Teatro in Fiera: suona l’ orchestra del Vittorio Emanuele

Il Teatro in Fiera chiama e il Vittorio Emanuele risponde. Almeno nelle vesti della sua orchestra sinfonica. Ha suonato, nei mesi scorsi, due volte per strada, in segno di protesta. Stasera l’orchestra del Vittorio Emanuele si esibirà sul palco della cittadella fieristica. Un’importante iniziativa di solidarietà che lega le controverse vicende del Vittorio Emanuele con la recente occupazione del Teatro in Fiera, abbandonato da diciassette anni. Il concerto è dedicato a Pippo Mafali, contrabassista, ma anche compositore, membro dell’orchestra e prematuramente scomparso la scorsa estate. Nell’assemblea che si è svolta mercoledì scorso al Vittorio Emanuele, a cui hanno preso parte anche rappresentanti degli occupanti del Teatro in Fiera, si è stabilito questo gemellaggio d’intenti ed iniziative. Ovvero: salvare il salvabile della cultura messinese, e lottare per la stabilizzazione degli orchestrali, precari da quindici anni e per giunta, in arretrato di tre prestazioni. L’evento di stasera cade nella prima settimana di occupazione del Teatro in Fiera, ribattezzato Pinelli. Dopo le due, partecipatissime, assemblee cittadine di domenica e lunedì scorso – alle quali hanno preso parte, tra gli altri, il Prefetto Stefano Trotta, il presidente dell’Autorità Portuale Antonino De Simone e il presidente del IV quartiere Francesco Quero – i manifestanti hanno raccolto la solidarietà del movimento Reset e dei commercianti della Via Garibaldi, alcuni dei quali hanno garantito cornetti gratis ogni giorno. Appoggio che arriva dopo quello di Rifondazione, Sel, Partito Democratico, Arci ed Arcigay, Comitato La Nostra Città e Movimento 5 Stelle. Ieri mattina, due sposi hanno scelto di fare le foto sul palco, tra gli occupanti. “Freschi di cerimonia loro, freschi come dopo una notte di presidio noi!”, ironizzano. E mentre gli attivisti hanno allestito una biblioteca, giovedì si è svolto un tavolo tecnico con gli architetti Marino e Mannino, in cui è stato analizzato il progetto che riguarda il ripristino del Teatro – risalente al 2008- e si è discusso di messa in sicurezza. Dai comunicati ufficiali di solidarietà ai piccoli gesti dei singoli cittadini, è evidente che l’occupazione del Teatro in Fiera tocca un nervo scoperto per la cittadinanza messinese. Il quartiere fieristico e il modo in cui è stato ridotto ferisce l’orgoglio, oltre che la decenza, dell’intera città. Intanto i membri dell’Assemblea Antifascista Permanente – in cui si sono raggruppati tutti i manifestanti che al termine del corteo antifascista di sabato scorso hanno fatto irruzione nel teatro riaprendolo dopo diciassette anni – fanno sapere di accogliere l’invito di usufruire di altri locali del quartiere fieristico piuttosto che del Teatro, per motivi di sicurezza. “Scegliamo i locali dell’Irrera a Mare”- scrivono- “perché il padiglione 7A, che ci era stato proposto, non è assolutamente adatto al tipo di programmazione calendarizzata per i prossimi gironi”. Rimarrà,comunque un presidio nell’area del Teatro. Questo per due motivi: “ Far vivere un luogo negato alla cittadinanza da troppo tempo e consentire ai liberi cittadini di avere voce in capitolo sul destino di questo simbolo della memoria culturale collettiva”. (Eleonora Corace)