Anche a Messina la mobilitazione nazionale dei sindacati

Ha fatto tappa anche a Messina la mobilitazione nazionale dei sindacati per chiedere al Governo di adottare provvedimenti legislativi atti a prolungare la durata del permesso per attesa occupazione (almeno a 24 mesi) ed evitare che decine di migliaia di persone finiscano nelle mani del racket, del lavoro nero e del grave sfruttamento.

Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato con un sit-in sotto la sede della Prefettura, così come avvenuto in altre 70 città italiane.

Dal 2011 ad oggi sarebbero quasi un milione i permessi di soggiorno non rinnovati, di cui almeno 400 mila per motivi di lavoro. È questo il quadro elaborato, sulla base di dati del Ministero dell’Interno e di Istat.

La crisi economica in Italia ha colpito duramente anche il lavoro degli stranieri negli ultimi anni, tanto che il loro tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 17%. Sono moltissimi i lavoratori migranti che hanno abbandonato il Paese o che hanno perso il permesso di soggiorno e sono finiti nella trappola del lavoro sommerso, un tunnel da cui è difficilissimo uscire ed in cui vengono virtualmente cancellati i diritti fondamentali, civili e del lavoro. Ed in effetti, da una parte gli attuali 12 mesi concessi dalla legge a chi ha perso il lavoro non sono sufficienti a trovarne un altro, dall’altra non tutte le questure applicano alla lettera la circolare del Viminale del 9 luglio 2012, secondo la quale il permesso può essere rinnovato anche oltre i dodici mesi, in presenza di un “reddito minimo derivante da fonti lecite non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale”.

Malgrado ciò tra il 2014 e il 2015 oltre 300 mila permessi non sono stati rinnovati. Circa 100 mila stranieri si sono trasferiti all’estero e i restanti 200 mila sono scivolati nell’illegalità del lavoro sommerso, spesso con conseguenze ancora più drammatiche per i loro familiari a carico, con particolare riferimento ai minori, magari nati in Italia.

Cgil, Cisl, Uil hanno chiesto ripetutamente al governo la proroga della durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione a 24 mesi; la messa in atto di politiche attive del lavoro, tese ad una maggiore inclusione sociale di tutti; di rivedere la posizione dei lavoratori stranieri che hanno perso lavoro e permesso; di combattere il lavoro nero e lo sfruttamento, purtroppo sempre più diffuso. Il lavoro nero, in molti settori produttivi, sta producendo situazioni di grave sfruttamento e sia spesso funzionale a fenomeni di tratta e lavoro forzato. Da qui la necessità di affrontare seriamente questo problema con l’adozione di provvedimenti legislativi atti a prolungare la durata del permesso per attesa occupazione (almeno a due anni) ed evitare che decine di migliaia di persone finiscano nelle mani del racket del lavoro nero e del grave sfruttamento.