Il piano pluriennale di riequilibrio è al vaglio del commissario Croce

Il piano pluriennale di riequilibrio è al vaglio del commissario straordinario Luigi Croce. Il ragioniere generale Ferdinando Coglitore ed il responsabile al bilancio, Giovanni Di Leo lo hanno trasmesso all’Ufficio di Gabinetto questa mattina, dopo aver lavorato, insieme al loro staff, anche sabato e domenica. Un tour de force per non fare cadere nel vuoto la richiesta del reggente di Palazzo Zanca di velocizzare i tempi, notificata nei giorni scorsi, con tanto di nota protocollata, al Dipartimento dell’area economica (vedi correlato).

Dal piano di riequilibrio dipende la concessione del fondo di rotazione istituito dal Governo nazionale, che dovrebbe far arrivare a Messina circa 50 milioni di euro, da restituire in 10 anni. L’adesione al salva-Comuni è l’unica speranza che resta a Palazzo Zanca per evitare il dissesto finanziario e programmare il risanamento delle casse comunali. Che avrà comunque un costo elevatissimo, 5 milioni di euro l’anno, a cui dovrà aggiungersi la “rata” del prestito regionale. Nonostante le dichiarazioni di venerdì scorso dell’assessore Nino Bartolotta, che indicava quella odierna come data decisiva , su questo fronte tutto tace e per sapere quanto trasferirà esattamente la Regione a Messina e soprattutto quando, bisognerà attendere ancora qualche giorno.

C’è una piccola novità, invece, per quanto riguarda la battaglia legale per lo sforamento del patto di stabilità 2011 ed il ricorso presentato al Consiglio di Stato dal Ministero dell’Interno contro l’ordinanza di sospensiva da parte del Tar della sanzione di 7,2 milioni di euro, già incassati dal Comune ed inseriti nel bilancio di previsione 2012. Il legale di Palazzo Zanca, Arturo Merlo, ha chiesto ed ottenuto in sede di udienza un differimento dei termini. Il Comune, dunque, prende tempo nella speranza che la Corte costituzionale dichiari esente la Sicilia dai vincoli del patto di stabilità, almeno per il 2011.

Ma torniamo al piano pluriennale redatto da Coglitore e Di Leo. Una volta esaminato, il commissario Croce potrà decidere di chiedere integrazioni o modifiche al documento, che tornerebbe così sulla scrivania dei due dirigenti. Entrambi, però, avvisano: «Saranno apportate solo modifiche ragionevoli, altrimenti il piano non si tocca».

Cogliore e Di Leo non intendono soccombere ad “imposizioni”, come avvenuto per il previsionale, e questa volta sono pronti allo scontro. Costi quel che costi, anche il default. (Danila La Torre)