Coronavirus

Per ripartire serve una guida come Draghi e l’unione di visioni lucide e lungimiranti

Di seguito la riflessione del professor Bottaro che si sofferma sulla necessità di affrontare nel modo più adeguato il prossimo, delicatissimo, periodo.

Due lucidi “nemici”

I due grandi “nemici” Enrico Letta e Matteo Renzi si sono dimostrati, nella difficile fase dell’emergenza Coronavirus, come gli esponenti politici italiani più lucidi sia nell’analisi della situazione socio-politica sia nella ricerca delle migliori soluzioni possibili. Il primo ha messo in campo una serie di suggerimenti in materia economico-sociale e di corrette relazioni dell’Italia con l’Unione europea, come nel caso del ricorso alla cassa integrazione garantita con fondi europei “SURE”, che dovremmo cercare di seguire per riuscire a limitare i pesantissimi danni che la caduta verticale del PIL produrrà, nei prossimi mesi, su famiglie e imprese. Il secondo, piaccia o non piaccia, ha descritto gli errori posti in essere con la decretazione d’urgenza soprattutto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale, in un momento certamente emergenziale, ha tuttavia inopinatamente deciso la compressione delle nostre libertà personali con “semplici” atti amministrativi (DPCM appunto), per di più dai termini finali incerti, invece che con i più opportuni, dal punto di vista costituzionale, Decreti legge da far convertire in tempi strettissimi dal Parlamento.

La Costituzione è chiara

La Costituzione italiana è estremamente chiara, in tutta la sua articolazione, nell’intendimento che lo “Stato di eccezione” va sempre evitato per le conseguenze esiziali che potrebbe produrre, ma risulta essere altrettanto chiara sul fatto che soltanto la legge, o l’atto avente forza di legge adottato dal Governo in casi straordinari di necessità e urgenza, rappresenti lo strumento indispensabile a regolare materie molto delicate come quelle trattate dai numerosi decreti del periodo marzo-aprile 2020.

Unire le visioni dei due “nemici”

Forse servirebbe, per il bene del Paese, mettere assieme l’esperienza dei due “nemici” e la loro visione politica, possibilmente sotto la guida di un leader che abbia un’alta credibilità europea e internazionale come Mario Draghi e con il supporto di personalità capaci presenti in tutti gli schieramenti politici, vedi il Presidente del Veneto Luca Zaia. Nelle situazioni di emergenza politica, sociale ed economica sarebbe meglio avere al governo figure capaci di mettere a punto soluzioni allo stesso tempo efficaci nel breve termine e lungimiranti sul lungo periodo, anche se qualche volta non sempre popolari.

Le difficoltà di Conte

Durante l’emergenza, invece, il Presidente Conte è riuscito in qualche modo a destreggiarsi nei vertici internazionali e nelle relazioni con gli altri leader europei ma ha mostrato crescenti difficoltà, parecchie incongruenze e scarsa capacità di mediazione soprattutto nel riuscire a gestire il difficile rapporto di collaborazione istituzionale tra Stato, regioni ed enti locali.

Chi gioca sulle paure

Matteo Salvini e Giorgia Meloni, i quali nella prima fase della pandemia, ascoltando i saggi consigli del Presidente della Repubblica Mattarella, avevano tutto sommato tenuto un atteggiamento responsabile e costruttivo, trascorse le festività pasquali sono ricaduti nell’azione politica che è loro più consona per natura, quella di soffiare e giocare sulle paure dei cittadini cavalcando l’emergenza per screditare le istituzioni europee e poter contemporaneamente costruire una narrazione populista e sovranista.

I nostri politici sono all’altezza?

Sorvolando sull’analisi delle posizioni e scelte politiche espresse da molti (ma non tutti) esponenti e amministratori locali per carità di Patria, a questo punto, diviene indispensabile formulare la speranza che la nostra classe politica possa ritrovare una capacità di disegnare e progettare la fase della ripartenza, anche riuscendo a utilizzare al meglio le ingenti risorse europee a disposizione. Sta per aprirsi un periodo delicatissimo, politicamente ed economicamente, nel quale diviene imperativo mantenere la salvaguardia della Salute pubblica e quella dei singoli cittadini garantendo la buona amministrazione e, nel contempo, incrementando la produttività delle imprese e dei servizi in piena sicurezza. Ben sapendo che vanno ridefiniti obiettivi, strategia e struttura di interi settori essenziali per l’Italia, in particolare per il Sud e la Sicilia, come il turismo e l’agricoltura. La nostra classe politica sarà all’altezza di un compito così gravoso? Lo sapremo soltanto tra qualche anno, sperando che non sia troppo tardi.

Giuseppe Bottaro

Docente di Storia delle dottrine politiche, Università di Messina