Foti nel mirino della Uil per “atteggiamento prevaricatorio”. L’Orsa pensa agli 80 contrattisti in scadenza

“L’Atm è una bomba ad orologeria pronta a scoppiare”. A dichiararlo il Segretario Generale della Uiltrasporti Silvio Lasagni che ha deciso di rompere le relazioni industriali con l’azienda a causa di quello che definisce un “atteggiamento prevaricatorio e tracotante della direzione generale dell’Atm che comporta una gestione cervellotica del personale e delle attività aziendali”. Lasagni punta il dito contro il Direttore Giovanni Foti e contro il commissario Domenico Manna, accusati di adottare atti e azioni giudicati importanti e che riguardano l’organizzazione del lavoro e la gestione del personale senza alcuna concertazione con il sindacato.

“Più volte nel passato – sottolinea Lasagni – la Uiltrasporti insieme ad altre organizzazioni sindacali aveva manifestato tale sofferenza dichiarando persino lo stato di agitazione della categoria. Più volte nel passato il direttore generale ed il commissario straordinario hanno convocato il sindacato promettendo e assicurando una inversione di tendenza. Nulla di tutto ciò è avvenuto”. Lasagni rincara la dose e parla addirittura di azioni predisposte ad hoc per migliorare la posizione di dipendenti “affezionati” e dal curriculum discutibile a discapito di altri soltanto per il fatto che questi ultimi non hanno santi in paradiso. Accuse gravissime nei confronti della governance Atm finita nel mirino del sindacato.

E se la Uil rompe i rapporti, l’Orsa accende i riflettori su un’altra problematica che il Direttore Foti e l’amministrazione devono al più presto affrontare: il futuro degli 80 lavoratori ex Lsu. Tra quattro mesi scadranno i contratti ma ad oggi non ci sono risposte certe sul mantenimento di questi 80 dipendenti, né tantomeno si sa se sono state avviate delle azioni a sostegno di quei posti di lavoro. A rischio c’è addirittura la continuità dei servizi perché più della metà di questi lavoratori sono impiegati in settori legati alla vendita e alla verifica, mentre 24 di loro sono autisti di bus. In quest’ottica si sperava che l’approvazione della nuova pianta organica potesse dare un input per accelerare le procedure di stabilizzazione per gli ex Lsu, visto che secondo pianta organica gli autisti necessari per far funzionare davvero il trasporto pubblico dovranno essere 232. Ad oggi all’appello ne mancano una quarantina, senza dimenticare che sia i 24 ex Lsu che i 26 ex Ztl sono sempre in attesa di riconoscimento della qualifica di autista. Anche scorrendo il piano industriale che definisce progetti e obiettivi del triennio 2015-2017 ci si rende conto che proiettandoci al 2017 gli autisti che mancano sono addirittura 60 autisti, soprattutto se i progetti messi su carta andranno tutti in porto. Ecco perché l’Atm non può permettersi oggi di perdere 24 conducenti contrattisti in scadenza di contratto.

“Da più di un anno chiediamo a Dirigenza e Amministrazione Comunale di sottoporre alla Regione un piano di stabilizzazione se non vuol trovarsi a breve in piena emergenza organizzativa e occupazionale. Fino ad oggi ci sono giunte solo rassicurazioni ma il tempo stringe e ci auguriamo che l'Amministrazione attivi a breve i necessari percorsi con la Regione, diversamente dovrà presto rendere conto alla città dei disservizi che deriveranno da un'Azienda che vuol "fare trasporto senza autisti" e del problema occupazionale di 80 lavoratori per il quale questo sindacato ha già attivato le procedure di sciopero del comparto” dichiara il segretario ai trasporti Michele Barresi.

E non sarà sufficiente neanche l’iniziativa avviata dal Direttore Foti e dal commissario Manna che hanno aperto a tutti i dipendenti la possibilità di diventare autista, ovviamente dopo aver conseguito la patente di categoria D e la Carta di qualificazione del Conducente a proprie spese. Le domande presentate sono state circa una dozzina e dunque non basterà per rimpinguare una carenza di autisti che nel tempo è sembrata più un paradosso che l’amara realtà.

“Non scopriamo certo oggi – dichiara Orsa – che con 42 mezzi in servizio, e ne dovremmo avere secondo i programmi aziendali almeno una dozzina in più, mancano a regime circa 40 autisti. La maggiore attenzione di questa dirigenza verso la lotta al portoghesismo ed il tentativo di aumentare i mezzi in servizio è un fattore certamente positivo, ma ad oggi gli interventi interni, fortemente sollecitati da questo sindacato, per reperire e riqualificare personale in questi settori sono stati timidi ed è mancata la dovuta programmazione tanto che l'azienda si trova già oggi impreparata ed in continua emergenza nella sola ricerca di soluzioni tampone” dice il sindacato che chiede all’Atm di chiarire al più presto le intenzioni sugli 80 ex Lsu.

Chiarimenti necessari anche in funzione dei progetti che questa governance sembra avere. Nel prossimo futuro infatti non ci sarebbe solo il potenziamento di bus e tram, ma anche un maggiore controllo dell’evasione e una lotta più incisiva al portoghesismo. Proprio nei giorni scorsi, infatti, c’è stato un esperimento voluto dal Direttore Foti per verificare effettivamente quanta gente non paga il biglietto. E così sabato mattina, Foti insieme al coordinatore alla Mobilità Filippo Catena, il coordinatore IV area Natale Trischitta e il responsabile dell IV area mobilità Salvatore Cuscinà, ha messo in campo uno “squadrone” di dieci controllori per verificare a sorpresa e con un impatto massiccio cosa accade a bordo di bus e tram. Su 200 viaggiatori controllati sono state 100 le multe elevate dai controllori, segno che l’evasione tocca picchi del 50%. Un esperimento che, assicurano dall’Atm, non sarà isolato ma dovrà diventare la norma. Un modo per mandare un messaggio ai cittadini e far capire che il biglietto non è un optional.

F.St.