Corte dei Conti, ispettori Ue, Regione:tutti i filoni d’inchiesta. Ma il vero danno è al futuro dei giovani

C’è poi l’aspetto della “mission”, che si vuole realizzare e che dovrebbe stare dietro la formazione dei nostri giovani. Mission clamorosamente fallita, proprio perché “ignorata” da un sistema che col tempo è stato geneticamente modificato rispetto al motivo per cui era nato.

Al di là della vicenda giudiziaria c’è un altro capitolo ed è quello che riguarda quanto è accaduto sul fronte formazione nell’era Crocetta. Contemporaneamente alla magistratura infatti diversi cicloni si sono abbattuti sulla Galassia che sembrava inattaccabile: in ordine sparso le denunce del governo regionale, i controlli degli Ispettori dell’Olaf (l’ufficio antifrode dell’Unione Europea), le inchieste e le sentenze della Corte dei Conti, i provvedimenti dell’assessore Scilabra.

Scoppiata in estate la prima bufera, a fine ottobre si è insediato il governatore Crocetta. Di lì a poco sbarcavano a Palermo gli ispettori dell’Olaf, spediti dall’Unione europea perché i conti non quadravano. Il fiume di denaro richiesto a Bruxelles non coincideva affatto con la realtà dei fatti. Troppe denunce all’UE erano arrivate nei mesi precedenti in merito all’uso che in Sicilia veniva fatto di queste somme (esemplare in tal senso il caso del Ciapi).

La giovanissima Nelly Scilabra, nominata assessore alla formazione, ha compreso subito di essere seduta su una polveriera pronta ad esplodere, ed insieme a Crocetta ha dato il via ad una serie di visite alla procura di Palermo, armata di documentazione. Nel frattempo l’assessore Scilabra ha annunciato di voler cambiare le regole, congelando fondi e autorizzazioni. Il primo passo è stato quello di chiedere agli Enti di inviare entro il 28 gennaio i dati relativi al personale impiegato. Sin da Natale l’assessore aveva già invitato i dirigenti del dipartimento a indicare eventuali casi di interesse negli Enti, diretto o indiretto, parentele e affini presso i corsi. Poco dopo è scattata la revoca per gli Enti non in regola con gli accreditamenti. La Scilabra ha dovuto fare i conti con un vero e proprio caos, dall’impossibilità di controllare la regolarità dei corsi, ai fondi finiti nelle tasche di impiegati infedeli, fino alle proteste dei lavoratori che da mesi non percepivano gli stipendi. Esemplare il caso Ial, oltre 20 milioni di euro erogati dal 2011 ma dipendenti senza una lira. Con i riflettori accesi di Procura, Corte dei Conti e ispettori dell’Unione Europea, la Regione ha modificato la rendicontazione attraverso verifiche da effettuare “durante” e non più alla fine dei corsi.

Un altro filone porta alla Corte dei Conti, per danno erariale. In questo caso le indagini sono diverse anche se la “più corposa”è quella legata alle integrazioni dei contributi. Il sistema è questo: l’Ente presenta una richiesta di finanziamento che viene accolta dalla Regione. In un secondo momento si “accorge” però che i soldi non bastano e chiede un’integrazione, che viene concessa. Ed è proprio sull’entità e sulla quantità delle integrazioni richieste che la Corte dei Conti ha aperto più fascicoli che hanno finito con il coinvolgere ex assessori alla Formazione nonché deputati regionali e dirigenti. La vicenda delle integrazioni extra-budget, a novembre ha portato alla condanna in primo grado da parte della Corte dei Conti dell’ex assessore regionale Mario Centorrino e di 4 dirigenti. Successivamente è finito nell’indagine relativa al periodo 2007-2009 anche l’ex assessore Santi Formica. Sulla vicenda integrazioni l’assessorato ha messo in mora 35 Enti chiedendo la restituzione delle somme percepite. In giro per la Sicilia sono stati poi sguinzagliati 140 ispettori per verificare che quanto dichiarato dagli Enti, quindi effettiva esistenza dei corsi ed effettiva presenza degli studenti corrisponda alla verità. In passato infatti i controlli venivano posticipati di mese in mese fino al paradosso di effettuarli a corso finito. Insomma, controlli “sulla fiducia”.

A proposito di controlli, quello che emerse dalle visite degli ispettori dell’Olaf, ad esempio sul Ciapi con il corso Co.Or.Ap, è emblematico: 15 milioni di euro spesi, tra assunzione di 278 persone per 13 mesi e attività di comunicazione, solo per portare all’apprendistato 18 giovani…. Dei quali si conosce solo nome e cognome.

In questi giorni è all’esame dell’Ars la norma antiparentopoli, che dovrebbe dare il via libera al testo emendato entro l’estate.

Il ddl originario era questo: "è incompatibile con la carica di deputato regionale chi ha ascendenti o discendenti, parenti o affini fino al secondo grado, che hanno in essere con l'amministrazione regionale contratti di appalti o concessioni di lavori, forniture o servizi, oppure che godano di contributi, sussidi o garanzie a qualsiasi titolo da parte della Regione, fatti salvi contributi, sussidi o garanzie che discendano da leggi di tutela della persona e della famiglia".

Eppure che qualcosa non funzionasse era nell’aria da tempo, se nel febbraio 2012 una commissione dell’Ars presieduta da Filippo Panarello scriveva: “Dal ’76, data di nascita del sistema, ad oggi sono state assunte 7.500 persone, ma il 60% di queste solo dal 2000 al 2008, ed anzi il 45% del totale dal 2006 al 2008, in coincidenza con le elezioni regionali”.

Gli oltre 7 mila dipendenti della formazione siciliana sono il triplo degli operatori del settore in tutta Italia e rappresentano il 46% del settore a livello nazionale. C’è infine un’amara considerazione. Il danno reale è quello al futuro dei nostri giovani. Solo una percentuale minima, quasi ridicola, di quanti concludono i corsi riesce a trovare lavoro con la qualifica per la quale è stato formato. E’ questo l’unico vero danno per il quale nessuno pagherà mai. Ed è l’unico elemento che non è stato preso in considerazione quando il sistema lentamente si è modificato geneticamente diventando “cosa altra” rispetto alla natura originaria. Un corso per avvistatore d’incendi, non solo è una beffa nell’isola degli eserciti di forestali, una presa in giro per l’Unione europea che lo finanzia, ma è un danno per migliaia di giovani che hanno bisogno di un lavoro vero, di un corso di formazione vero che faccia di questi ragazzi i siciliani del domani nella Sicilia di domani.

Rosaria Brancato