivendica un’appartenenza partitica, scordando che solo grazie ai partiti l’Italia è la democrazia nella quale oggi ci vantiamo di vivere. Io non ci sto a questo modo qualunquista di interpretare il sistema dei partiti e l’arte dell’amministrare».

Secondo Calabrò esiste «una buona politica ed un modo sbagliato di governare, ma la vera politica non deve essere cancellata per lasciare spazio al vuoto di proposte, di idee, di sogni. Mi piace ricordare che se oggi sono il candidato sindaco del centro-sinistra è perché ho accettato la sfida delle primarie e sono stato votato non dalle segreterie ma dai messinesi. La mia candidatura – continua – non è stata decisa in una stanza ma dalle urne che sono lo strumento democratico che il nostro partito, unico esempio in Italia, ha voluto. Ora basta con la demonizzazione del sistema partitico, che non è perfetto, ma è perfettibile, come ogni cosa del resto. Si dimentica che accanto a me c’è un’intera coalizione che merita rispetto perché è fatta da centinaia di uomini e donne che si stanno spendendo per un’idea nuova di Messina e che sono pronti a scommettersi nelle Istituzioni per portarla avanti. Tutti, dai leader dei singoli partiti, al consigliere di quartiere, al candidato che non è stato eletto, fino all’ultimo sostenitore, meritano rispetto, perché chi crede in un sistema di valori, non può essere considerato invisibile».

«Il recente voto delle amministrative – prosegue Calabrò nel documento – ha dimostrato che gli italiani hanno capito che la protesta sterile non costruisce niente, è una porta chiusa. La mia proposta di governo si basa sui fatti, su progetti realizzabili e finanziabili. E’ per questo che colgo con interesse le dichiarazioni dell’onorevole Enzo Garofalo a proposito di alcune delle priorità indicate nel programma del centro-destra e che hanno diversi punti di convergenza con il nostro, perché mettono al primo posto l’interesse della città. La riqualificazione della zona falcata attraverso le sinergie tra gli Enti di competenza, la riconversione della rada San Francesco, la valorizzazione dei villaggi sono tematiche che ci vedono tutti dalla stessa parte, che è l’interesse dei cittadini. Certo che dico sì al dialogo, al confronto con chi appartiene a formazioni politiche diverse dalla mia, ma ha in comune con me la stessa determinazione di migliorare Messina. Questa è la politica, il pensare sempre usando il termine “noi” e non la parola “io”».

Agli attacchi personali, Calabrò sottolinea di non voler rispondere : «la mia vita e la mia storia, come uomo e come politico – scrive – parlano per me. Spesso, additando solo in casa d’altri non si fa attenzione a quanto succede in casa propria e a volte “guardando solo la pagliuzza negli occhi del proprio fratello non si riesce a vedere la trave nel nostro occhio”. Nessuno può ritenere di essere il titolare esclusivo della bandiera della libertà e dell’autonomia».

Il candidato sindaco del centro-sinistra torna anche a parlare dell’appartenenza a logge massoniche dell’assessore designato Salvatore Versaci: «voglio sottolineare che è una persona perbene che non ha mai fatto mistero alcuno sulle sue scelte ed aggiungo che al momento della mia candidatura ho condiviso insieme ai miei alleati un Codice etico abbastanza chiaro e dettagliato. La politica non si fa con i sospetti e i veleni. Non sono queste le argomentazioni che m’interessano. Confrontiamoci sui fatti. Ma a quanto pare, in assenza di proposte concrete – conclude Calabrò – sono proprio quelli a mancare dall’altra parte».