Teatro in Fiera: in duecento all’assemblea cittadina. Oggi si replica

“Ci riserviamo di decidere quale sarà il destino del Teatro, come di tutto il complesso fieristico, in un’assemblea pubblica cittadina, che si svolgerà a partire dalle sei e mezza”. Così i membri dell’Assemblea Antifascista Permanente – nata dai movimenti e partiti che hanno manifestato insieme nella street antifascista di sabato mattina – hanno concluso una lunga giornata di discorsi e incontri. L’assemblea cittadina di domenica pomeriggio, nel padiglione 7, è stata partecipatissima. Circa duecento persone sono accorse ad ascoltare analisi o fare proposte.

Tra i primi ad intervenire il presidente della IV circoscrizione Francesco Quero, che già nel pomeriggio di ieri aveva espresso la sua solidarietà agli attivisti e oggi li ha pubblicamente ringraziati per “aver acceso i riflettori su uno spazio che è l’emblema di tutto quello che è stato sottratto alla città di Messina”. Ad ascoltare anche il presidente del V quartiere Alessandro Russo. Tramite un rappresentante del Movimento 5 Stelle, pieno appoggio all’iniziativa è stato manifestato dalla deputata all’ARS Valentina Zafarana.

Grande assente l’Autorità Portuale, seppur invitata a partecipare, che ha fatto però sapere che i manifestanti non possono restare nel Teatro in quanto inagibile. Gli occupanti di quello che è stato ribattezzato “Teatro Pinelli” – poiché riaperto proprio nella ricorrenza della morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli – hanno risposto che essendo inagibile il 90% degli istituti scolastici della nostra città, non c’è motivo di preoccuparsi proprio della loro sorte. Durante la lunga assemblea gli attivisti hanno denunciato: “l’assoluta mancanza di credibilità di tutti i soggetti che hanno avuto in custodia questo spazio e lo hanno lasciato marcire”, come ha sintetizzato il sindacalista Daniele David nel suo intervento. E della necessità di fare del quartiere fieristico uno spazio aperto e liberamente fruibile dai cittadini, contro ogni ipotesi di privatizzazione e speculazione, hanno parlato anche Daniele Ialacqua, portavoce di SEL, Renato Accorinti e Carmen Cordaro a nome del circolo Thomas Sankara di Messina. “Qui qualcuno sta manovrando sottobanco perché vuole quest’area” ha denunciato in un accorato intervento una lavoratrice dell’Ente Fiera, mentre Claudio Risitano, membro dell’assemblea antifascista, ha sottolineato come l’azione di ieri sia stata l’inaugurazione di “una nuova via tra il fallimento del pubblico e la rapacità del privato”.

Conclusa l’assemblea generale se n’è svolta un’altra, questa volta prettamente organizzativa, nell’area agibile del Teatro. Là dove ieri sera ha suonato il cantautore messinese Toti Poeta insieme ad altri artisti nostrani. Intanto l’Assemblea Provinciale del Partito di Rifondazione Comunista esprime pieno sostegno agli occupanti. “Il Teatro in fiera rappresenta la privazione e l’incuria in cui la città di Messina vive ormai da troppi anni. A chi ora è impegnato nell’impresa di far rivivere un pezzo importante di città, va il nostro pieno sostegno”.

Nell’assemblea quanto mai affollata di questa piovosa domenica di dicembre, erano due le emozioni tangibili tra i partecipanti: il sollievo e la sorpresa. Il sollievo di chi ha potuto di nuovo mettere piede in uno spazio per troppo tempo sottratto alla città – ben diciassette anni – e la sorpresa dei più giovani, che “non sapevano nemmeno che quella porta, sempre chiusa, fosse del Teatro”. Nell’intenzione dell’Assemblea Antifascista Permanente il teatro vuole essere un luogo di confronto con tutte le realtà che vogliono combattere l’attuale crisi economica e l’immobilismo politico, sociale e culturale in cui è scivolata Messina.

“Avremmo voluto donare un “nuovo” teatro, ma abbiamo scoperto un cratere: al posto della platea un cumulo di macerie, emblema dello smottamento culturale e civile che ha investito questa città negli ultimi vent’anni”- recita il comunicato redatto a fine giornata -” Un teatro che adesso è simbolo del fallimento assoluto di un’intera classe dirigente che a fronte di mega progetti sponsorizzati da soggetti privati (o da soggetti pubblici subalterni a interessi privati) non ha avuto cura di un bene pubblico così prezioso. Non solo il teatro: l’intero plesso fieristico…oltre 30 mila metri quadri sottratti alla collettività”. Un pezzo di storia cittadina che torna alle luci della ribalta in un presente oscurato da mille difficoltà. Aperto alla città, per la città. (Eleonora Corace)