Niente scerbature né potature. Da Catarratti a Marmora, incuria e degrado

Una zona simile ad un palcoscenico da guerra. E’ così che i consiglieri della III circoscrizione, Andrea Aliotta e Nunzio Signorino, definiscono Catarratti. “Le condizioni igienico sanitarie che scaturiscono dall’incuria del torrente, vera e propria discarica a cielo aperto, ove ormai la vegetazione selvaggia ha prodotto caratteristiche degne di una foresta – scrivono i due consiglieri – non possono essere accettate dalla popolazione. La passerella che sovrasta il torrente, strada di collegamento tra le due carreggiate che affiancano lo stesso torrente, è in condizioni pericolose. La rete metallica che circonda tale ponticello ormai da parecchi anni è disomogenea, arrugginita e spigolosa tanto da essere insidiosa per tutti. L’area per bambini, nella piazzetta, è diventata inutilizzabile. Per non parlare della pavimentazione che in alcune zone appare davvero impraticabile”.

Punta, invece, sulla mancata scerbatura e la potatura degli alberi, il consigliere della III circoscrizione, Mario Barresi. “Sono stato promotore di due delibere – scrive -, votate dal Consiglio della 3^ Circoscrizione, per la scerbatura dello spartitraffico di viale La Farina dal palazzo Atm fino all’incrocio con via Santa Cecilia, diventato una selva colmo oltretutto di rifiuti di ogni tipo, e per le due aiuole del rione Provinciale oltre a quelle dei binari del tram. Non abbiamo mai ricevuto neppure una risposta. Il discorso non cambia per le potature degli alberi a rischio schianto, su tutti quello all’interno dell’Atm, diventato pericoloso anche per i cittadini che transitano dalla Via Vittorio Veneto, e un enorme ficus sito in via Catania ad angolo con via Piemonte”.

Dal III quartiere al VI, dove da mesi il consigliere Mario Biancuzzo lancia l’allarme erosione costiera, in particolare nel tratto compreso tra Marmora e Orto Liuzzo. A Marmora, nello specifico, appena venti giorni fa l’Amam era intervenuta a protezione della condotta fognaria ma adesso il danno si è ripresentato. “Una recinzione è stata danneggiata – scrive Biancuzzo -, i tubi della rete fognaria spazzati via dalle violente onde e alcuni immobili sono a rischio, compresa villa Alfano, struttura confiscata alla mafia e ora nella disponibilità del Comune, per la cui manutenzione sarebbero anche stati spesi dei soldi”.